Opinionisti Marco Cestelli

Il Borgo e il “numero di Dio”

"Una delle capitali della ricerca della Sezione Aurea fu Borgo San Sepolcro in Italia"

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Alcuni anni fa lessi un libro sulla Sezione Aurea, 1,618, di un autore americano; se vi state domandando perché mi ero impegnato in letture così “strane” ve lo spiegherei volentieri ma vi risparmio, qui, ulteriori dettagli. Mi appassionava il concetto del cosiddetto “numero di Dio”, ovvero il rapporto che si ripete in natura e nell’arte e che, durante la fine del Medioevo e il primo Rinascimento, fu molto ricercato dopo che Fibonacci da Pisa introdusse in occidente i numeri arabi e la sua “famosa” serie. Un capitolo del libro riportava questa frase: una delle capitali della ricerca della Sezione Aurea fu, nel XV secolo, Borgo San Sepolcro in Italia, grazie ad un libro che qui veniva custodito e studiato e ai suoi ricercatori più illustri, Piero della Francesca e Luca Pacioli. Era facile domandarsi “ma che libro è?” e come mai un americano sapeva cose sul Borgo che io non sapevo? È ovvio che io sia un dilettante e non avessi nessun dovere accademico di conoscere questa storia ma è altrettanto ovvio che questo mi indusse ad indagare, a sapere, a conoscere, a capire. Iniziò un viaggio bellissimo che mi rese cosciente del fatto che Sansepolcro fu una vera capitale del Rinascimento attraverso 3 uomini straordinari dal punto di vista scientifico e qualche problema morale ed etico: nell’ordine Francesco del Cera (o Cereo, o dal Borgo) che passò qualche mese in carcere per presunte malversazioni amministrative, poi riabilitato e sepolto nella vecchia San Pietro a Roma; Piero della Francesca e Luca Pacioli (anche lui sembra con qualche predilezione impropria e accuse di plagio).

Ve la faccio breve per non annoiarvi, perché non ho titolo accademico e perché ognuno di voi può compiere ricerche in proprio ma vorrei arrivare al punto: a Sansepolcro c’erano scuole adeguate a preparare certi personaggi, cosa davvero non da poco in quell’epoca. A Sansepolcro c’era gente che si poneva domande e studi per arrivare a capire l’ordine scientifico delle cose, tra architettura e pittura (organizzazione dei volumi, della prospettiva, della rappresentazione...) e matematica, per cercare di capire, o carpire, il numero di Dio, ovvero con quale criterio l’Onnipotente aveva disegnato il tutto, quale rapporto aveva usato per definire la bellezza e l’armonia del Creato. Galileo scrisse pochi anni dopo: “la matematica è l’alfabeto in cui Dio scrisse l’universo”.

Perché tutta questa premessa? Perché avrei voluto che l’opera di questi 3 uomini del Borgo, in assoluto tra i più importanti del Rinascimento, fosse stigmatizzata per sempre nella piazza della città, proprio in quella parte di cotto (?) che non verrà più realizzata per note vicende amministrative e finanziarie. Mentre al Borgo si discuteva con animosità tra l’opportunità di inserire elementi “non in pietra serena” sulla pavimentazione di piazza, io avrei voluto che si disegnasse a terra un ricordo indelebile del vero “genius loci” che ha contraddistinto la nostra terra tra le capitali del sapere e della conoscenza nella Storia dell’Umanità. Fermo restando la presenza del dodecaedro, il più opportuno monumento che potesse decorare la piazza e per il quale non esprimerò mai abbastanza gratitudine per chi l’ha creato e per chi l’ha messo a dimora proprio lì

Marco Cestelli
© Riproduzione riservata
29/08/2023 13:02:50

Marco Cestelli

MARCO CESTELLI: Persona molto conosciuta a Sansepolcro, studi economici e commerciali a Milano, manager e imprenditore, scrittore, conferenziere e comunicatore, ha viaggiato in molte parti del mondo, ha sperimentato innovazioni e il valore della cultura. Legatissimo alla sua terra ama l’arte e la storia, la geopolitica e la cultura europea. Sa di non sapere mai abbastanza.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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