Anche i gatti diventano sindaci del paese

Un fenomeno curioso e affascinante al tempo stesso
Proprio vero che la curiosità viene leggendo. Alcune sono a livello internazionale, altre invece più locali ma pur sempre degne di essere citate. E voi lo sapevate che, anche in Italia, i gatti possono diventare sindaci del paese? La risposta ve la diciamo noi, sì. Quella dei “gatti sindaci” è una curiosità che riguarda alcuni piccoli borghi italiani, dove questi animali hanno assunto – in un certo senso – il ruolo di simboli o addirittura “sindaci onorari”. È bene precisare che si tratta, ovviamente, di una pratica non ufficiale ma che al tempo stesso è diventata una vera e propria attrazione turistica. La tradizione nasce spesso da un’iniziativa spontanea dei residenti stessi, che considerano il gatto come parte integrante del loro borgo. I gatti, con la loro indipendenza e l’arrogante tranquillità, diventano di fatto dei simboli di un’identità locale, di una natura che coesiste con la comunità umana. Alcuni borghi, un esempio è Brolo sul Lago d’Orta in Piemonte dove alcuni animali vengono persino adottati ufficialmente dal Comune, hanno sviluppato una vera e propria cultura del gatto, con gatti che vivono liberamente per le strade e vengono spesso considerati come parte integrante della vita quotidiana. Un’altra famosa storia riguarda il gatto “sindaco” di una città in Alaska, che ha governato per ben 20 anni. Si chiamava Stubbs ed era diventato primo cittadino onorario di Talkeetna: è stato eletto nel 1997 e ha mantenuto la posizione fino al momento della sua morte nel 2017. La sua elezione era inizialmente uno scherzo, ma col tempo è diventata una tradizione amata dai residenti e dai turisti. Oltre a Stubbs, ci sono stati altri animali che hanno ricoperto ruoli simili. Ad esempio, nel 2014, un cane di nome Duke è stato eletto sindaco di Cormorant, un piccolo villaggio nel Minnesota. Secondo il sociologo John Petroski, specializzato in comportamenti collettivi e tradizioni culturali, "L’elezione di animali come figure simboliche in ruoli di leadership è un riflesso del desiderio umano di trovare un legame unico e spesso umoristico con la nostra società. Queste storie ci ricordano che, anche nei contesti più seri, c’è spazio per l’umorismo e la leggerezza". A questo punto, però, la domanda sorge quasi spontanea: qual è la loro funzione? I gatti “sindaci” non hanno chiaramente funzioni amministrative reali, ma rappresentano – come detto – un’attrazione turistica oltre che un simbolo di un’identità locale particolare. La presenza di gatti contribuisce a creare un’atmosfera unica e rilassata nei borghi, attira turisti e promuove un’immagine positiva della comunità. Nelle nostre latitudini, come riferimento prendiamo l’Alta Valle del Tevere, non ci sono tradizioni ufficiali dei “gatti sindaci”. In provincia dell’Aquila, esattamente a Civita D’Antino che vanta essere un ‘borgo-museo’, è stato eletto il primo gatto sindaco degli animali. O meglio, la prima gatta di nome Miao: con il suo aspetto regale ed elegante, si è conquistata la fascia tricolore a suon di fusa. L’incarico, simpaticamente, durerà un anno e poi si procederà alla staffetta: ogni animale del piccolo Comune, infatti, potrà ambire al ruolo previa candidatura e voti. In sintesi la tradizione dei “gatti sindaci” è un fenomeno curioso e affascinante al tempo stesso, che dimostra come la presenza degli animali domestici possa influenzare la vita sociale e la cultura di un borgo, trasformandolo in un luogo unico e memorabile.

Giulia Gambacci
Giulia Gambacci - Laureata presso l’Università degli Studi di Siena in Scienze dell’Educazione e della Formazione. Ama i bambini e stare insieme a loro, contribuendo alla loro formazione ed educazione. Persona curiosa e determinata crede che “se si vuole fare una cosa la si fa, non ci sono persone meno intelligenti di altre, basta trovare ognuno la propria strada”. Nel tempo libero, oltre a viaggiare e fare lunghe camminate in contatto con la natura, ama la musica e cucinare.
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