I fascismi che avanzano
Uno sguardo ai giorni nostri
Ricordo che per me il fascismo non è una ideologia, ma un modo di porsi con prepotenza, sopraffazione e menzogna.
Se guardo a importanti nazioni e popoli che hanno -ora e in passato- avuto importanti relazioni con la nostra, vedo un avanzare di prepotenza, sopraffazione e menzogna: negli Stati Uniti, nella Russia di Putin e in Israele di Netanyahu.
Gli Stati Uniti a partire dalla fine dell'ottocento hanno giocato un ruolo significativo e da quando sono usciti dall'isolazionismo con l'ingresso della prima guerra mondiale si sono arrogati il compito di sceriffi del mondo, ruolo condito da una esuberante dose di anticomunismo; negli ultimi decenni gli impulsi fascisti sono risultati evidenti esplodendo con l'intervento in Vietnam e Cile. Adesso il nuovo (vecchio) presidente Trump ha dato voce alle sue idee su Groenlandia e stretto di Panama, firmando una serie di ordini esecutivi che in molti casi mi pare vadano contro la costituzione statunitense (ma questo è un aspetto che sbrigheranno a Washington) che presumono una buona dose di prepotenza, sopraffazione e menzogna, arti nelle quali è maestro il suo sodale Musk. L'affermazione per cui i palestinesi di Gaza e Cisgiordania debbano essere accolti in Egitto e Giordania è la ciliegina sulla torta: neanche taluni politici italiani avrebbero tanto ardire. Il fatto è che questo signore ha anche la valigetta nucleare...
Un altro che ha la valigetta nucleare è Putin, quello che ha scatenato l'operazione militare speciale contro la Ucraina, e che si è dichiarato disponibile a colloqui di pace, ma non con il presidente ucraino: quella che una volta era la culla del comunismo (dove sopraffazione, prepotenza e menzogna erano di casa) è divenuta la culla del nuovo fascismo.
Un altro che dichiara di avere l'arma nucleare è Netanyahu, il padrone di Israele da circa 25 anni, ora costretto (per rimanere a galla) a sottostare ai ricatti dei partiti sionisti messianici, una specificazione che è già un programma. Una nazione che è sorta secondo lui per la guerra di indipendenza ebraica: un falso col quale sostenere prepotenza e sopraffazione nei confronti dei popoli palestinesi e di tutte le nazioni che non si inginocchiano dinanzi al popolo eletto. E' chiaro che i suoi sodali vogliono far sparire quelli che loro chiamano arabi dalle terre che gli interessano (sparire può avere numerosi sinonimi, non proprio equivalenti, fra i quali includere sterminio o deportazione). Atteggiamenti da cui gli ebrei che hanno costruito Israele fino al 1995, all'assassinio dell'ex premier Rabin (da parte appunto di un estremista messianico sionista), rifuggivano come il più grave peccato mortale perché era quello a cui i nazisti li avevano sottoposti.
Sono un amante della fotografia, bravissimi fotografi ebrei nel dopoguerra hanno realizzato immagini straordinarie e documentato storie importanti. Fra queste Inge Morath, che negli anni 60 realizzò uno stupendo servizio sugli esiliati di Gaza. Ebrei e palestinesi cacciati da casa sua per le "frizioni" fra i due popoli: fotografi che avevano conosciuto l'orrore comunista e nazista e che (credo) si stanno rivoltando nella tomba.
Alessandro Ruzzi
Aretino doc, ha conseguito tre lauree universitarie in ambito economico-aziendale, con esperienza in decine di Paesi del mondo. Consulente direzionale e perito del Tribunale, attento osservatore del territorio aretino, ha cessato l'attività per motivi di salute, dedicandosi alla scrittura e lavorando gratuitamente per alcune testate giornalistiche nelle vesti di opinionista. alessandroruzzi@saturnonotizie.it
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