Opinionisti Giulia Gambacci

L’altro lato di Nerone, imperatore amato dal popolo

Il popolo lo amava, mentre gli avversari dicevano che era ‘matto’

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Il doppio lato della stessa persona: Nerone è stato uno dei più amati e allo stesso tempo odiati imperatori dell’antica Roma. Il popolo lo amava, mentre gli avversari dicevano che era ‘matto’. Partiamo, però, da una base: chi era Nerone? L’imperatore romano (37 – 68 d.C) è stato sicuramente un personaggio complesso ma al tempo stesso pieno di contraddizioni: colui che ha incendiato la città, racconta la leggenda, ma anche un uomo amante dell’arte e delle sue bellezze più in generale. Quindi è giusto descrivere Nerone come la figura crudele e sanguinaria? Non esattamente, perché la storia e alcuni racconti ci descrivono una figura diversa. Colta e anche affabile. Un podcast originale prodotto dal Parco Archeologico del Colosseo, andato in onda i primi giorni dell’anno, svela il lato umano dell’imperatore più calunniato della storia. Tutto ciò attraverso la riscoperta dell’unico luogo dove tuttora riecheggia il suo spirito: la Domus Aurea. Chiaro, però, che la figura di Nerone fu controversa anche in antichità e numerosi sono gli studiosi che nell’ultimo periodo vogliono proprio riabilitare la figura dell’imperatore dell’antica Roma. Nella prima parte del suo impero si rese protagonista di importanti riforme e di un governo nel complesso mite nei confronti sia della plebe che dell’aristocrazia. Con il trascorrere del tempo, invece, si macchiò di alcuni crudeli delitti e di conseguenza divenne meno tollerante. Una parte degli storici d’arte, infatti, descrivono come molto più efferati e crudeli i suoi predecessori citando Tiberio, Caligola e Claudio. Sono probabilmente gli storici Tacito e Svetonio i primi a descrivere la figura di Nerone come imperatore pazzo, irrispettoso e sanguinario tacendo sui suoi meriti. Prima di arrivare all’altra faccia di Nerone, quali sono stati i veri crimini che ha commesso? Di certo, fu responsabile insieme alla madre della morte del patrigno Claudio, e poi dell’avvelenamento del fratellastro Britannico. Nel corso del suo impero vero che comandò esecuzioni e torture, ma senza mai eccedere o particolari accanimenti: senza dubbio, negli ultimi anni della sua vita, Nerone dimostrò maggiore nervosismo ma non divenne violento. Molti omicidi e crimini che la storia imputa a Nerone, sarebbero in realtà stati comandati dal suo prefetto. Nerone, quindi, fu anche un imperatore stravagante: colto, appassionato oltre che innamorato della vita, dell’arte e delle donne. Amava anche il popolo, perché suo padre era di origini “borghesi”. Ero solito travestirsi per non essere riconosciuto, creò addirittura le sue olimpiadi, dette Neronia, dove partecipava personalmente alle corse sulla biga. Ebbe molte amanti, tra cui la più amata fu la bellissima e colta Poppea. Ma sembra che amò anche gli uomini ed il suo preferito essere Sporo, mentre il secondo compagno fu Pitagora che in base alle cronache era il giovane più bello dell’Impero. Non sarebbe vero, poi, che causò il grande incendio di Roma con l’obiettivo di ricostruire prima la città e poi edificare la propria maestosa Domus Aurea, si dice infatti che Nerone spesso disertasse la regia di Roma per rifugiarsi a Baia, a Neapolis o anche in qualche isola greca dove trascorreva intere giornate a suonare la lira. Nerone fu un giovane imperatore che nel corso della sua vita, sia privata che governativa, vide parenti e amici morire o essere mandati in esilio; proprio per questo, infatti, dopo qualche anno di impero decide di ritirarsi dalla vita pubblica preferendo il teatro al senato. E un altro dei più grandi misteri è quello legato alla tomba di Nerone. A Roma esiste una “tomba di Nerone”: si trova nel quindicesimo municipio della città, nella via Cassia, ma custodisce il sarcofago di Publio Bivio Mariano e di sua moglie Regina Maxima, morti nella seconda metà del III secolo dopo Cristo. Una leggenda, infatti, narra che attorno alla sua vera tomba, che si trovava dove oggi sorge la Basilica di Santa Maria del Popolo, fosse nata nel Medioevo una credenza inquietante; qui era cresciuto un albero maledetto e vi svolazzavano corvi malauguranti; Papa Pasquale II, che regnò in Vaticano tra il 1099 e il 1118, si convinse che su Roma aleggiasse lo spirito infausto di Nerone. Sempre secondo la leggenda, quindi, fece distruggere la tomba e ordinò che i suoi resti mortali fossero gettati nel Tevere. Al tempo stesso, però, diffuse la notizia che fosse sepolto nella via Cassia e da qui nacque la falsa attribuzione. La figura di Nerone, nel tempo, fu al centro anche di tanti racconti e fonte di ispirazioni anche nel mondo del piccolo e grande schermo nelle epoche più recenti. Sicuramente resta una figura interessante, probabilmente dal doppio volto seppure la sua vita fu davvero troppo breve.

Redazione
© Riproduzione riservata
22/02/2024 11:21:41

Giulia Gambacci

Giulia Gambacci - Laureata presso l’Università degli Studi di Siena in Scienze dell’Educazione e della Formazione. Ama i bambini e stare insieme a loro, contribuendo alla loro formazione ed educazione. Persona curiosa e determinata crede che “se si vuole fare una cosa la si fa, non ci sono persone meno intelligenti di altre, basta trovare ognuno la propria strada”. Nel tempo libero, oltre a viaggiare e fare lunghe camminate in contatto con la natura, ama la musica e cucinare.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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