Opinionisti Marco Cestelli

Il cigno nero, fine 2022

Eravamo convinti che...

Print Friendly and PDF

Tutti erano convinti che i cigni fossero assolutamente bianchi, poi, alla fine del XVII secolo, in Australia, fu visto per la prima volta un cigno nero: è una metafora che descrive un evento non previsto, che ha effetti rilevanti e che, a posteriori, viene impropriamente razionalizzato e giudicato prevedibile, con il senno di poi.

Negli ultimi pochi anni abbiamo visto molte situazioni del genere e credo dovremmo imparare molto da esse.
Eravamo convinti che le malattie fossero conosciute e affrontabili con le scienze, sempre nuove e aggiornate, che fossero un problema individuale o si potessero evitare con la prevenzione. Sbagliato, cigno nero: il Covid. Ora dovremmo aver imparato che i virus sono molto ma molto più antichi degli umani, che si evolvono continuamente e possono essere pericolosi, che possono imporre disastri sociali per limitarli, che l’economia può piegarsi ai virus. In Italia 184.000 morti lo dimostrano, e credo che non sia finita.

Con il male abbiamo disperatamente cercato un vaccino, cercando così di sistemare un problema enorme di salute ed economia, anzi di vita sociale vera e propria. Ohibò, abbiamo scoperto che una minoranza non lo desiderava affatto (e questo è pur sempre normale, c’è sempre una minoranza in democrazia) ma che si costituiva come movimento complottista e antisistema cercando di ottenere anche una certa legittimità culturale e sociale.

Eravamo convinti che, alla fine, studio e capacità, esperienza e razionalità avrebbero determinato la classe dirigente. Sbagliato, cigno nero: abbiamo selezionato chi promette e spera, chi si illude e chi mente sapendo di mentire, e con voto convinto ce li ritroviamo in parlamento, beati e serafici, a gestire l’ovvio con il metodo del normale (se non peggio).

Eravamo convinti che la guerra fosse una cosa lontana e che riguardava altri popoli, altre culture, sfigati della storia che non hanno compreso il valore della pace per fare economia e progresso sociale. Sbagliato, cigno nero: un paese grande e grosso ne invade un altro con motivazioni risibili, per motivi di insicurezza ancestrale e di proiezione di potenza. E ce lo ritroviamo a qualche centinaia di chilometri dai patri confini, ci coinvolge e sconvolge con mille cause ed effetti.

Eravamo convinti che l’economia e il benessere, il progresso sociale e dei diritti fossero un dato universale, chi ne ha meno si sarebbe dato da fare per ottenerne di più. Sbagliato, cigno nero: a buona parte del mondo (numericamente la maggior parte) queste cose non interessano, anzi ci guardano un po’ schifati per le nostre mollezze e codardie: parità di genere, di diritti, di amore, di famiglia, di crescita dei più deboli, di diritto alla salute, all’educazione, di scelte individuali, ecc. sono tratti caratteristici di società vecchie e benestanti, decadenti e politicamente corrette ma destinate all’inesorabile implosione di sistema.     

Eravamo convinti che l’energia e le materie prime bastava comprarle, il mondo serviva a noi per fornircele e noi pagavamo il mondo per trasformarle. Sbagliato, cigno nero. Tutto quello che ci serve, ma non lo abbiamo in casa, si può comprare se gli altri ce lo vendono, se la geopolitica ce lo consente. Altrimenti è un bel caos per mantenersi tra i paesi più ricchi del mondo (piaccia o non piaccia è così).

Insomma gli anni 20 del nuovo millennio sono pieni di cigni neri, ad esempio abbiamo imparato a dire che la UE fa schifo e ci limita; poi che la UE deve pensare a darci i soldi per la pandemia e il PNRR; occorre più Europa e un esercito europeo (che non ci sarà per decenni); occorre meno Europa per fare gli affari nostri; le spese militari quasi raddoppieranno nei prossimi anni ed è una brutta notizia: più spese militari e più esportazioni italiane ed è una buona notizia; l’Italia non conta niente; l’Italia conta moltissimo; il fascismo è morto; il fascismo è vivo e lotta assieme a noi; Mario Draghi il migliore italiano al comando; Mario Draghi ci ha rovinato come tutti; gli immigrati ci derubano e ci impoveriscono; gli immigrati sono essenziali per la nostra economia; l’inflazione uccide la nostra economia; l’inflazione fa bene al nostro debito pubblico; e così via per tantissimi argomenti. Unica certezza: studiare e informarsi per non essere preda delle bischerate isteriche che si sentono o che si scrivono.

Insomma, la storia è tornata a dispetto di quello che avremmo pensato e voluto, non riusciamo a capirlo e facciamo finta che non sia vero. Buon 2023, magari la nostra fortuna trasformerà i cigni neri in polli allo spiedo e anatre per le nostre tavole.

Redazione
© Riproduzione riservata
30/12/2022 17:51:52

Marco Cestelli

MARCO CESTELLI: Persona molto conosciuta a Sansepolcro, studi economici e commerciali a Milano, manager e imprenditore, scrittore, conferenziere e comunicatore, ha viaggiato in molte parti del mondo, ha sperimentato innovazioni e il valore della cultura. Legatissimo alla sua terra ama l’arte e la storia, la geopolitica e la cultura europea. Sa di non sapere mai abbastanza.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


Potrebbero anche interessarti:

Ultimi video:

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Bisogna essere registrati per lasciare un commento

Crea un account

Crea un nuovo account, è facile!


Registra un nuovo account

Accedi

Hai già un account? Accedi qui ora.


Accedi

0 commenti alla notizia

Commenta per primo.

Archivio Marco Cestelli

L’Italia è il Mediterraneo, se chiudi Gibilterra e Suez diventa un grande lago >>>

Senza "ceto medio" attivo non c'è progresso civile, né locale né nazionale >>>

Il Caos e il suicidio occidentale >>>

Il Borgo e il “numero di Dio” >>>

“Ai tempi del folklore la gente moriva di fame” >>>

Europa e Italia, europei ed italiani >>>

Tra le fonti dell’infelicità >>>

Quando ci siamo stancati di essere Qualcuno?” >>>

Il cigno nero, fine 2022 >>>

La sinistra ha vinto, per cui muore >>>