Opinionisti Giulia Gambacci

Il fenomeno Jovanotti: la canzone come espressione della vita e dei suoi aspetti

Sentimentale e allo stesso tempo impegnato, è un modello di riferimento per i giovani

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È stato ed è tuttora una sorta di autentico “fenomeno” della nostra musica. Uno di quelli che “fa epoca”, anche se dai primi tempi a oggi si è reso autore di una straordinaria metamorfosi. Al secolo è Lorenzo Cherubini, per tutti è Jovanotti, che da ragazzo scanzonato è passato a uomo impegnato, sempre ovviamente sul piano artistico; partito come dee-jay, è diventato poi rapper e cantautore. Nativo di Roma, ma con la famiglia originaria di Cortona (città che da sempre gli è nel cuore per i trascorsi da bambino), il giovanissimo dee-jay Lorenzo aveva esordito come interprete di una musica dance ispirata all’hip hop americano; la sua immagine così particolare non era sfuggita al fondatore di Radio Deejay, Claudio Cecchetto, che ha scoperto il talento Jovanotti, nome d’arte al debutto su Radio Deejay. Dalla musica ballabile a Sanremo, fino all’interpretazione di brani aventi un risvolto politico e sociale: ma Jovanotti canta anche l’amore, sale in cima alle classifiche (non solo italiane) e affronta temi sempre più personali da perfetto cantautore, sintetizzando abilmente hip hop, funky e cantautorato in uno stile tutto suo. E poi c’è il Jovanotti pacifista, che ha collaborato con Emergency, Amnesty International, Lega antivivisezione, Nigrizia e Data e il Jovanotti sostenitore delle manifestazioni per la cancellazione del debito negli anni Novanta. Andiamo allora a ripercorrere le tappe dal primo fino all’ultimo Jovanotti.

Nato il 27 settembre 1966, Lorenzo Cherubini è poco più che 20enne quando comincia ad affermarsi grazie a Claudio Cecchetto. Il padre, Mario, è membro della gendarmeria del Vaticano; la madre si chiama Viola e lui è il terzo di quattro fratelli: Umberto (morto in un incidente aereo nel 2007 a Latina), Bernardo e Anna. Ai genitori ha dedicato le canzoni “Mario” e “Le tasche piene di sassi”, mentre “Fango” (che comincia con “Io lo so che non sono solo, anche quando sono solo”) è l’omaggio al fratello che non c’è più. Studi al liceo “Malpighi” di Roma e già nel giugno del 1980, quando non ha ancora 14 anni, entra in contatto con Radio Foxes di Cortona, dove inizia a fare il dee-jay e nel 1982 è disc-jockey alla discoteca Tulchulcha, sempre di Cortona. E il capoluogo della Valdichiana aretina gli ha poi conferito la cittadinanza onoraria. Anche nella Capitale, il giovane Lorenzo è molto attivo fra le varie radio libere e i locali da ballo, fra i quali il noto “Veleno”, dove conosce Fiorello e il produttore Giancarlo Meo. Nel 1986 inizia a lavorare al Piper, poi nell’aprile del 1987 ecco il debutto musicale con “Walking”, seguito da “Reggae 87”; il nome d’arte originario è “Joe Vanotti”, ma il tipografo della locandina scrive per errore “Jovanotti” e lui vi vede una sorta di segno della provvidenza. Il dee-jay romano Marco Trani, produttore di “Walking” trasferitosi al nord, passa il progetto alla Full Time, che lo propone a Claudio Cecchetto, il quale non assume Jovanotti; sarà tuttavia la ex moglie di Cecchetto, Marina, a notarlo in un locale di Palinuro e a rilanciarlo all’ex marito, che stavolta lo mette sotto contratto a Deejay Television e a Radio Deejay. Sempre Cecchetto gli boccia e poi gli “riabilita” lo pseudonimo di Jovanotti, che diventa personaggio di spicco di Radio Deejay e nella notte di Capodanno fra il 1987 e il 1988 tiene una diretta radiofonica di otto ore e nell’88 pubblica il singolo “E’ qui la festa?”, con di seguito il suo primo album, “Jovanotti for President”, contenente “Gimme five”. Il personaggio è già in auge e svetta subito in testa alle classifiche; peraltro, adopera un altro pseudonimo, “Gino Latino”, nella pubblicazione dei tre singoli “Yo”, “Welcome” e “Latino”. Un progetto ideato assieme ad Albertino di Radio Deejay, che prevedeva un album mai inciso. Jovanotti utilizza in quel periodo un terzo nome d’arte, “Jeronimo”, per eseguire “The indian”. Seguono esperienze televisive e il primo libro, dal titolo “Yo, brothers and sisters: siamo o non siamo un bel movimento?”. Nel dicembre del 1988, Lorenzo Cherubini parte per il servizio militare ad Albenga, dove nasce la canzone “Asso” e lui intanto ha fondato assieme a Cecchetto la linea di abbigliamento “Yo”. L’anno 1989 è quello dell’album “La mia moto” (circa 600mila copie vendute), con il singolo “Vasco” presentato al Festival di Sanremo quale omaggio a Vasco Rossi. A Sanremo, Jovanotti arriva con l’allora fidanzata Rosita Celentano e affitta una discoteca per ricevere amici. Groove in stile italo disco e hip hop sono i generi di allora che dominano la scena. Nel 1990, l’album “Giovani Jovanotti” è quello in cui è inserito il celebre “Ciao mamma”, ma già si delinea una nuova linea artistica, come dimostra “Gente della notte”. Cambiano le mode e la minore visibilità a seguito del servizio militare fanno scendere la popolarità di Jovanotti, ma è anche il momento che segna l’inversione di tendenza nella sua carriera. Il 1991 è l’anno di “Una tribù che balla” e Vasco Rossi a precisa domanda sul futuro di Jovanotti, che in molti danno per finito, risponde invece che il bello deve ancora cominciare. Profezia azzeccata, perché il cambio di percorso artistico sentenzia il successo del giovane di origini cortonesi, che comincia a occuparsi di impegno politico e sociale, anche se lui stesso non vede una particolare discontinuità nella sua linea artistica. Nel 1992, pochi giorni dopo l’uccisione a Capaci, compone “Cuore” per Giovanni Falcone, poi esce “Lorenzo 1992”, prima raccolta che reca il suo vero nome. È l’album di “Non m’annoio” e di “Ragazzo fortunato”, seguito da un tour con Luca Carboni: violenza, contraccezione e politica sono gli argomenti delle canzoni. Intanto, scrive in parallelo il suo secondo libro, “Cherubini”, raccontando i suoi viaggi. Nel ’93, Gianna Nannini lo vuole con sé per cantare una strofa rap della canzone “Radio Baccano” e l’anno successivo è quello di “Penso positivo”, singolo contenuto nell’album “Lorenzo 1994” e che focalizza l’obiettivo sulla convivenza fra le religioni. Con “Penso positivo”, Jovanotti gareggia nel  Mtv Europe Music Awards 1995 nella categoria "Miglior videoclip dell'anno", conquistando il terzo posto. Ma è anche l’album di “Piove” e “Serenata rap”, canzoni d’amore che hanno successo in un anno nel quale nasce “Soleluna”, la sua etichetta discografica. Il 1995 è invece l’anno de “L’ombelico del mondo” e di “Alleluja”, brano scritto assieme a Zucchero e contenuto nell’album “Spirito DiVino”, ma è in atto una nuova svolta nello stile musicale di Jovanotti, individuabile nell’album “L’albero” (1997), che vede elementi di musica etnica e world music, con assieme un ulteriore approfondimento dei testi, come nel caso di “Questa è la mia casa”. È un periodo di ricerca interiore importante, che porta Jovanotti a impegnarsi nella pittura, a recitare nel film “I giardini dell’Eden” di Alessandro D’Alatri e a girare il mondo: famosa rimane la sua attraversata in bicicletta della Patagonia. Collabora poi all’album “Artisti Uniti” per gli Zapatisti del Chapas, produzione a scopo benefico per la costruzione di un ospedale in Messico. “Il grande boh!” è il titolo del libro dedicato ai suoi viaggi e pubblicato nel 1998, l’anno in cui Jovanotti diventa padre: il 13 dicembre nasce infatti Teresa Lucia, figlia sua e di Francesca Valiani, fotografa cortonese che era amica di Anna, sorella di Lorenzo. A Teresa Lucia il padre dedica “Per te”, autentico successo dell’album “Capo Horn” (1999) così come “Un raggio di sole”, che gli vale la vittoria al Festivalbar. Nel ’99, Jovanotti partecipa a un progetto comune con Piero Pelù dei Litfiba e Luciano Ligabue per “Il mio nome è mai più”, canzone pacifista i cui proventi vengono devoluti a Emergency. È un periodo permeato di argomenti forti e nell’anno 2000 un altro messaggio arriva in occasione del Festival di Sanremo, quando si presenta come ospite con la canzone “Cancella il debito”, riferendosi ai Paesi del “terzo mondo”. Intanto, si rompe il sodalizio artistico con il chitarrista e produttore Michele Centonze, coautore dei suoi brani fin dal 1986. Amore e impegno politico e sociale procedono su binari paralleli per Jovanotti anche nel 2002, con “Ti sposerò” sul primo versante e “Salvami” sul secondo, che spazia dal pacifismo alla globalizzazione, fino alla giustizia. Da segnalare poi il concerto-evento “Una montagna di musica per l’acqua” del 30 luglio 2002 al Santuario di San Gabriele dell’Addolorata a Isola del Gran Sasso (Teramo), finalizzato alla tutela delle acque del Gran Sasso e contro la costruzione del terzo traforo: circa 30mila spettatori e una band di 17 elementi. E passiamo al 2003, anno in cui Jovanotti dà vita a un progetto musicale alternativo di stampo latino-americano, intitolato Roma-Collettivo Soleluna, nel quale spicca il brano “A vida”, ma una tappa significativa è costituita da “Buon sangue” (2005), album che per alcuni è l’espressione della maturità raggiunta dall’artista, che prende per collaboratori Edoardo Bennato, i Planet, Danilo dei Negramaro nel brano “Falla girare” e scala la vetta della classifica grazie ai singoli “Tanto” e “Mi fido di te”. La collaborazione con i Negramaro prosegue nel 2007 con gli album “La finestra” e “Safari”, anche se questo anno è segnato – come già evidenziato - dalla tragica morte del fratello Umberto, al quale dedica “Fango”, che vince la prima edizione del Premio Mogol. Nel gennaio del 2008 esce il disco “Safari”, registrato fra Cortona, Los Angeles, Milano, Hannover, Berlino e Rio de Janeiro, mentre in marzo è la volta di uno dei singoli in esso contenuti, “A te”, dedicato a Francesca, la sua compagna, che sposerà il 6 settembre successivo a Cortona. È un altro dei suoi grandi successi e intanto il 12 maggio 2008 parte da Rimini il “Safari Tour”, che fa il giro di palasport e stadi per una intera estate. Nello stesso anno riceve il Kids' Choice Awards per la difesa dell'ambiente. Nel 2009, Jovanotti scrive il testo del brano "Più sole", che gareggia al Festival di Sanremo 2009 cantato da Nicky Nicolai & Stefano di Battista e in aprile, assieme a Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, ha messo insieme più di 50 star della musica italiana per incidere "Domani 21/04.2009", brano dedicato ai terremotati dell'Abruzzo, in cui Lorenzo incide una parte rappata. Ancora brani di successo: a inizio 2010 esce “Baciami ancora”, colonna sonora dell’omonimo film di Gabriele Muccino che gli vale il David di Donatello; collabora poi con Cesare Cremonini e Marco Tamburini e a fine novembre nelle librerie c’è "Viva tutto!", libro formato dalla corrispondenza e-mail fra Jovanotti e il filosofo Franco Bolelli, inviate durante la produzione dell'album in uscita. Il 3 dicembre esce il singolo "Tutto l'amore che ho" e nel gennaio 2011 è la volta dell’album "Ora". L'11 marzo esce il singolo "Le tasche piene di sassi", dedicato alla morte della madre Viola, che a giugno si aggiudica la quarta edizione del Premio Mogol. E assieme alla collaborazione con Adriano Celentano in “Facciamo finta che sia vero”, l’anno 2011 è contraddistinto anche da “Il più grande spettacolo dopo il Big Bang”, al quale si ispira Fiorello nel titolo del varietà “Il più grande spettacolo dopo il week-end. Il Jovanotti compositore “partorisce” nel frattempo “Tu mi porti su”, interpretato da Giorgia; l’anno si conclude con un’altra parentesi triste legata al "Lorenzo Live - Ora in Tour 2011-2012", che viene interrotto il 12 dicembre: durante il montaggio del palcoscenico in preparazione della tappa di Trieste, la struttura crolla travolgendo alcuni operai che in quel momento si trovavano al di sotto; uno di essi muore nell'incidente. Le altre tappe vengono rimandate e il tour si conclude nel marzo 2012 proprio a Trieste e nel settembre dello stesso anno prende parte al concerto di beneficenza Italia Loves Emilia  a Campovolo (Reggio Emilia), organizzato da lui stesso insieme ad altri 20 artisti in favore dei terremotati dell’Emilia. Nel novembre del 2012, Jovanotti festeggia i 25 anni di carriera canora con la raccolta “Backup-Lorenzo 1987-2012”, che viene certificata con il triplo disco di platino per le oltre 180mila copie vendute, mentre il 4 agosto del 2013 “spopola” nel concerto che tiene nella sua Cortona in occasione della chiusura del Mix Festival: 2mila persone in piazza Signorelli e altre 3mila sparse sulle piazze cittadine a seguirlo tramite schermi giganti. Fra gli ospiti c’è anche lo scrittore Roberto Saviano. Altre date significative: il 23 aprile 2014 è ospite del concerto di Zucchero al Madison Square Garden di New York  (eseguendo “Il mare” in duetto con lo stesso Zucchero) e il 26 luglio 2015 rende omaggio a Pino Daniele con Eros Ramazzotti allo stadio San Paolo di Napoli. Nel 2016, poi, collabora di nuovo con Gabriele Muccino per la colonna sonora del film “L’estate addosso” e il 19 agosto viene estratto come primo singolo il brano “Welcome to the World”, scritto da Jovanotti in collaborazione con Jaselli e interpretato da quest'ultimo. Un salto fino all’ottobre del 2017, quando Jovanotti annuncia l’uscita del suo 14esimo album di inediti, dal titolo “Oh, vita!”, prodotto da Rick Rubin; nel luglio del 2018, a conclusione del tour nei palasport “Lorenzo Live”, viene pubblicato il quarto singolo “Viva la libertà”, cui seguono “Sbam!” e “Chiaro di luna”. Nel marzo 2019 collabora con Takagi & Ketra, Tommaso Paradiso e Calcutta  al singolo "La luna e la gatta" e prende parte al brano “Canzone di Rkomi”, pubblicato il 22 marzo con l'album "Dove gli occhi non arrivano" . E siamo alla stretta attualità: nell’ottobre del 2021 è al lavoro con Rick Rubin per il 15esimo album, con uscita del singolo “Il boom” e in dicembre de “La primavera” assieme all’omonimo Ep. Il 2022 gli sta già infine riservando soddisfazioni: assieme a Riccardo Onori, ha scritto “Apri tutte le porte”, canzone classificatasi terza a Sanremo, interpretata da Gianni Morandi e vincitrice morale del Festival, come dimostra l’intensa diffusione giornaliera in radio ed emittenti nazionali e locali. Il 21 marzo è uscito “I love you baby”, l’ultimo singolo scritto dallo stesso Jovanotti, che è “una serenata rock’n’roll tra chitarre blues-rock e sonorità flamenco dai toni esotici con contaminazioni anglofone”: così è stata definita da Maurizio Costanzo in una recensione apparsa sul “Quotidiano Nazionale”, mentre sta prendendo corpo il nuovo album dal titolo “Il Disco del sole”.

Tanto di cappello al percorso artistico di Jovanotti, il giovanissimo dee-jay che ha dimostrato di saper cantare, di saper comporre, di saper trascinare il pubblico e di saper inviare messaggi efficaci, toccando le corde giuste. La sua è sempre stata l’immagine del figlio estroso, capace di esaltare la vita nei suoi aspetti belli e festosi, che però con il tempo è divenuto l’uomo maturo, riflessivo, responsabile e sensibile ai problemi che attanagliano il mondo e la società di oggi, non perdendo mai di vista i lati belli della vita. Un figlio che in fondo ogni famiglia vorrebbe avere, perché poi al momento giusto ha dimostrato in pieno tutte le sue doti. Un figlio che anche con le luci della ribalta puntate addosso è rimasto sempre lo stesso: è il Jovanotti che si rende familiare durante le sue tappe in bicicletta e che regala dieci minuti di sorriso a chi è malato. Ci piace allora chiudere esaltando l’uomo Jovanotti, perché la bella immagine che si è creato lo chiama in causa anche e soprattutto come persona molto amata: sembra un aforisma, ma lui che “pensa positivo” è diventato un “modello positivo” anche nel rinverdire l’importanza di quei valori e sentimenti tradizionali dai quali tendiamo spesso ad allontanarci. Ed è bravo nel farlo con semplicità. Per tanti giovani è un mito e quindi l’ideale invito che sentiamo di rivolgere a Lorenzo Cherubini è quello di rimanere ciò che è, ovvero un punto di riferimento. Se i giovani, per agire bene, non hanno bisogno di romanzine o di prediche, ma soltanto di buoni esempi (come ebbe a dire anche il nostro compianto Presidente della Repubblica, Sandro Pertini), riteniamo che Jovanotti – e non è il solo, per fortuna – possa essere uno dei modelli da seguire per la sua capacità di comunicazione. Perché i giovani – è noto - sono in cerca di una omologazione e allora a lui è affidata questa grande missione, che deve continuare a svolgere.  

Redazione
© Riproduzione riservata
16/05/2022 22:15:17

Giulia Gambacci

Giulia Gambacci - Laureata presso l’Università degli Studi di Siena in Scienze dell’Educazione e della Formazione. Ama i bambini e stare insieme a loro, contribuendo alla loro formazione ed educazione. Persona curiosa e determinata crede che “se si vuole fare una cosa la si fa, non ci sono persone meno intelligenti di altre, basta trovare ognuno la propria strada”. Nel tempo libero, oltre a viaggiare e fare lunghe camminate in contatto con la natura, ama la musica e cucinare.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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