Opinionisti Fausto Braganti

Come cambia l'america

Non un solo repubblicano ha votato a favore

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La Camera dei Rappresentanti americana ha approvato il piano di soccorso post Covid 19 per l’economia, uno stanziamento di 1,9 trilioni di dollari. Il pacchetto finanziario era precedentemente stato approvato dal Senato. Alla Camera è passato con 220 voti a favore contro 211 contrari. Non un solo repubblicano ha votato a favore.

Di fatto, non si tratta soltanto della prima grossa vittoria del presidente Joseph Biden ma dell’apparizione a lungo auspicata del Socialismo American Style. Il programma legislativo segna un momento assai importante per la nazione anche perché giunge in concomitanza con buone notizie sulla ripresa economica con l’attenuarsi delle infezioni del Covid 19. In aggiunta, non vi sono segnali di un aumento dell’inflazione e l’aspettativa degli esperti è che man mano che gli americani vengono vaccinati e i confinamenti si riducono e cessano, la ripresa economica registrerà una decisa ripresa.

Quanto ai vaccini, il presidente ha assicurato che ce ne sarà per tutti gli americani entro la fine di Maggio.
Il fatto saliente è questo: i democratici hanno rigettato ogni schema di collaborazione bipartitica con i repubblicani nella convinzione che l’ostruzionismo repubblicano avrebbe gettato i bastoni tra le ruote di qualsiasi proposta legislativa del partito democratico, nell’inconfondibile stile di opposizione oltranzista del leader repubblicano al senatore Mitch McConnell.

La nomina di Garland ad Attorney General - Ministro della Giustizia – e’ stata approvata due giorni fa dal senato. In breve tempo, il ministero della giustizia, che l’ex presidente Trump aveva trasformato in uno strumento di potere a sua immagine e somiglianza tornerà ad essere il tutore responsabile del rispetto delle leggi federali e delle istituzioni.
L’ironia più folgorante dell’approvazione del pacchetto finanziario di soccorso è un’altra.
Le misure adottate dischiudono infatti il passaggio ad interventi legislativi di pura impronta socialista, a dispetto dell’incessante pervicace campagna contro il socialismo che i repubblicani usano come arma elettorale. Tanto per cominciare, il pacchetto include assistenza a largo respiro per le famiglie con bambini, elargendo 3.600 dollari per ogni bambino sotto l’età di sei anni. In pratica, si tratta dell’espansione di un credito fiscale per il periodo di un anno ma i democratici si propongono di farla permanente. Centoventicinque miliardi andranno alle scuole fino al dodicesimo grado (le cosiddette k-12) non appena riapriranno con l’insegnamento personale. Ventuno miliardi e mezzo vengono stanziati per assistere coloro che non riescono a pagare l’affitto di casa. Quarantotto miliardi sono destinati ai controlli (testing e tracing) del Covid 19. Sette miliardi e mezzo vanno ai centri per il controllo e prevenzione delle malattie, incaricati di distribuire vaccini. Un tale universo di misure di ampio beneficio sociale è stato prontamente additato dai repubblicani come una “lista della spesa delle priorità della sinistra antecedenti alla pandemia”, ha tuonato il leader della minoranza repubblicana alla Camera Kevin McCarthy. Per tutta risposta, la Speaker Pelosi è ricorsa alla sferzante ironia di prevedere che quei repubblicani che inveiscono contro la legge di soccorso alle vittime della pandemia saranno i primi a vantarsi degli aiuti federali alle loro comunità.
La cornucopia di elargizioni federali ha il suo fulcro nei 1.400 dollari che verranno ricevuti dagli americani che guadagnano fino ai 75.000 dollari. Le somme elargite verranno distribuite attraverso bonifici elettronici ed in parte con assegni del Tesoro.
Gli assegni non recheranno la firma del presidente Biden ma quella di un funzionario del Tesoro. L’ex presidente Trump, ossessionato dalle sue velleità di benefattore dell’America, aveva insistito che gli assegni recassero la sua firma.

Biden ha ottenuto molto in questi primi 50 giorni di presidenza, infatti ha firmato 34 ordini esecutivi in confronto ai 16 di Donald Trump ed ai 17 di Barak Obama. Tra gli ordini esecutivi di Biden spiccano la cancellazione dell’oleodotto Keystone XL e degli ordini anti-immigratori di Trump, la riapertura dei termini per l’iscrizione al sistema sanitario di Obamacare, e l’imposizione di un mandato per l’impiego di mascherine anti-Covid negli aeroporti.

Non sorprende quindi che l’indice di approvazione di Biden all’inizio del suo mandato abbia toccato il 53 per cento. Trump non era mai andato oltre il
45 per cento. Obama aveva registrato il 60 per cento e George W. Bush il 59 per cento.
Il quesito posto dagli esperti è se Biden seguirà il rapido declino registrato da Obama o se rifletterà la stretta oscillazione di Donald Trump.
Se l’American Rescue Plan di Biden ha conquistato un primato politico-finanziario nella storia americana con l’infusione senza precedenti di aiuti ai poveri e ai lavoratori americani, altrettanto maestoso è il soccorso ad importanti settori sociali ed economici. I servizi di assistenza ai senzatetto riceveranno cinque miliardi. Altri cinque miliardi andranno ad interventi di emergenza per abitazioni. Cento milioni per consulenze a proprietari di abitazioni ed affittuari gravati da forti debiti. Cento milioni verranno distribuiti a famiglie ospitate in abitazioni di proprietà federale nelle zone rurali. Tre miliardi sono stanziati per programmi a beneficio di studenti disabili ed altri 2,75 miliardi andranno agli stati per scuole non pubbliche che educano i figli di famiglie a basso reddito.
Dulcis in fundo, ci sono soldi anche per il mangiar bene. L’industria della ristorazione riceverà 28,6 miliardi di aiuti di cui godranno soprattutto i ristoranti indipendenti con meno di venti succursali. Le università e i colleges incasseranno in totale 40 miliardi, che per metà andranno a studenti bisognosi di aiuti finanziari per continuare a studiare.
L’altra metà andrà ad istituzioni che hanno perso reddito a seguito della pandemia, del calo di iscrizioni e di misure protettive nei “campus” universitari.

Ci sono fondi anche per l’assistenza medica nelle zone rurali, per biblioteche e istituti artistici, e per una più fitta distribuzione di buoni alimentari.

Infine, come promesso ripetutamente da Joe Biden, si procederà ad una forte espansione di Obamacare (assistenza medica) per un totale di 124 miliardi.

Sono previsti persino sussidi volti ad incentivare la partecipazione al programma Medicaid (assistenza medica per i poveri) da parte di quegli stati a conduzione repubblicana che hanno ostinatamente rigettato l’assistenza federale per quel programma concepito per la popolazione meno abbiente.
Per Bernie Sanders, l’apostolo del socialismo democratico, questi sono giorni indimenticabili. Il progressismo del New Deal rooseveltiano aveva una notevole
componente socialista ma socialismo era una definizione da evitare in America.
Principalmente perché veniva ancorata al comunismo. Sanders ha avuto il coraggio di abbracciare un’ideologia senza farne un riferimento specifico ma sforzandosi di legittimare un’economia a sfondo sociale. Ora sembra giunto il momento in cui, con la legge Biden, il governo federale ha sciolto i lacci che lo legavano ad un onnipotente capitalismo e si è incamminato su un nuovo percorso politico-economico che è indirizzato al superamento della “inequality”.

Resta però da vedere, come avvertiva Christopher Jencks nel suo classico “Inequality” del 1972, se per attivare un effettivo socialismo Biden e i democratici riusciranno ad ottenere il controllo politico sulle istituzioni economiche che formano la società americana. E’ un nuovo fronte di battaglia negli Stati Uniti dove il trumpismo resterà ancora per qualche tempo un perverso avversario del socialismo democratico.

Redazione
© Riproduzione riservata
15/03/2021 10:49:53

Fausto Braganti

Fausto Braganti - Pensionato, attualmente residente nelle Corbieres (sud est della Francia, vicino a Perpignan). Nato e cresciuto a Sansepolcro. Dopo il liceo ha frequentato l’Università di Firenze, laureandosi in Scienze Politiche al Cesare Alfieri. Si è trasferito a Londra nel 1968, dove ha insegnato italiano all’Italian Center per poi andare a Boston negli Stati Uniti, dove ha lavorato per Alitalia per 27 anni con varie mansioni e in diverse città, sempre nel settore commerciale. Dopo Alitalia è rimasto nel campo turistico per altri 15 anni per promuovere l’Italia agli americani. Ha pubblicato un libro di memorie, “M’Arcordo…” sulla vita a Sansepolcro nel dopo guerra, ottenendo un discreto successo. Ama la Storia: studiarla, raccontarla e scriverla.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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