Opinionisti Alessandro Ruzzi

Lo smerdatutto al ralenty

Ad Arezzo elezioni fra gli schizzi.

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Mancano molte informazioni riguardo alla prossima tornata elettorale che riguarderà gli aretini: referendum sul taglio dei parlamentari, elezione del sindaco, elezione del presidente della regione Toscana.
Il consiglio dei ministri ha indicato nel 29 marzo la data per il referendum, ma parrebbe assurdo -considerato il numero di rinnovi regionali e comunali, tutti concentrati in unica “botta”- predisporre una doppia consultazione a poche settimane di distanza: la maggior parte delle elezioni amministrative si deve tenere fra la fine di marzo e la fine di maggio, speriamo che valutino l’accorpamento per cercare di non buttare via decine di milioni di euro.
A ritroso dalla data scelta pel voto si determinano le date di presentazione di liste e candidati e -limitandosi a guardare Arezzo- è evidente che l’attendismo purtroppo è sostanza: l’indicazione del candidato del centrodestra diviene persino dirimente per la scelta del candidato o candidati che gli si affiancheranno nella tornata. La melina è divenuta prassi, schifoso gioco italico. Le difficoltà in cui si dibatte il sindaco Ghinelli sono evidenti: coinvolto nell’inchiesta sulle mega consulenze per la partecipata Coingas, presente agli incontri di cui si è avuta notizia per il reperimento in un computer sequestrato di due file audio registrati da Staderini, presidente della associazione OraGhinelli e uomo di fiducia del sindaco stesso.
Uno stato di cose che ha generato il vuoto intorno al sindaco, solitudine attestata dalla freddezza della sua maggioranza sia a livello locale che a livello parlamentare.
Stallo che pare aver annullato ogni chances di candidatura alla presidenza della regione -sempre che vi sia mai stata- e che ha messo in dubbio l’opportunità per la maggioranza uscente di proporre un candidato che potrebbe essere impallinato dagli sviluppi delle indagini in corso.
Ghinelli è uscito dall’angolo mandando avanti il vicesindaco con l’idea di una lista che proponga l’ingegnere quale sindaco per il secondo mandato, quindi il sindaco stesso ha parlato della creazione di una nuova lista OraGhinelli versione 2.0. La 1.0 che pure ha consentito a tre suoi membri di presiedere partecipate (Staderini, Bircolotti, Cherici) ha anche creato molti delusi. E chiude la consigliatura con la sparizione di pezzi da novanta.
Nel futuro secondo raggruppamento si è arruolata immediatamente la assessora Tanti, togliendo ogni dubbio circa la natura civica della lista stessa: Ghinelli aveva scodinzolato intorno ai suoi nuovi padroni politici romani, mentre la Tanti ha apertamente annunciato la sua uscita da Forza Italia con ingresso nel movimento politico guidato da Toti, da partito a partito insomma.
Una lista chiaramente politicizzata, solo con sfacciataggine la si può definire civica. Naturalmente Ghinelli intende così costringere i partiti della destra a sostenerlo. Ma i resoconti degli incontri fra i coordinatori nazionali stentano a prendere una direzione decisa, la paura è tanta, presentarsi agli elettori con un candidato azzoppato significa rinunciare alla competizione elettorale.
In verità c’è anche un altro aspetto, quello legato alle parole che Ghinelli ha utilizzato nel descrivere gli individui che i suddetti partiti politici gli avrebbero indicato quali presidenti di partecipate: il sindaco di Arezzo in consiglio comunale ha descritto quei colloqui e quelle parole come prive di fondamento, campate in aria, dipingendo persone di Forza Italia e Lega come personaggetti, adatti alle chiacchiere da bar, tipici campioni di quella aretinità che per il nostro sindaco deve credere che “gli asini volino.”
Come potrebbero quei partiti sostenere un candidato che sputtana i loro uomini? Negli ultimi giorni, nel silenzio di figure centrali della sua giunta, Ghinelli ha cercato di stupire con effetti speciali (Arezzo capitale della cultura, uffici e laboratori della Usl al parcheggio Baldaccio) per cercare di rompere l’isolamento ed il gelo intorno a lui: nel frattempo non si sa quali sono i programmi e le persone alla fondazione turismo, si continua a non vedere pubblicato il preventivo 2020 della fondazione cultura, vengono completate le nomine a SeiToscana ed Arezzo resta con un pugno di mosche.
Davvero un bel dilemma per i responsabili della destra, si staranno anche domandando quale idea gli aretini si sono fatti del loro sindaco che nel migliore dei casi è circondato da persone che non lo capiscono o lo tradiscono.
Sì, perché questo è il sunto della difesa di Ghinelli, riassumibile in un “erano tutte puttanate”. Peccato che poi escono le parole del suo uomo di fiducia, la figura in cui intorno alla quale ruota l’affaire Coingas, quello che ha registrato di nascosto i colloqui alla presenza del sindaco. Parole durissime e inequivocabili, che hanno la stessa legittimità di quelle a suo tempo pronunciate dal nostro sindaco.
La lettura dell’articolo, intervista realizzata da Massimo Gianni, dà una immagine dell’ingegnere davvero poco edificante. Non una sorpresa per me, ho conosciuto Ghinelli quale avversario in campagna elettorale e lo giudico negativamente: veder vincere colui che fa promesse che non mantiene è fastidioso.
Se volete, andare a cercare l’incubatore di imprese, se lo trovate sputatemi addosso, se non lo trovate sapete a chi sputare. Ghinelli è così malconcio da accettare di farsi definire il “suo delfino” dal precedente sindaco Lucherini, quello che cadde per l’inchiesta sui famosi “moschettieri del mattone”: non è una presentazione particolarmente positiva. Siamo alla frutta.
Il principale partito politico di opposizione annaspa e non riesce a indicare il suo candidato. Quelli più organici alla federazione Pd vorrebbero Ceccarelli -che sta molto comodo in Regione-, per ora si devono accontentare della ribadita disponibilità e volontà da parte di Ralli -capogruppo al Comune-: in base alla scelta del loro candidato saranno in molti nell’ambito associativo o sociale o civile a decidere se appoggiare quel candidato o andare – almeno al 1º turno- da soli.
Il successo di Bonaccini in Emilia-Romagna ha dato nuova energia al Pd, ma quel partito da solo non potrà battere -a gioco regolare- il candidato della destra. Potrebbe battere da solo un Ghinelli impantanato nelle inchieste, ma in tutti gli altri casi sarà necessario il supporto di tutti coloro che non hanno gradito lo stile amministrativo degli ultimi 5 anni.
Evidentemente l’individuazione di un candidato che soddisfi questa condizione risulta difficile o, forse detta meglio, si scontra con le correnti di piazza Sant’Agostino. Perché comunque se la devono giocare bene.

Alessandro Ruzzi
© Riproduzione riservata
06/02/2020 21:38:46

Alessandro Ruzzi

Aretino doc, ha conseguito tre lauree universitarie in ambito economico-aziendale, con esperienza in decine di Paesi del mondo. Consulente direzionale e perito del Tribunale, attento osservatore del territorio aretino, ha cessato l'attività per motivi di salute, dedicandosi alla scrittura e lavorando gratuitamente per alcune testate giornalistiche nelle vesti di opinionista. alessandroruzzi@saturnonotizie.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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