Opinionisti Mara Ercolanoni

Coscienza e anima...

Cosa siamo, cosa siamo venuti a fare in questo mondo? Perché siamo infelici?

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Sentiamo, da sempre, fin da quando la nostra coscienza prende forma intorno ai 14 anni, chi prima e chi dopo, ovviamente, che abbiamo in testa tante domande, tanta voglia di fare, di capire, di sapere o semplicemente di essere sereni e felici nel mondo in cui viviamo.

Cosa che prima era totalmente scontata, perché tutto non era ancora ben definito nella nostra coscienza di bambino o infante.

Inizia ad instaurarsi in noi una sensazione, una voglia di scoprire una verità che sembra così chiara come ovvia, ma che non essendo tangibile non potrà mai essere dimostrata.

Poi ci sbattiamo contro, a tutte le ingiustizie, alle iniquità, alle religioni che si devastano in nome di essa stessa.

Alla supremazia di pochi nei confronti di molti, alla morte, ai genitori non infallibili, ai vuoti di pensiero, alle malattie, al capitalismo, al consumismo, alla deforestazione, a tutte le contraddizioni di questo mondo.

Molto spesso sento mio figlio di 16 anni interrogarsi come ho fatto io alla sua età.

Vorrei dare anche io delle risposte chiare, sembra impossibile ancora oggi, alla mia età, di 44 anni.

Eppure la nostra coscienza esiste la possiamo sentire, davanti ai drammi della vita, dinanzi agli errori, alla freddezza di alcune persone sentiamo di essere diversi.

Non tutti hanno una coscienza, come la intendo io empatica, cioè quella coscienza che ti permette di sentire l’altro come tuo simile, di metterti nelle scarpe di chi ti è di fronte senza giudizio, di provare a percepire il disagio che ci può essere in un altro essere vivente e spesso farcene carico, almeno in quel frangente, sorridere, continuare per la propria vita, sentendo quella piccola crepa davanti alla fragilità.

Questa Coscienza della anche Anima, Daimon, secondo Platone è una sorta di creatura divina preposta a guidarci nella realizzazione piena e nel compimento di ciò che la nostra anima si sceglie prima di venire al mondo e che dimentichiamo nel momento stesso della nostra nascita.

Il Daimon o la parte animica, si manifesta nella vita quotidiana come un’esplosione creativa che induce una forte emozione, una sorta di possessione momentanea.

Come una divinità interiore, egli avanza pretese e tormenta l’essere umano fino a quando questi non accetta di liberarlo.

Per questo molto spesso le persone con spiccate doti artistiche sono più aperte a conoscere la propria coscienza ed empatici verso temi delicati, verso il bene comune, a differenza di chi è pieno di ego e si mette sempre al centro dei propri pensieri con superficialità, dovendo sempre dimostrare di essere più degli altri, ma aimè annaspando nel vento ricercando continui miglioramenti economici di status sociale e bellezza, che in realtà non arriveranno mai a concludersi.

Così quando si dice che la felicità non appartiene agli oggetti e denari accumulati durante la vita, ma a chi realizza sé stesso è proprio inteso questo, cioè chi ritrova la propria coscienza originaria, il talento di vivere secondo natura, ascoltando la propria parte animica, daimon, potrà davvero essere felice.

La felicità è una scelta consapevole, ma non potrà arrivare quando noi lo desideriamo, arriverà sempre al momento che ascoltiamo davvero ciò che abita da sempre dentro di noi, dentro ognuno di noi.

Accettando e non accontentandosi,  tutte le contraddizioni, il male, e il bene, che fanno parte di un corpo unico al quale dobbiamo portare rispetto.

Mi spiego meglio.

Per anni ci tormentiamo dietro amori sbagliati, rapporti che non funzionano, lavori che non ci gratificano, errori e problemi del passato.

Spesso sappiamo benissimo qual è la scelta da fare eppure non prendiamo una decisione, ma dentro di noi abbiamo tutto chiaro.

Abbiamo paura, abbiamo il timore che le nostre certezze, sicurezze cambino e i nostri pilastri mentali si sgretolino come ghiaccio al sole.

Ed è così, forse quel rapporto logoro lo desideriamo, forse in quel momento non siamo ancora pronti.

Quando la nostra anima lo vorrà e solo allora si manifesterà con tutta la sua forza distruggendo i preconcetti, la parte di ego che ci ancora alla paura del giudizio.

Al fare bene, a non scontentare gli altri, dimenticando che tu sei la cosa che devi amare perché gli altri sono tutti nella tua stessa barca, certo con altri problemi, fisime mentali infinite, che gli occhi che ti guardano sono sempre i tuoi nello specchio dell’anima.

Ecco allora la decisione avverrà naturalmente senza ripensamento con naturalezza.

La coscienza è la nostra salvezza, la nostra scialuppa di salvataggio quando siamo in balia delle onde.

Per parlare con lei dobbiamo stare soli e ascoltarci senza nessun parere esterno, nessun giudizio, nel silenzio, nella solitudine, come una nuova nascita, nell’utero materno che ci ha accolto, creato e continua a guidarci.

Siamo vicini alla Pasqua, buona rinascita di coscienza a tutti.

Mara Ercolanoni
© Riproduzione riservata
13/03/2023 12:14:33

Mara Ercolanoni

MARA ERCOLANONI: Nata a Castel del Piano, un piccolo paese nella provincia di Perugia è innamorata della cittadina di Sansepolcro, dove vive con la sua famiglia da ormai 15 anni. Nel 2020 ha pubblicato il suo primo romanzo: "Alla ricerca della Felicità" che racchiude il suo percorso introspettivo e la sua strada verso un’idea di felicità. Ama scrivere da quando aveva 10 anni e crede nella scrittura come forma di terapia. Ha collaborato con la casa editrice Pagine per una raccolta di poesie e con la Onlus la Voce del Cuore con altri percorsi.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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