Opinionisti Alessandro Ruzzi

Arezzo Fiere, io vedo un buio futuro

Perchè i nodi torneranno al pettine

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Dopo una prima parte, qui indico i punti critici o dolenti dei documenti ufficiali, un pò lungo, ma con vere chicche.

Non avendo preso la laurea in economia con i punti del formaggino, debbo saper districarmi in un bilancio depositato, che non mi piace; un bilancio come realizzato per le necessità di legge lascia domande inevase (per esempio qui non esiste divisione per convegnistica o organizzazione fiere o l'affitto spazi). Ho sempre privilegiato l'attività di gestione e consulenza strategica per le quali è indispensabile disporre di analisi più approfondite, tipiche della contabilità industriale qui assenti.

Circa la relazione della amministratrice fiorentina, si è trovata dinanzi alcune sgradevoli operazioni previste o, di fatto, conseguenti a scelte di altri: fra le seconde rientra la trattativa saldo&stralcio sui debiti aziendali, gran parte dei quali riferiti a fornitori locali. Qualcuno doveva chiudere questo capitolo, hanno scelto di farlo fare ad un forestiero. Imprese aretine che attendevano di essere pagate da anni per forniture che qualcun altro aveva approvato (e di seguito capirete qual era il metodo di ArezzoFiere) e che hanno ricevuto una frazione di quanto dovuto da una società a maggioranza pubblica: è come se loro stessi si fossero fatti un dispetto, insopportabile per me pensare che tutti questi sono stati fregati da chi li dovrebbe tutelare; debiti per circa 3.880.000€ sono stati definiti con il pagamento di 1.200.000€, più di due terzi di incassi "fumati".

Ma non ne faccio colpa alla professionista, ha soltanto fatto quello che era non oltre rimandabile, visto che erano entrati denari. Ma in altri casi io avrei fatto diversamente.

La fortissima -72% flessione del fatturato 2020 sul 2019 è dovuta alle difficoltà generate dalla emergenza sanitaria, alla presenza nel precedente esercizio dei ricavi una-tantum del contratto IEG ed alla mancanza degli affitti di strutture e servizi necessarie alle fiere orafe aretine.

Riepilogo i recenti risultati finali:                 

2017                2018                2019                2020

 € -1.749.316,00         € -4.518.428,00          € 274.088                    € 125.042

I corsivi che seguono sono citazioni o sunti coerenti da documenti ufficiali di ArezzoFiere, audizione in Regione maggio scorso o bilancio, cui seguono in grassetto alcune mie riflessioni.

SU UTILE POSTATO, DEBITI FORNITORI (SALDO&STRALCIO) E BANCARI:

•       la diminuzione del 50% dei debiti rispetto all'esercizio precedente deriva da  ingresso di liquidità dalle operazioni straordinarie, da dismissioni di asset e alla transazione a stralcio conseguita su alcune posizioni; alla fine ce l'abbiamo fatta grazie a queste operazioni di sopravvenienze attive; (non mi è chiaro in cosa ce l'hanno fatta: a non chiudere?)

•       c'era questo stato di crisi, esistevano decreti ingiuntivi già notificati alla società (situazione che andava avanti così da anni, l'ufficiale giudiziario era di casa ad AFC);

•       sfruttando quanto previsto dalle norme sono stati sospesi gli ammortamenti dell'esercizio altrimenti il risultato sarebbe stato una perdita di oltre € 425.000 ( AFC dovrà confrontarsi con il loro impatto sui conti quando non saranno più sospesi);

•       ArezzoFiere in questo momento riesce a generare cash flow non negativi, l'unica partita che pesa sul bilancio sono gli ammortamenti, la normativa fiscale non consente di fare ammortamenti per periodi superiori a quella che è la durata della vita utile del bene, cioè ci si trova in fondo all'anno ad avere ammortamenti molto pesanti che si aggirano 6-700.000€, costo che non comporta l'uscita finanziaria, ma incide sul risultato e potrebbe provocare una perdita; quali usciranno i risultati d'esercizio nelle prossime annualità in ragione della rilevante perdita fiscale rinviabile di oltre 4.100.000 € con cui si chiude l'esercizio 2020? (azienda che non produce veri utili colla sua gestione caratteristica)

•       debiti pluriennali in corso con istituti di credito coperti da ipoteche sui beni sociali (sì,  hanno ipotecato casa, nostra) per 6.000.000€: il finanziamento ipotecario di Montepaschi è stato trasformato in mutuo quindicinale per 600.000€ residui mentre concordata moratoria con la Popolare Cortona (fosse successo a qualunque altra azienda privata avrebbe imposto il rientro con tanti saluti);

•       la cessione auditorium ha permesso la definizione del debito di oltre 2.000.000€ con il Comune di Arezzo (l'unico che ha guadagnato col polo fieristico, si è pure tolto di mezzo il vecchio campo scuola, su cui AFC ha pure speso bei soldini);

SULLA GESTIONE:

•       gli eventi erano organizzati senza budget di riferimento e spesso succedeva che gli eventi non portassero a risultati positivi (metodo gestionale raffinato, "alacazzodicane");

•       ora è stato instaurato un sistema di selezione dei fornitori che prevede la richiesta di 3 preventivi (evidentemente fino ad ora compravano a casaccio o peggio andavano avanti con gli amici)

SUL CORE BUSINESS E CESSIONE DELLE FIERE ORAFE:

•       per quanto riguarda la realizzazione degli altri eventi la fiera di riferimento di Arezzo è Agrietour (esticazzi: dopo 35 anni siamo fermi al palo);

•       per fortuna abbiamo fatto la chiusura della cessione della manifestazione orafa altrimenti ad oggi valeva zero, è manifestazione che si svolge ad Arezzo quindi pagano e abbiamo il ricavo dell'affitto della struttura e i servizi accessori; nella valutazione da commercialista, al mio cliente avrei detto: stai attento perché è sufficiente che la fiera di Vicenza venga fissata nel tuo calendario e sei morto; non potendo fare più OroArezzo, AFC sarebbe rimasta da sola e sarebbe rimasta piccola, la regia delle manifestazioni orafe ce l'ha IEG; quindi alla domanda se la società non fosse stata in crisi credo sarebbe stato più difficile far digerire al territorio l'accordo; qualunque cambiamento rispetto alla opzione di acquisto avrebbe portato alla richiesta di risarcimento danni da parte di IEG; (una azienda che va avanti per fortuna forse -forse- non è degna di chiamarsi tale)

•       la questione legata alla raggiungibilità è abbastanza importante sia come centro concorsi sia come centro fiera (un polo fieristico scollegato è un polo morto, oltre il resto);

•       come calendario ArezzoFiere ha potenzialità di incremento e di sviluppo, ha un proprio calendario, non è che non fa proprio nulla; occorre che la gestione venga fatta col conto della serva come ho fatto io, ridotto e razionalizzato tutto, dal richiedere preventivi per la fotocopiatrice risparmiando 100€ ai 5000€ del contratto telefonico, azioni che nelle società partecipate pubbliche devono essere fatte ogni anno, a mio parere; poi se si decide di organizzare un evento a rimessa per i primi 2 anni è decisione che dovranno assumere i soci (gestione e governance: due punti più che dolenti, da sempre; ora poi...);

SUI DIPENDENTI:

•        AFC non era in grado di sostenere 16 dipendenti (nulla cambia ora che sono 11);

•       a gennaio 2020 tre rapporti di lavoro sono stati trasferiti a IEG in seguito alla cessione delle fiere orafe (qualcuno mi ha detto che svolgono lo stesso lavoro di prima dalle stesse scrivanie di prima: immagino si sia sbagliato perché mi sembrerebbe incredibile che al bagno o alla macchinetta del caffè si incontrino persone che lavorano per aziende diverse, in competizione, con fini diversi, probabilmente con stipendi diversi o sicurezza diversa -ricordo che nel 2019 gli stipendi arrivavano in grave ritardo; essendo gli uni clienti degli altri si creerebbe lo spiacevole problema di ruoli oltre a possibili incidenti circa la riservatezza sulle strategie);

•       la cessione dell'auditorium porta a previsione della riduzione di 2 dipendenti colla cessione del ramo d'azienda congressuale (quei vispi di IEG hanno preso solo 3 dipendenti con tutto il ramo d'azienda orafo -stragrande maggioranza dei ricavi di ArezzoFiere: pessima trattativa che si spera di bilanciare scaricando 2 dipendenti al Comune, tanto paghiamo noi; ma un business plan specifico?)

SUL FUTURO, LA DOMANDA SULLA CONTINUITÀ AZIENDALE:

•       realizzata la ristrutturazione finanziaria ci sono da definire tempi e modalità per raggiungere un equilibrio economico strutturale in maniera da ottenere risultati positivi sia dalla gestione caratteristica che nella copertura delle spese di funzionamento che dovranno proseguire il percorso di riduzione e razionalizzazione;

•       è stato ritenuto che non vi siano rischi significativi per continuità aziendale  principalmente sostenuti dalla considerazione che l'ente sarà in grado di conseguire cash flow non negativi;

•       circa la continuità si procederà a ulteriore revisione dei costi, per giungere a cash flow positivo, lavorare sui ricavi per raggiungere una situazione economica sostenibile con revisione dell'attività produttiva per portare avanti solo le attività aventi marginalità certa e misurabile con flussi di ricavi costanti, possibilmente a basso rischio; si terranno in considerazione alcune limitate ipotesi di entrate straordinarie quali la possibile cessione di alcuni residui asset immobiliari non strategici per l'attività aziendale, l'incasso del saldo del trasferimento delle manifestazioni orafe, e le entrate straordinarie conseguenti a contributi per l'emergenza sanitaria;

•       dovranno essere ricercate e inserite nel business plan ulteriori linee di ricavo, a partire dal 2022-23 dovranno essere verificati gli spazi per nuovi appuntamenti fieristico congressuali e dalla ricerca di ricavi accessori dalla gestione di servizi quali parcheggi, ristorazione, logistica e così via.. (attività e ricavi congressuali divengono pertinenza del Comune);

DULCIS IN FUNDO:

•       rimane in essere un contenzioso in materia di diritto del lavoro con professionista esterno che ha avuto incarichi da ArezzoFiere nel periodo 2011-2019 (un altro miracolato -da chi?-, un altro esempio di gestione allegra: avendo già dovuto vedere alcuni anni fa in Comune di Arezzo una vertenza che è costata alla collettività circa € 150.000 di extra costi, posso essere preoccupato?)

Non capisco come possano avere nel 2021 -o in anni successivi- il cash flow (la differenza fra entrate e uscite di cassa) “non negativo” tanto da essere un vero utile così alto da non dover ri-abbattere il capitale sociale; non hanno più niente da vendere tranne qualche locale poco appetibile (una banca ci è già); forse sperano continuare ad affittarci il centro vaccinale, io ho già le mani sui coglioni; non avranno incassi da noleggio di auditorium o salette, ceduti al comune; colle manifestazioni fieristiche esistenti non pagano i dipendenti. Volete che continui?????

Risparmiare non crea incassi, nè utile; manca il business primario ed io vedo un buio futuro.

Lo scatolone AFC sarà una nuova Lebole? Anche lo scambio auditorium-debiti non è stato eccezionale, anni fa la Cciaa Arezzo si fece avanti per l'acquisto a soldi che sarebbe stato meglio per il Comune (incassava il dovuto), AFC (manteneva gestione congressuale) e Cciaa (non lasciava quei soldi in cassa alla nuova Cciaa Siena-Arezzo): è finita che soldi non ne sono passati di mano, il Comune diviene organizzatore di eventi per usare gli spazi, la Cciaa aretina ha avuto una gestione oculata i cui benefici sono andati pel 50% a favore di Siena.

Per l'opera di attenzione su Afc (e sul vecchio Cac), in città c'è chi ha smesso di parlarmi, mentre altri apprezzano; questa lunga riflessione acuirà le reazioni: in tutta la relazione si sogna di fare cose che ora diviene difficile persino immaginare, un futuro incerto e con esso quello delle aziende che si sono impegnate nelle fiere sino a giustificare coi visitatori le evidenti falle.

Viva la continuità? Anche no, se dobbiamo frugarci in tasca.

Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur.

Mentre si chiacchera, il tessuto economico viene espugnato!

Redazione
© Riproduzione riservata
12/11/2021 15:22:30

Alessandro Ruzzi

Aretino doc, ha conseguito tre lauree universitarie in ambito economico-aziendale, con esperienza in decine di Paesi del mondo. Consulente direzionale e perito del Tribunale, attento osservatore del territorio aretino, ha cessato l'attività per motivi di salute, dedicandosi alla scrittura e lavorando gratuitamente per alcune testate giornalistiche nelle vesti di opinionista. alessandroruzzi@saturnonotizie.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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