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Mondo Economia: intervista all'imprenditore Valentino Borghesi

"Sono fiducioso per il 2021, sarà un anno importante per il futuro di tante aziende"

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È fra gli artigiani più apprezzati in assoluto per le scale e i pezzi unici che progetta e realizza. Valentino Borghesi, titolare dell’omonima azienda di Sansepolcro che lavora ferro e metalli trasformandoli in pezzi di arredamento, ha alle spalle uno storico di quasi 40 anni e un pacchetto clienti che va ben oltre i confini di vallata.

Borghesi, quali segni ha lasciato il Covid-19 nella sua azienda?

“A livello di fatturato, abbiamo registrato un 36% in meno. Non abbiamo chiuso l’attività neanche nel periodo del lockdown, ma il lavoro è ripreso con una certa consistenza solo ora; tre i dipendenti che a loro tempo hanno usufruito della cassa integrazione, ma che sono tornati subito a pieno regime. La riapertura dopo il fermo di marzo e aprile è stata contestuale a quella dei negozi, per cui avevamo espletato le consegne fino a quel momento, ma per alcuni esercizi i lavori slittano al 2021”.

Come si può allora definire il 2020 in sede di bilancio per l’attività aziendale?

“Un anno di sostanziale tenuta: siamo riusciti ad andare avanti con le ristrutturazioni, però quello che abbiamo perso a suo tempo non lo riprenderemo più. Il blocco dei due mesi primaverili è stato perciò effettivo e non ha avuto l’effetto di una sospensione, come se insomma vi fosse stato un vuoto”.

Lo stesso effetto esercitato sulle attività artigianali, che hanno indubbiamente accusato il colpo nel periodo del lockdown?

“Per la maggior parte di esse è così; soltanto l’agroalimentare si è salvato: anzi, diciamo che ha pure incrementato il lavoro, mentre altri settori meno “vitali” dell’alimentare hanno dovuto fare i conti con i cali di fatturato, perché sono rimasti fermi. La ripresa c’è stata nel periodo agosto-settembre e si spera ora di non fermarsi più, anche se il mondo che abbiamo davanti non è bello, né si capisce quali reali manovre si stiano facendo in questo momento”.

Quanta fiducia ripone ora nel 2021?

“Tanta, come credo che tutti noi siamo oramai impazienti di chiudere quanto prima l’infelice parentesi del 2020. Il lavoro sta riprendendo, sono diversi i preventivi che ho sul tavolo e anche gli ordinativi. Tutto ben, purchè non ci si blocchi più: se disgraziatamente vi fosse un nuovo fermo, sarebbe finita”.

Lei è anche presidente della società rionale di Porta Romana, grande protagonista da decenni del Natale a Sansepolcro con il suo straordinario presepe, che tuttavia quest’anno non è stato realizzato. Ma la rionale non è stata inattiva. Un modo per dare comunque continuità al vostro operato?

“Abbiamo allestito un piccolo presepe, sempre nella chiesa di Santa Marta e nello spazio solitamente occupato dal grande presepe, per dare comunque un segnale di Natale. Nello stesso locale degli anni passati, lungo via XX Settembre, abbiamo ricreato la casina di Babbo Natale per venire incontro ai bambini e alla loro festa. Per ciò che riguarda il grande presepe, appuntamento per il prossimo anno; avevamo un percorso in entrata e in uscita a Santa Marta che ci avrebbe consentito di fare il presepe, ma alla fine abbiamo preso la decisione di bloccare perché molta gente aveva paura e quindi ci siamo resi conto che non era il caso di rischiare. Se il clima non era quello giusto, meglio limitarsi a ciò che abbiamo fatto e rimandare il tutto al 2021”.

Già, il 2021: sarà l’anno che ci permetterà di sconfiggere il Covid-19?

“Bella domanda! Avere la risposta esatta è come azzeccare un terno al lotto. Credo comunque che con l’uscita del vaccino la situazione andrà pian piano stabilizzandosi. L’attenzione è semmai orientata verso i risvolti economici e anche sociali; sul piano sociale c’è un tessuto che si è rotto e quindi dovremo darci da fare per ricomporlo. Sfide importanti, ma il presupposto di partenza è il pensare positivo, perché il pensare negativo è la cosa peggiore che vi possa essere”.   

Redazione
© Riproduzione riservata
22/12/2020 08:59:57


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