Opinionisti Alessandro Ruzzi

La solita confusione intorno all'inceneritore di San Zeno

Aumentare le quantità trattate non mi pare una grande idea

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Grazie a pochi che la richiesta di aumento delle lavorazioni da effettuare presso l'inceneritore di San Zeno comincia ad avere notorietà e rilievo pubblico.
Anche io resto piuttosto perplesso dalla richiesta di aumentare le quantità da sottoporre ad incenerimento passando da 45.000 a 75.000 tonnellate in 1 anno.
Perché questa richiesta inoltrata alla regione Toscana fa a cazzotti, come già detto in passato, con l'obiettivo di una differenziata pari al 70% del totale del rifiuto raccolto.
Perché nelle varie occasioni in cui le istituzioni pubbliche locali entrano nel tema ribadiscono come la società che tratta rifiuti in provincia, AisaImpianti, è società pubblica: peccato che si muova come una privata al pari di Estra, pubblica per giobbe.
Perché non capisco perché la riduzione del 50% delle emissioni inquinanti debba associarsi ad un aumento delle quantità da bruciare (quindi saremo ove ora, allora si può rimanere dove siamo, anzi ridurre le emissioni sulle quantità odierne).
Perché i dubbi che mi attanagliavano dai tempi in cui questa società era presieduta da Boncompagni (l'ingegner Antonio, già vicepresidente della Provincia che preferì dimettersi allorquando i problemi delle società di Mancini cominciarono a lambire le istituzioni locali, da sempre molto legato a Lucia de' Robertis -esponente della Margherita attualmente vicepresidente del consiglio regionale-, ora organico ad aziende del settore della salute ambito nel quale il medico aretino Tenti -quello del centro chirurgico toscano- è uno degli esponenti di rilievo) non sono risolti con il passaggio alla nuova governance politica seguita alla vittoria della destra al Comune di Arezzo: il business dei rifiuti pare essere la principale fonte di rifiuti di denari per l'amministrazione comunale e mi pare che interessi finanziari soverchino, e di molto, interessi futuri della comunità.
Nei 4 anni di governo Ghinelli non ho percepito una linea univoca sulle politiche di gestione dei rifiuti (le parti di città che sono state sottoposte nel tempo al recupero della frazione organica hanno visto tutto ed il suo contrario, certo anche grazie al casino che pervade da sempre la società che si occupa di spazzamento e trasporto dei rifiuti, la famigerata 6Toscana), e con un certo stupore ho letto del miracoloso 70% di differenziata raccolto nella zona giotto dove sono stati messi numerosi nuovi cassonetti mirabolanti.
Seguendo l'esempio di Giulio Andreotti -a pensare male si fa peccato ma spesso ci si chiappa-, sono andato a cercare le cifre che giustificano questo entusiasmo e non avendo trovato nessuna indicazione delle quantità raccolte in quella zona (volevo confrontare le quantità raccolte prima e adesso cogli attuali cassonetti mirabolanti), mi viene il dubbio che il grosso della spazzatura del quartiere vada altrove (sarà noto ai lettori che i nuovi cassonetti da comandare con la tessera accettano soltanto sacchetti minuscoli); insomma negli attuali cassonetti finisce una frazione della spazzatura odierna ed è così facile vantare quel propagandato 70% di differenziata, ma sottolineo il dato della nostra città che fa fatica a raggiungere lo storico 40% di differenziata anche nel 2017.
Viene anche a me il dubbio che questo aumento delle quantità da incenerire serva in verità a soddisfare i bisogni di altre zone del territorio italiano, aumento che si trasformerebbe in maggiori ricavi per la società proprietaria dell'inceneritore (scusa Giacomo se continuo a chiamarlo con il termine sbagliato, ormai non è neanche giusto chiamarlo termovalorizzatore, va chiamato R1 impianto recupero integrale di energia) e che quindi finirebbe nelle tasche dei soci di AisaImpianti fra i quali il Comune di Arezzo fa la parte del leone.
Mi metto a ridere quando l'attuale sindaco di Arezzo dice che non c'è interesse a creare dividendi: il sindaco del cambiamento vinse le elezioni rimarcando la sua discontinuità rispetto ai precedenti amministratori, a me pare che invece sia tale e quale a Fanfani.
Perché bisogna sottolineare che la zona che va da San Zeno a Civitella è un susseguirsi di impianti con emissioni significative, molta gente che ci vive e lavora ha pienamente diritto di lamentarsi specialmente se sta attenta all'ambiente, ma dalla finestra vede la ciminiera dell'inceneritore e della Chimet e le vampate rosa-verdi di altri.
Sviluppo economico ed ambiente sono da anni in situazione contrapposta, il primo non può sussistere a discarico del secondo: ma ad Arezzo si mette traverso anche il Comune perché così vuole aumentare le proprie disponibilità finanziarie per poi destinarle ad iniziative strumentalmente politico elettorali. Da quando purtroppo Ghinelli ha vinto le elezioni, alcuni dei suoi assessori e alcuni dirigenti fanno quello che gli pare e piace mentre lui pare decisamente orientato a procurarsi una candidatura di prestigio: Arezzo affonda insieme alla sua economia. Affibbio il dovuto carico di responsabilità a quel partito democratico che in gran parte sta all'opposizione come foglie sugli alberi di autunno. A tremare e aspettare la ventata fatale, insieme ai grillini.

Redazione
© Riproduzione riservata
06/03/2019 12:28:42

Alessandro Ruzzi

Aretino doc, ha conseguito tre lauree universitarie in ambito economico-aziendale, con esperienza in decine di Paesi del mondo. Consulente direzionale e perito del Tribunale, attento osservatore del territorio aretino, ha cessato l'attività per motivi di salute, dedicandosi alla scrittura e lavorando gratuitamente per alcune testate giornalistiche nelle vesti di opinionista. alessandroruzzi@saturnonotizie.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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