Opinionisti Daniele Bistoni

I cafoni del campeggio...

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Fin da ragazzo nel mio tempo libero vivo la vacanza in plein air, una passione che sono riuscito a condividere con la mia compagna di vita e conseguentemente con i figli. Il rispetto delle regole e del buon vivere civile sono, a mio parere, due principi base della vita sociale ed in comune. Questi due principi valgono ancora di più nella vita di campeggio dove gli spazi sono ridotti ed a stretto contatto con il vicino che di volta in volta ci si trova accanto. Mi ricordo i comportamenti  educati e cordiali che intercorrevano fra gli occupanti delle piazzole, la condivisione delle esperienze nel montare tende o piazzare caravans; la solidarietà al momento dell'arrivo, tutti subito pronti ad aiutare ed agevolare il nuovo arrivato. Il mattino di buonora, dopo aver fatto colazione, equipaggiati di tutto punto (teli da bagno, sdraie e ombrelloni) si andava in spiaggia e ci si stendeva al sole in attesa del bagno ristoratore che doveva essere almeno due ore dopo il pasto. Verso le dieci e mezza, al massimo le undici, con l'aumento della temperatura andavamo a fare il bagno rinfrescante per poi fare un piccolo spuntino. Alla mezza rientravamo in campeggio e dopo aver fatto una bella doccia eravamo pronti ad andare a pranzo. Dalle 14 alle 16 la pennichella pomeridiana chiamata l'ora del silenzio e che tutti rispettavano rigorosamente. Quindi dopo il riposino di nuovo in spiaggia per bagno di sole e d'acqua. La sera, dopo aver cenato, ci si ritrovava presso l'uno o l'altro vicino al lume della lampada a gas gustando dolci, bevande tipiche dei territori di provenienza o del luogo dove si soggiornava. Era d'obbligo mettersi una tuta da ginnastica leggermente felpata perché: "La sera al mare cala l'umidità".

Chi sceglieva questo tipo di vacanza non lo faceva per motivi di risparmio (oggi si direbbe vacanza low cost), ma per la passione di vivere all'aria aperta, senza orari ed etichette particolari, a contato diretto con la natura. Il piacere di passeggiare a piedi nudi e sentire il calore o il fresco della terra sulla pelle.

I campeggi, al contrario dei tempi odierni, ospitavano pochi stagionali, concedevano molti più spazi ai temporanei viaggianti, ma la sete di incassi certi ha portato sempre più i gestori ad affittare ampie zone agli "stanziali" i quali si sentono "padroni" di poter agire come meglio credono in barba a quelle regole del buon vivere civile tanto care a questo tipo di vita. Stagionali che vivono durante l'anno ad una distanza ragionevolmente breve dal mare che permette loro di "sbarcare" ogni fine settimana sulle coste. Sbracamenti all'insegna della maleducazione totale. Urla, televisioni ad alto volume, raduni con grigliate fumanti che riempiono le piazzole di una fitta coltre nebulosa carica degli odori più disparati. I bambini sciolti come cavalli selvatici allo stato brado, scorrazzano con le loro bici mettendo a repentaglio l'incolumità di chiunque gli si pari davanti. Attraversano l'interno delle piazzole altrui senza nemmeno chiedere permesso o semplicemente accennare anche ad un saluto.

Poi c'è la categoria dei camperisti. La vacanza in camper, sempre secondo me, dovrebbe essere una  vacanza in continuo movimento con un mezzo autosufficiente che permette di vivere all'aria aperta si, ma senza essere costretti a soggiornare all'interno di un campeggio. Vero è che un tipo di vacanza come questa potrebbe presentare dei rischi al di fuori di aree controllate come i camping, ma esistono a tale scopo le aree di sosta camper, le quali, tra l'altro, non sono accessibili alle roulotte, e predisposte proprio per i veicoli ricreazionali a motore. Molti dei camperisti sono improvvisati. Noleggiano un mezzo e poi partono alla volta della meta prefissata senza la minima esperienza in materia di vita all'aperto. Arrivati nell'area camping si comportano come se fossero soli in mezzo al deserto pensando che tutto gli sia permesso.

Vogliamo poi parlare dei luoghi adibiti a servizi comuni? Beh in questi luoghi abbiamo la massima espressione degli istinti primordiali dell'essere... umano? Per entrare in sicurezza nei bagni occorrerebbe indossare uno scafandro, docce con all'interno ogni ben di dio (flaconi di shampoo e/o bagno schiuma vuoti; carte di saponette, cottonfioc, fazzolettini e chi più ne ha, più ne metta); lavatoi per i piatti trasformati in contenitori di rifiuti per l'umido, avanzi di cibo, scarti di ripulitura di verdure, frutta e schiuma di detersivo. Sempre più rari coloro i quali che, dopo il lavaggio,  provvedono a sciacquare e ripulire il tutto. Sparsi per il campeggio si trovano rifiuti tipo carte di merendine, pacchetti di sigarette, cewingum. Laddove si accettano gli animali domestici, grazie alla lungimiranza ed apertura di talune direzioni, assistiamo alla maleducazione ed ignoranza di alcuni proprietari degli amici a quattro zampe, che non raccolgono i loro escrementi con disappunto di chi, torno a ripetere, rispetta le regole.

Fortunatamente ancora si trovano veri amanti del vivere a contatto con la natura rispettandola e rispettando gli altri che vogliono vivere appieno tale esperienza. D'altronde la buona educazione se nessuno te la insegna è molto difficile acquisirla.

Redazione
© Riproduzione riservata
29/06/2016 10:21:15

Daniele Bistoni

Dipendente pubblico amministrativo. Esperienza nel campo della comunicazione pubblica, ha collaborato scrivendo articoli per una testa locale per circa tre anni. Una lunga collaborazione come responsabile del Museo Storico Scientifico del Tabacco di San Giustino, dalla nascita nel 2004 fino al 2014. Appassionato delle tradizioni della Valtiberina, di cucina locale e di sigari Toscani e nazionali. Molto legato alla storia della ex Repubblica di Cospaia tanto da ripristinare nel 2009, sotto l'indirizzo della Fondazione per il Museo Storico Scientifico del Tabacco ed il Comune di San Giustino, la tradizionale festa rievocativa che ad oggi prosegue grazie alla Proloco specifica.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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