Città di Castello: rimandato a casa con una lacerazione all’uretra, anziano muore dopo tre giorni

La Asl Umbria condannata a risarcire la famiglia con 900mila euro
Il fatto di cronaca era avvenuto all'ospedale di Città di Castello, quando un uomo di 75 anni era morto. L'uomo era stato sottoposto, il 10 novembre del 2011, con successo, a un intervento di uretrotomia endoscopica, presso l’ospedale tifernate. Una volta dimesso gli veniva prescritto di sottoporsi a un ciclo di dieci dilatazioni uretrali, da effettuarsi presso lo stesso nosocomio. Il 75enne si sottoponeva agli interventi prescritti, ma giunto al nono appuntamento, il 27 dicembre 2011, si verificava un incidente che come conseguenza aveva la morte del paziente. La ricostruzione dei fatti, con perizie e indagini, nel corso di quella seduta di cure, il personale medico avrebbe sbagliato la manovra di dilatazione, lacerando l’uretra del paziente e provocando un abbondante sanguinamento. L’operatore sanitario si sarebbe accorto di quanto avvenuto e de sanguinamento, ma avrebbe solo sospeso la manovra e rimandato il paziente a casa, con mezzi propri, senza provvedere al ricovero e al monitoraggio della situazione. Giunto alla propria abitazione a Perugia, però, il paziente accusava fortissimi dolori, impossibilità ad urinare, con perdita di conoscenza e poi insorgeva uno stato di coma. Il paziente veniva trasferito in urgenza presso l'ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, dove veniva ricoverato con la diagnosi di "cho settico in corso di urosepsi in paziente con stenosi uretrale” che portava alla morte dell’uomo dopo tre giorni, il 30 dicembre dopo il trasferimento in gravissime condizioni presso il Reparto di rianimazione. I familiari chiedevano all’ospedale di Città di Castello le cartelle cliniche o i diari infermeristici, come di conoscere la qualifica e il nome del soggetto operatore, ma tutto inutilmente. Richieste rimaste inevase anche davanti al giudice civile del Tribunale di Perugia. Il coniuge, i figli e i nipoti della vittima citavano in giudizio il nosocomio per la condanna al risarcimento dei danni sia iure hereditatis sia iure proprio. Il Tribunale di Perugia con sentenza del 28 giugno 2023 condannava la Asl Umbria n. 1 “per incongrua e negligente esecuzione nella nona dilatazione uretrale…” al risarcimento del danno non patrimoniale iure proprio e iure hereditatis per una somma complessiva di circa 900.000 euro. Sentenza che ha trovato conferma presso la Corte di appello di Perugia.
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