Nessuna sorpresa: respinta la mozione di sfiducia contro la von der Leyen

La mozione del conservatore Piperea incassa 360 voti contrari, 175 sì e 18 astenuti
Nessuna sorpresa al Parlamento europeo: è stata respinta la mozione di sfiducia contro la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Su 553 votanti, 175 hanno votato a favore, 360 contro e 18 si sono astenuti. La mozione era stata presentata dal conservatore romeno Gheorghe Piperea e avrebbe dovuto incassare 360 voti a favore e i due terzi dei voti espressi. Nel mirino del membro dell’Ecr la scarsa trasparenza nelle trattative per l’acquisto dei vaccini contro il Covid, l’uso improprio dei trattati europei per promuovere il piano di riarmo europeo e l’interferenza nei processi elettorali di alcuni Stati membri, tra cui Romania e Germania.
Le forze di maggioranza hanno ribadito il sostegno alla von der Leyen, ma non mancano i motivi di tensione. Se il Ppe s'è mostrato compatto al fianco della leader del governo europeo, i socialisti e liberali hanno espresso criticismo, rinviando qualsivoglia discorso al Discorso sullo stato dell'Unione a settembre e poi nell'approvazione del bilancio pluriennale. Ribadendo di non voler sposare un'iniziativa di destra, il gruppo S&D ha annunciato fedeltà al cordone sanitario: "Tuttavia, il nostro voto non significa che non siamo critici nei confronti della Commissione europea. I recenti spostamenti di von der Leyen verso promesse di estrema destra sono un grave motivo di allarme per il nostro Gruppo" le parole della leader Iratxe García, che ha invocato chiari segnali di impegno per la giustizia sociale e la transizione verde.
Sulla stessa lunghezza d'onda il gruppo Renew Europe. No a crisi e no a sabotaggi, ma non si tratta di un assegno in bianco per la Commissione. "La Presidente von der Leyen deve ora mantenere la sua promessa e ripristinare la fiducia nei gruppi parlamentari che l'hanno eletta. Una maggioranza funzionante non può essere data per scontata: deve essere conquistata attraverso il dialogo, la cooperazione e il rispetto" le parole della presidente Valérie Hayer. A partire dal prossimo discorso sullo stato dell'Unione, la von der Leyen dovrà cambiare passo nello stile di leadership, dall'unilateralismo al partenariato, e riaffermare la forza del centro europeista che ha prodotto risultati durante il primo mandato. Non sono mancate le stoccate al Ppe, reo di schierarsi con la destra.
Anche Terry Reintke, Presidente del Gruppo Verdi/ALE, non ha lesinato giudizi negativi sull'operato dell'ex ministra della Difesa di Berlino: "Vi sono numerose ragioni per criticare la direzione della Commissione e abbiamo bisogno di segnali seri e credibili che il Berlaymont sia disposto a cambiare marcia in vista del discorso sullo Stato dell'Unione di settembre. Continueremo a essere una voce costruttiva e critica in uno spazio politico frammentato e in una situazione di instabilità sempre crescente. Siamo pronti a costruire maggioranze filoeuropee, ma non ci lasceremo ingannare dal PPE nel suo disperato programma di deregolamentazione e nel suo desiderio di formare sistematicamente maggioranze antieuropee con l'estrema destra".
Tornando ai conservatori, le delegazioni di Fratelli d’Italia e della maggioranza del gruppo Ecr non hanno partecipato alla votazione. In una nota congiunta, i capi delegazione - tra cui Carlo Fidanza per FdI e i rappresentanti di Repubblica Ceca, Spagna, Lituania, Bulgaria e Lettonia - hanno motivato così l’assenza: "Il voto odierno non è la nostra battaglia".
Per quanto concerne gli partiti italiani, Forza Italia e Partito Democratico hanno votato contro la mozione. "Sì", invece, da Lega e Movimento 5 Stelle. Assenti gli eurodeputati di alleanza Verdi-Sinistra.
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