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Netanyahu sempre più isolato: la rivolta dei generali

Chi è Zamir che si oppone all'occupazione di Gaza

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C'è un piano israeliano per l'occupazione definitiva di Gaza. Lo hanno rivelato alcuni giorni fa i media locali ed è per questo motivo che il governo di estrema destra di Benjamin Netanyahu e il capo dell'esercito di Tel Aviv (Idf), Eyal Zamirsi stanno scontrando da giorni. Secondo quanto sostengono gli organi di informazione, il piano, non ancora approvato in via definitiva, per il militare sarebbe troppo rischioso. Sia per gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, ma comunque rischioso in generale, anche per le stese truppe. L'occupazione totale di Gaza, paventata anche dai ministri più estremisti del governo, sta compattando la parte di società schierata contro Netanyahu per come sta conducendo la guerra. 

Il premier è già stato soprannominato "guerra infinita" per questa sua politica bellica che sembra non vedere una fine. E le posizioni di Zamir, ma anche di molti altri generali dell'Idf, rappresentano ora un elemento destabilizzante in più per Bibi che lo aveva scelto personalmente sei mesi fa per la sua lealtà, nell'ambito di una operazione mirante ad avere persone fidate nei posti strategici. Ma oggi i fatti dicono che il vento a favore del governo sta cambiando. Anche il leader dell'opposizione, Yair Lapid, ha fatto sapere di aver "detto al premier Netanyahu che occupare Gaza è una pessima idea, non si intraprende un'azione del genere se non si ha la maggioranza della popolazione alle spalle. Il popolo di Israele non è interessato a questa guerra. Pagheremo un prezzo troppo alto", ha precisato. 

Intanto il massacro dei palestinesi della Striscia va avanti. Mentre continuano le operazioni belliche in varie parti di Gaza, non cessa la conta dei civili uccisi mentre, stremati, cercano di raggiungere i centri di distribuzione. E nemmeno quella dei bambini morti per le conseguenze della malnutrizione e della carestia generata da Israele nella Striscia. La crudele mattanza, nonostante le proteste che ormai giungono da tutto il mondo, non si ferma. Anche l'Onu diffida Israele da procedere con i suoi intenti di occupazione totale e lancia il suo monito: "L'operazione avrebbe conseguenze catastrofiche". 

Un altro generale: "Israele controlla già la Striscia ma non vuole il cambio"

Ma anche altri generali si schierano contro le operazioni del governo di Netanyahu. Israel Ziv, maggiore generale in carica ed ex capo della direzione delle operazioni dell’Idf, esprime frustrazione per il modo in cui Israele sta conducendo le operazioni a Gaza. "La Striscia di Gaza è già occupata", ha detto Ziv. "È stata occupata diverse volte. Abbiamo occupato ogni luogo quattro o cinque volte finora... Abbiamo creato le condizioni per un cambio di governo dopo un’operazione militare. Per bonificare la palude, non per dare la caccia alle zanzare. Non ho mai sentito di un esercito vittorioso che dia la caccia a ogni singolo terrorista o arma. A questo punto, non si tratta di un’operazione militare. È politica senza logica militare".

"Siamo andati in guerra per creare le condizioni per apportare cambiamenti nella Striscia e quelle condizioni sono state create. Hamas non controlla la Striscia. È in clandestinità. Non combatte; non ha i mezzi per opporre resistenza. Il suo intero sistema militare e governativo è stato completamente smantellato”, aggiunge, elencando due possibili opzioni su chi dovrebbe governare Gaza dopo Hamas: “La prima opzione è l’Autorità Nazionale Palestinese, che rappresenterebbe la più grande sconfitta di Hamas. La seconda rientra nel piano egiziano per un governo tecnico per i prossimi cinque anni. Gli egiziani sono pronti a contribuire alla sua creazione e ad addestrare agenti di polizia non appartenenti ad Hamas”. Ad ogni modo, se la situazione lo richiedesse, l’Idf potrebbe intervenire.

Cosa contesta Zamir

Per il generale Zamir oltre l'insicurezza nella quale si gettano le persone ancora nelle mani del gruppo estremista palestinese - se ne contano almeno 20 ancora in vita - c'è anche la questione del servizio militare obbligatorio esteso anche agli ultraortodossi. I quali erano esentati dall'obbligo fino a che la Corte costituzionale non ha cassato il beneficio. Da allora lo scontro si è acceso e Bibi sta rimandando il provvedimento il più possibile, per paura che i partiti ultraortodossi che sostengono il suo governo lo abban donino.

Zamir è a favore della coscrizione obbligatoria per tutti, ultraortodossi compresi. Ma a preoccupare il generale è soprattutto la sorte degli ostaggi che con la dichiarazione di occupazione totale potrebbero decidere di ucciderli, e che l’occupazione militare di aree densamente popolate potrebbe causare perdite ingenti anche tra i soldati israeliani. Zamir sarebbe altresì a favore di operazioni più mirate e all'accerchiamento dei luoghi dove è stata spinta la popolazione. E' il giornale Ynet a scrivere che la risposta arrivata da fonti del governo è che "se Zamir non è d'accordo si può dimettere". 

Ai ferri corti mai come ora. Zamir è l'estensore del piano per la ripresa delle operazioni belliche dopo la tregua di due mesi, nel marzo di questo anno, e la sua carriera va avanti da quando aveva 14 anni. Oggi ne ha 59 e nel suo curriculum si leggono impegni militari in Libano ma soprattutto a Gaza. 

Notizia tratta da tiscali.it
© Riproduzione riservata
06/08/2025 20:22:54


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