Badia del Vento: Le Associazioni richiamano l’Assessore all’Ambiente Monia Monni

Recente avvistamento di una coppia di Aquile reali
Gentilissima Monia Monni,
ci rivolgiamo a Lei pubblicamente, con preoccupazione e senso di responsabilità, perché quanto sta accadendo nei crinali dell’Alta Valmarecchia – in particolare nell’area di Rofelle, nel Comune di Badia Tedalda – non può più essere ignorato.
Il progetto di impianto eolico industriale denominato Badia del Vento minaccia un ecosistema montano straordinario, già noto per la sua biodiversità e ora ancor più sotto osservazione dopo l’avvistamento – il 19 maggio scorso – di una coppia di aquile reali in volo proprio nell’area interessata dal progetto (Link al video https://youtu.be/IY2Y_z6Dzvs?feature=shared). Non si tratta di un evento isolato: osservazioni documentate di aquile e altri rapaci veleggiatori in questa zona (Rofelle e Fresciano) si susseguono da tempo e sono state puntualmente comunicate agli uffici competenti della Regione Toscana durante l’iter autorizzativo.
L’aquila reale, specie protetta e prioritaria ai sensi delle Direttive europee, trova in questi crinali un habitat ideale per alimentarsi e volare, sfruttando le correnti ascensionali. L’introduzione di turbine eoliche in questi ambienti comporta rischi concreti e documentati: la collisione con le pale – che ruotano a velocità periferiche elevatissime– è una delle principali cause di morte per questi animali. Una mortalità additiva che può compromettere la sopravvivenza dell’intera popolazione di quest’area appenninica, come dimostrato da diversi studi.
A nulla valgono, in casi come questo, i sofisticati sistemi di mitigazione o le promesse di compensazione ambientale presentate dal Proponente. Lo dimostrano le osservazioni tecniche puntuali e motivate trasmesse da Associazioni come ALTURA, LIPU e WWF sezioni di Forlì-Cesena e Rimini, nonché i pareri espressi da enti autorevoli come la Regione Emilia-Romagna e il Parco Interregionale del Sasso Simone e Simoncello.
Non possiamo poi tacere di fronte a dichiarazioni come quelle rese dal Sindaco di Badia Tedalda, Alberto Santucci, durante una seduta della Conferenza dei Servizi:
«Cos’è più importante: salvare un’aquila? (ammesso che ci sia e che possa essere “turbata dalle turbine”); cos’è più importante: salvare un nucleo di orchidee selvatiche, salvare il granchio di fiume, mantenere intatta la sagoma di un crinale, oppure salvare la vita alla morente comunità di Badia? (…)»
Noi rispondiamo: ambiente e comunità non sono in conflitto, ma interdipendenti. Distruggere il primo non salverà la seconda. L’identità e il futuro dei territori montani si giocano sulla loro capacità di custodire la natura, non di sacrificarla in nome di un'industrializzazione cieca, soprattutto quando esistono alternative energetiche più sostenibili e meno impattanti.
Per questo, Le chiediamo un atto di responsabilità politica, amministrativa e morale, anche nel rispetto delle comunità romagnole: la bocciatura del progetto “Badia del Vento”.
Ogni altra decisione sarà una ferita non solo alla natura, ma alla credibilità delle istituzioni e all’impegno della Toscana verso la tutela dell’ambiente e dei territori, anche oltre le linee di confine.
Con rispetto, fermezza e fiducia nel Suo senso istituzionale, porgiamo i migliori saluti.
Altura, LIPU e WWF sezioni di Forlì-Cesena e Rimini
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