Il professore di San Giustino arrestato per spaccio tagliava la droga con un lassativo

I messaggi in codice su Whatsapp per l'acquisto della cocaina
I carabinieri di Città di Castello hanno sequestrato nel garage dell’appartamento di San Giustino in cui "trafficava" il professore di matematica delle scuole medie 52enne arrestato nei giorni scorsi con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, un bilancino di precisione, carta stagnola, buste di plastica già tagliate per il confezionamento della cocaina, un etto di di Portolac, una scatola di tabacco, 200 euro e un cellulare. Cinque le persone chiamate in causa nelle carte del pubblico ministero: c’è chi riferisce di rifornimenti datati nel tempo e con cadenze puntuali e ripetute. Il professore ha confessato di vendere la cocaina: sono un consumatore, la compro, la taglio con il Portolac (un lassativo), preparo le dosi e le consegno agli amici che mi contattano al telefono. Svelate le modalità degli accordi: l’acquirente scattava una foto nera su Whatsapp, una di quelle che si cancellano dopo la visualizzazione, allegata ad un messaggino di testo. Storie nere legate a problemi personali che avevano fatto aumentare le cessioni fino a quattro volte alla settimana, consegne che spesso avvenivano a casa del professore. Il giudice ha messo insieme gli elementi dell’accusa concludendo che tra settembre 2021 e gennaio 2025 sono almeno un’ottantina le cessioni agli assuntori riforniti con una certa stabilità.
Foto di repertorio
Commenta per primo.