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Luigi Monti: "Volo da sempre, ma ora lo faccio in maniera acrobatica"

Nei prossimi mesi sarà impegnato nel Campionato Italiano di Acrobazia

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La voglia di volare si è sempre nascosta nel dna dell’uomo, tanto da considerarla una vera e propria sfida. Imitare quello che un uccello fa praticamente in maniera del tutto naturale. Volare sì, ma farlo in maniera acrobatica è qualcosa del tutto inusuale. Una sfida contro la gravità, tutto è possibile ma il brivido è sicuramente più accentuato. E un pilota di questo tipo lo abbiamo anche in Valtiberina, esattamente a Sansepolcro: si tratta di Luigi Monti, classe 1983, che nei prossimi mesi sarà impegnato nel Campionato Italiano di Acrobazia. Ovvero eseguire in volo una serie di “figure”, così vengono chiamate in gergo: velocità, adrenalina, con la testa sottosopra ed il sangue freddo di dire ‘ce l’ho fatta’.

“La passione per il volo nasce dal nome che porto. È lo stesso di mio nonno: Luigi Monti che è stato un asso dell’Aeronautica Militare. Ha comandato il 4° Stormo oggi con base a Grosseto, seppure a quel tempo era a Gorizia in Friuli Venezia Giulia. Sono nato, quindi, in una casa dove modellini di aereo e foto dell’aviazione erano un po’ all’ordine del giorno. Nella sua lunga carriera mio nonno è stato impegnato sia nella guerra di Spagna che nella Seconda Guerra Mondiale, compiendo anche una missione speciale nel nord Italia per conto degli inglesi, prima di congedarsi per dedicarsi interamente alla famiglia e all’attività agricola. Credo, ma non voglio peccare affatto di presunzione, che tutti in qualche modo si è attratti dagli aerei: nella famiglia Monti, però, è saltata una generazione poiché mio padre non si è mai interessato al volo. Il 1° maggio del 2006 all’aviosuperficie di Palazzolo, a Sansepolcro, venne inaugurata la sezione dell’Arma Aeronautica il cui nucleo biturgense è stato intitolato proprio a mio nonno. In quell’occasione venne anche l’allora Capo di Stato Maggiore Generale Leonardo Tricarico e nella stessa giornata, Andrea Pichi Graziani titolare dell’aviosuperficie, mi portò a fare un giro. Fino a quel momento non ero neppure mai montato in un aereo di linea. Appena sceso la prima cosa che ho detto ai miei genitori, tornato a casa, è stata ‘io devo assolutamente volare’ perché è stata un’esperienza incredibile. Così è stato. Sempre in quel periodo proprio a Sansepolcro organizzarono il primo corso di volo per pilotare gli ultraleggeri. Avendolo vicino a casa, ne ho subito approfittato, seppure ben presto mi sono reso conto che non mi bastava. Cercavo sempre quello scalino in più e oltretutto c’erano anche delle problematiche poiché, per quello che avevo in mente l’ultraleggero non sarebbe bastato. A quel punto ho deciso di iniziare a Perugia il corso per conseguire il PPL, acronimo che sta ad indicare la licenza di pilota privato, mentre fino a quel momento si parlava solamente di attestato ultraleggero; il PPL è invece a tutti gli effetti una Licenza Aeronautica sotto la regolamentazione di ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile). Il corso dura mediamente un anno ed è composto da 45 ore di volo e 120 ore di teoria, al termine delle quali c’è un esame teorico ed uno pratico. A questo punto l’unica limitazione è quella che è possibile pilotare aerei monomotore a pistoni, dopodiché è possibile conseguire tutta una serie di abilitazioni per poter salire ulteriormente di grado e tra queste c’è anche quella acrobatica.

DAL VOLO… ALL’ACROBAZIA

“Un po’ come volare in generale, anche il volo acrobatico era un pallino sempre avuto in testa per questo decisi di ‘abbandonare’ gli ultraleggeri. È sufficiente osservare la pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori per rimanerne affascinati. C’era quel chiodo, ma è sempre rimasto da parte poiché è una cosa abbastanza impegnativa raggiungere l’abilitazione sia in termini di tempo che di studio, ma anche economici. Quelli acrobatici, sono aerei completamente differenti dai soliti Cessna o Piper che siamo abituati a vedere negli AeroClub e nei campi di volo, con caratteristiche di volo, prestazioni e consumi decisamente più importanti. Sta di fatto che per una serie di circostanze mi sono fatto coraggio e nel 2015 ho iniziato a fare acrobazia alla Scuola di volo Asso Fly di Ravenna con Eva Montori e Tomaso Marzetti, uno degli istruttori ‘Acro’ più conosciuti e titolati in Italia. La prima parte del corso si svolge chiaramente con l’istruttore a bordo che ti mostra le varie figure da eseguire, dapprima singolarmente, poi “legandole” l’una all’altra per creare una sequenza. Ottenuta l’abilitazione mi sono poi spostato a Lugo di Romagna, nell’aeroporto intitolato a Francesco Baracca, poiché lì era possibile noleggiare l’aereo per partecipare alle gare. Coincidenza, poi, è stata che il loro simbolo è il Cavallino Rampante, lo stesso del 4° Stormo che comandava mio nonno. Qua mi hanno dato la possibilità di volare con l’aereo Extra 200 che con un motore da 200 cavalli, un peso di 700 kg e l’elica a passo variabile, lo rendono uno dei mezzi più famosi ed utilizzati per l’acrobazia aerea, ha inoltre un limite strutturale di +10/-10 G che tradotto in pratica è l'accelerazione di gravità massima che l’aereo può sopportare. Quando sei in volo ed effettui una figura, subisci infatti delle accelerazioni di gravità che per la categoria nella quale volo, possono raggiungere i + 6/-3 G il che significa che il tuo peso apparente aumenta di 6 volte, di conseguenza aumenta anche il semplice sforzo che devi fare per muovere la testa o il braccio e a seconda delle manovre che si eseguono, il pilota subisce delle accelerazioni positive o negative tanto più forti quanto più la figura è complessa”. Ma in cosa consiste il volo acrobatico? “Nel dover fare a livello di gare una serie di figure all’interno di un cubo che misura un chilometro per lato; quest’area si chiama ‘box acrobatico’. Ogni anno viene stabilita dall’Aero Club d’Italia, una sequenza di 11 figure da eseguire in volo e rappresentata schematicamente dal ‘Codice Aresti’, il volo di gara dura circa 3 minuti e viene volato ad una quota compresa tra i 1500 ed i 3000 piedi (circa 450 e 1000 metri) e ad una velocità compresa tra i 100 ed i 300 Km/h. Ognuna di queste figure ha un K che sarebbe il coefficiente di difficoltà, i giudici posizionati a terra, assegnano un voto compreso tra 1 e 10 ad ogni figura volata, che viene poi moltiplicato per il coefficiente di difficoltà K. La somma di tutto stabilisce poi la classifica finale. Possono anche essere assegnate delle penalità come l’uscita dal ‘box acrobatico’, seppure la sequenza può essere interrotta e ripresa per vari fattori: in quel caso è sufficiente fare il ‘Wing Rock’ cioè sbattere le ali per comunicare ai giudici l’interruzione temporanea della sequenza di gara. Una volta all’anno, nella scuola dove ho preso l’abilitazione al volo acrobatico, l’Asso Fly di Ravenna, veniva organizzata una piccola gara goliardica tra i vari piloti che terminava sempre a suon di birra e salsicce. Vedevo che la competizione mi dava particolarmente gusto, e forse ero anche un po’ portato poiché un paio di volte l’ho anche vinta. A quel punto mi son detto, ‘chissà come sarà confrontarsi con gli altri piloti che partecipano al campionato italiano?’. Di fatto è iniziata la necessità di andare avanti ed il volo, in generale, ti porta a questo. È quindi iniziato un nuovo percorso con il Gruppo Volo Acrobatico dell’Aeroclub di Lugo di Romagna insieme a Francesco Fullin conosciuto anche dal pubblico per aver volato più volte con il suo biplano Pitts negli Airshow organizzati dall’Aeronautica Militare e che vedevano la presenza anche delle Frecce Tricolori. Da questo momento in poi è storia recente anche perché il primo volo acrobatico in solitaria con l’Extra 200 risale alla fine del 2023. Quest anno parteciperò, quindi, per la prima volta al campionato italiano, composto da tre gare che si terranno tutte in estate: la prima all’aeroporto di Lugo di Romagna, la seconda a Sassuolo e l’ultima a Lucca”. Ed in conclusione. “Volare per me rappresenta una sfida con me stesso ed il sogno che avevo da bambino, ma che con discreti sacrifici ed un passo alla volta, posso dire di aver finalmente realizzato: volare è un qualcosa di incredibile e magico che richiede però sacrificio ed impegno, ma partecipare al campionato non sarebbe stato possibile senza l’aiuto di aziende del territorio come Tiber Pack, Tarducci Massimo e DXP Agency che mi stanno supportando in questa nuova avventura”.

Notizia tratta dal periodico eco del tevere
© Riproduzione riservata
28/03/2024 08:57:56


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