Opinionisti Marco Cestelli

A primavera un'idea per Natale

Non basta appiccicare delle casette “tirolesi” in una piazza rinascimentale

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Mentre si affaccia una prematura primavera vorrei proporre qualcosa per le prossime festività natalizie. Sono fuori tempo e atmosfera? Sicuramente sì ma le proposte bisogna avanzarle per tempo, necessitano di organizzazione, di riflessioni e analisi su costi e opportunità. Abbiamo notato tutti che c’è un gran bisogno di Natale, che magari non si traduce in cospicui acquisti di regali, ma che comunque ci fanno capire quanto c’è bisogno di tradizione, di atmosfera, di diversità rispetto al normale andamento delle cose.

Mai come quest'anno ho visto presepi in giro per il nostro piccolo mondo, viventi o meno, in mostra pubblica oppure nell'intimo domestico. Addirittura ho scoperto che una frazione vicina si dichiara "paese di Gesù Bambino", oppure un capoluogo che si autodefinisce "città del Natale" (sarò a corto di innovazione ma mi ricordavo di Betlemme, o Nazareth, o qualcosa del genere). Ovunque le amministrazioni comunali si sono dannate l'anima per creare atmosfere natalizie, e conseguenti "eventi" come i mercatini di Natale, per sostenere i languidi centri storici e captare turismo in cerca di emozioni invernali. Tutto giusto, tutto corretto, mica c'è qualcosa di male a festeggiare il Natale. Si fa quel che si può per avere un po' di calore umano e, magari, familiare.

Però, come detto in altre occasioni proprio su questa testata giornalistica che di buon cuore ospita le mie personali riflessioni, è riduttivo, se non poco utile, copiare o scimmiottare quello che fanno altri con maggior organizzazione, mezzi e originalità. Bisogna trovare ambiti di originalità, una nicchia di Natale che sia caratteristica e qualificante della nostra comunità. Non basta appiccicare delle casette “tirolesi”, in una piazza rinascimentale, per creare qualcosa di notevole che valga il viaggio, il parcheggio e la spesa; questo lo fanno in tanti, ormai.

Pertanto propongo una cosa di cui non sono assolutamente esperto, che nasce dalla semplice analisi del territorio: abbiamo aziende eccezionali di erboristeria, forse una concentrazione di produzione unica non solo in Italia; perché non creare un festival natalizio della tisana e del vin brûlé? Bevande calde, in inverno, fanno bene, salutari e salutiste, di moda, buone per i social, erbe con la Toscana attorno. Perché non aggiungere anche il miele? Non credo che siano necessarie attrezzature particolari e costose, ingombranti e pericolose come fuochi e cucine. A spanne basterebbero dei bollitori e corrente elettrica. Ovvero creare un festival quanto più originale in cui si possono assaggiare e acquistare tisane, prodotti naturali, comprare erbe e “miscugli”, spezie e condimenti, regali per conoscenti, vin brûlé per tutti. Opportunamente pubblicizzato potrebbe facilmente raccogliere appassionati e curiosi nonché attirare una parte, anche piccola, delle folle che si avventano su Arezzo per il loro mercatino di Natale, davvero di successo nazionale. Perché il punto è proprio questo, creare originalità dalle cose che sono proprie, come le erbe e quello che le circonda, per costruire manifestazioni di successo. Non avremo i pullman organizzati e le folle da ordine pubblico, insomma non sarà un “carnaio redditizio” come il capoluogo ma almeno sarà una manifestazione originale e raccoglierà molto più di ora.
Ahimè, come per tutto, ci vorrebbero degli esperti per queste cose, perdonerete la mia improvvisazione e la mia proposta dilettantesca ma puntando in basso non si crea nulla di ragguardevole, pensando in piccolo non si crea nulla di grande. 

Marco Cestelli
© Riproduzione riservata
02/03/2024 07:16:47

Marco Cestelli

MARCO CESTELLI: Persona molto conosciuta a Sansepolcro, studi economici e commerciali a Milano, manager e imprenditore, scrittore, conferenziere e comunicatore, ha viaggiato in molte parti del mondo, ha sperimentato innovazioni e il valore della cultura. Legatissimo alla sua terra ama l’arte e la storia, la geopolitica e la cultura europea. Sa di non sapere mai abbastanza.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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