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Mondo Politica: intervista a Valerio Mancini consigliere in Regione Umbria

“La sinistra proletaria, quella degli operai, dei lavoratori, non esiste più"

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Consigliere regionale da due legislature (nella precedente è stato anche vicepresidente dell’assemblea), consigliere comunale a Città di Castello e coordinatore della Lega per la provincia di Perugia. Valerio Mancini è senza dubbio una figura forte del partito del “Carroccio” e con lui analizziamo il fresco esito delle elezioni amministrative, con una proiezione per le prossima nel locale.

Mancini, quale significato assume ora la vittoria al ballottaggio, probabile ma non scontata, di Luca Carizia, che è stato confermato sindaco di Umbertide?

“Fermo restando che in politica nulla è scontato, se nel 2018 il trionfo di Carizia era stato quello della ribellione verso lo strapotere della sinistra in città, stavolta è stata la conferma del buon lavoro portato avanti dal gruppo guidato da un sindaco che ha dimostrato di voler bene a Umbertide. Allo stesso tempo, però, è una vittoria che inietta anche una maggiore responsabilità nell’operato, ma non abbiamo timore perché nella squadra della Lega abbiamo amministratori validi, che si dimostreranno all’altezza di qualsiasi sfida. Quando si lavora con serietà e competenze, i cittadini ne riconoscono il valore e sono convinto che se anche a Terni avesse corso il sindaco uscente Leonardo Latini, oggi avremmo potuto festeggiare due vittorie. Quanto accaduto nel capoluogo di provincia, è la riprova del fatto che le persone contano più delle percentuali dei partiti e la scelta di non ricandidare un sindaco uscente della Lega che ha realizzato cose importanti per la sua città, si è rivelata, come io ho sostenuto sin dall’inizio, un grave errore il cui prezzo è stato pagato da tutto il centrodestra, in modo particolare dalla Lega, che nel 2018 ha eletto 13 consiglieri comunali e stavolta nessuno. Auspico che alla luce di quanto successo a Terni si avviino riflessioni serie non solo all’interno della coalizione, ma anche nel nostro movimento. Per quanto mi riguarda, credo che i vertici comunali e provinciali della Lega Terni dovrebbero ammettere l’errore commesso, le cui conseguenze ricadranno purtroppo sulla pelle dei loro concittadini: forse sarebbe il caso che valutassero di dimettersi. Tornando a Umbertide invece, altra nota a margine: il movimento di Pier Giacomo Tosti, assessore che si è staccato dalla giunta Carizia e dalla coalizione, insieme all’altro ex assessore Sara Pierucci, è uscito sonoramente sconfitto. Ciò significa che il tradimento non paga mai. Anzi, i traditori ne escono sempre bastonati”.

Analizzando i dati delle amministrative a livello nazionale, il 5-1 del centrodestra sul centrosinistra nei Comuni maggiori è anche il risultato di un positivo effetto-Meloni, oltre che dell’unità della coalizione?

“Occorre un’attenta analisi del voto, a cominciare dalla cospicua parte di elettori che ha disertato le urne: è fondamentale che ci si interroghi anche su questo aspetto e sulle ragioni dello scollamento tra la politica e le comunità di cittadini. L’unità nel centrodestra c’è, i risultati lo confermano, il partito di Giorgia Meloni si conferma ancora oggi come primo, ma bisogna porre attenzione sulla nostra politica estera e su alcuni temi fondamentali della politica interna al Paese. E’ noto che il 60% degli italiani non gradisce il sostegno incondizionato all’Ucraina e l’appoggio a 360 gradi dichiarato dalla premier è in netto contrasto anche con la volontà di una parte del suo elettorato, oltre che con lo spirito della nostra carta costituzionale. Perseguire su questa linea porterà a un drastico calo di consensi e c’è il rischio che a risentirne sia tutta la coalizione. Per quanto riguarda la politica interna, non si deve sottovalutare il tema immigrazione: quando la premier era all’opposizione si è battuta duramente chiedendo il blocco navale, cosa che ad oggi però non è stata ancora messa in atto. In tema di migranti – lo ricordo – l’unico ministro che è riuscito ad attuare politiche serie che hanno portato al blocco del fenomeno dell’immigrazione è stato Matteo Salvini: gli altri hanno fatto solo annunci. In tutte le regioni ci sono poi problematiche serie legate alla sanità pubblica, devastata dalle scelte senza criterio dei governi Conte II e Draghi, quando Speranza era ministro della salute al tempo della pandemia, che hanno lasciato le regioni disarmate di fronte a due fatti significativi: l’interruzione dei servizi sanitari ordinari, che oggi sono in affanno e la gravissima carenza di personale medico nelle strutture sanitarie. Se il centrodestra vuole mantenere questi ottimi risultati, determinati anche dall’abolizione del reddito di cittadinanza e dalle politiche attive promosse sul lavoro e apprezzate dai cittadini e dalle imprese, serve un forte sostegno alla sanità pubblica con risorse concrete alle regioni, recuperandole dalle spese militari destinate all’Ucraina. Come ripetuto più volte: no alle armi in mio nome. E’ opportuno sostenere le politiche della pace promosse dallo stesso Papa Francesco: la pace non si avrà mai con l’entrata dell’Ucraina nella Nato e non ci possiamo permettere un incondizionato sostegno all’Ucraina in Europa.

La crisi del centrosinistra e il negativo risultato del Pd con cosa si spiegano: con la trattazione di argomenti astratti?

“La sinistra proletaria, quella degli operai, dei lavoratori, non esiste più. Oggi il Partito Democratico strizza l’occhio alle multinazionali, alle banche, alle politiche folli dell’Europa. Insomma, il Pd è totalmente fuori contesto: si occupa di argomenti che, come dimostrano anche i risultati elettorali, non interessano i cittadini, ma che – anzi! - in questo momento difficile a operai, imprenditori, artigiani e agricoltori non piacciono per niente. Basti pensare al sostegno in Europa alla carne sintetica, al nutriscore che definisce cancerogeno il nostro vino, alla green economy che impedisce la mobilità nei centri urbani, ai ceti meno abbienti che non possono permettersi di sostenere spese per l’acquisto di vetture elettriche, all’utero in affitto, all’educazione gender nelle scuole e ve ne sono tanti altri. Insomma, tutte questioni che finiscono solo per generare malcontento, perché le priorità sono altre”.

Dopo Umbertide, la scadenza elettorale più vicina per l’Altotevere è quella delle comunali del 2024, con particolare riferimento al Comune più importante della tornata, quello di San Giustino. C’è l’intenzione di lavorare seriamente per il ribaltone politico-amministrativo?

“La Lega è l’alternativa valida per una San Giustino che, come Umbertide cinque anni fa, ha bisogno di cambiare aria. Nel 2019 abbiamo fatto un passo di lato a vantaggio dell’unità della coalizione, candidando una figura civica. Io rappresento la Lega e quindi mi oriento verso donne e uomini di valore del mio movimento, dato che ne abbiamo davvero molti e Corrado Belloni è uno di loro. San Giustino è una realtà fatta di tre comunità importanti, ovvero Selci, Lama e il capoluogo, che ad oggi appaiono scollegate, come se non appartenessero allo stesso territorio. C’è invece bisogno che queste realtà vengano considerate un tutt’uno dalle grandi potenzialità sociali, culturali ed economiche, che devono essere coordinate da un’amministrazione capace di unire e valorizzare. La potenza economica di San Giustino, strutturata con industrie importanti e un tessuto agricolo significativo, ad oggi appare inconsistente nel panorama regionale: c’è la necessità che questa realtà abbia il risalto che merita e la Lega è pronta a rimettersi in gioco con le sue donne e i suoi uomini per lavorare al rilancio di questo territorio”.

Redazione
© Riproduzione riservata
31/05/2023 12:23:19


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