Anghiari verso il voto: scontro Polcri, Croci e Bianchi?
Tutto ancora in alto mare per ciò che riguarda il centrodestra
Sta per concludersi il mandato di Alessandro Polcri, che nel giugno del 2016 era iniziato in maniera inaspettata, se soltanto pensiamo che ad Anghiari il ribaltone si è concretizzato per questione di soli 9 voti in più. La legislatura prossima alla dirittura di arrivo è stata caratterizzata da luci e ombre: partito non bene, fra la comprensibile inesperienza e i debiti di bilancio ereditati dalla precedente amministrazione che hanno “ingessato” il paese, Polcri è pian piano venuto fuori alla distanza, dimostrando la sua competenza, anche se i limiti caratteriali generati dalla mancanza di fiducia gli sono rimasti. Potrebbe essere pronto per il secondo mandato e sicuramente, con il bagaglio di esperienza accumulato, sarebbe in grado di fare buone cose nel paese di Baldaccio, anche se stavolta l’effetto sorpresa non ci sarà e bisognerà aver ben chiaro con chi poter fare questo percorso. Il centrosinistra vive nel dualismo che ha da una parte l’attuale segretario comunale del Pd, Barbara Croci e dall’altra l’ex segretario e ora capogruppo consiliare, Lara Chiarini. Le due donne proprio non si… amano; anzi, probabilmente si odiano (sul piano politico, s’intende!), ma entrambe hanno velleità di candidarsi a sindaco. Il terzo incomodo del centrosinistra potrebbe essere un vecchio volpone: Danilo Bianchi, già sindaco di Anghiari e molto stuzzicato dall’idea di indossare nuovamente la fascia tricolore. Tutto ancora in alto mare per ciò che riguarda il centrodestra. Si fa difficoltà a individuare i personaggi di riferimento dei partiti, anche perché – ad esempio – il leghista Alessandro Rivi di Anghiari è “emigrato” nella vicina Sansepolcro in cerca di fortuna e anche la già ricordata Lara Chiarini potrebbe essere attratta dalle sirene che arrivano dal Borgo. In ogni caso, rispetto a Città di Castello e a Sansepolcro, Anghiari è più indietro, ma è anche normale, trattandosi di un Comune più piccolo e che, avendo meno di 15mila abitanti, non ha diritto al ballottaggio: c’è soltanto un turno unico e secco e vince chi ha preso più voti, per cui basta un semplice +1 per diventare sindaco.
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