Opinionisti Giorgio Ciofini

E noi? Tocchiamo ferro

Da decenni gli scienziati avevano avvertito del pericolo imminente di nuove pandemie

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Non si diceva che una vita non ha prezzo? Il Coronavirus ha fatto un bagno di sincerità al cinismo della società globale, ma anche nostro, di ciascuno di noi, che in questo mondo viviamo, più o meno felici, più o meno integrati, più o meno critici, più o meno democratici. D’un tratto sì è scoperto che non è così, che anche la vita ha un prezzo di mercato e neanche troppo alto. Spiccioli di fronte al budget di certe imprese. La vita dunque non conviene? Di sicuro il dilemma, l’aut aut tra vita ed economia al tempo del Coronavirus, è una bufala. La più grande e letale, tra le tante che girano sul web, di cui nessuno si è accorto. L’hanno presa per buona e ci è già costata (il verbo stesso lo dichiara) decine di migliaia di morti e montagne di denaro. Così anche l’economia ci ha rimesso e, quando finalmente finirà il lockdown, faticherà molto di più a ripartire, per i postumi di una quarantena allungata da uno scontro insensato, che ha cercato di dare un prezzo alla vita. Da decenni gli scienziati avevano avvertito il Mondo del pericolo imminente di nuove pandemie. Ma l’Aids, l’Ebola, la Peste Suina, la Sars, non sono bastate a mettere sull’avviso Chi lo governa e a prepararsi. Anzi. Negli stessi decenni le strutture sanitarie nei nostri democratici Paesi, di qua e di là dell’Oceano, hanno fatto orecchie da mercante (metafora che cade a fagiolo), oltretutto private dei presidi necessari, delegate all’estremo Oriente, perché non abbastanza remunerativi. In Italia, in particolare, le scelte fiscali dell’Europa e la miopia dei governi che si sono succeduti, si sono sommate per ridurre i bilanci della Sanità pubblica al lumicino. Prigioniero dalla quarantena mi chiedo: ma qualche collinetta, qualche duna delle montagne di dollari e di euro, che le banche centrali hanno emesso dopo i lockdown, non poteva alzarsi nel deserto della politica prima del Virus, per anticiparlo, per cercare di combatterlo in modo efficace e ridurre questo stillicidio di morti e di ansie, che ci tormenta da mesi? E la nostra la sicurezza, il mantra della parte economica nell’Occidente, su cui la politica ha lucrato consenso a basso costo e a piene mani, senza scrupolo alcuno? Intanto diciamolo forte: il virus ha viaggiato in prima classe sugli aerei dei manager e non sui barconi. E noi che, in nome e per conto della sicurezza, abbiamo riempito gli arsenali del pianeta di armi da guerre stellari, non abbiamo ancora le mascherine per difenderci da un minuscolo Virus. Noi coinquilini di un pianeta, che è diventato un condominio, litigioso e insopportabile. Le oltre 160 vittime attuali, tra medici e infermieri, costrette a fronteggiare il Virus a mani nude, sono l’urlo che offende le nostre coscienze. Chiamarli eroi non serve e sa sa di presa in giro.  Non ripaga affatto quel sacrificio, tanta inutile retorica, che invece è la sola cosa che unisce i giudizi, devo dire molto servili, dei nostri Media, più o meno capaci, più o meno venduti, ma sempre politically correct, che sfruttano il virus per elevare gli ascolti. Economia tiranna, tra fiumi di lacrime di coccodrillo. Meglio, mille volte meglio, rispondere alla domanda d’avvio. Da quando il Virus si è manifestato ad oggi tutti, dico tutti i governi del pianeta, hanno dimostrato che l’economia, per loro, conta più della vita. Ed è sempre stato così. Potere e umanità si si sono contrapposti, si contrappongono e si contrapporranno sempre in modo radicale. Sono poli opposti di una stessa corrente. Perciò tutti i governi della terra hanno cominciato a prendere provvedimenti, solo quando hanno visto che la strage, sarebbe stata anche economica. Normale. Su questo punto la logica della storia umana, è altrettanto chiara e spietata. Così la Cina ha cercato di nascondere a sé stessa e al mondo l’epidemia. Così l’Italia eternamente in ritardo. Così la Lombardia, che ha ceduto al ricatto delle migliaia di fabbriche del suo territorio e di Assolombarda, tenendo aperte le sue Aziende ben oltre il lockdown, aggiungendo alla lista centinaia, forse migliaia di vittime, immolate sull’altare del consenso (che è potere ed economia insieme). Così la Francia, la Germania, la Spagna, per limitarci all’Europa. Casi a parte sono l’Inghilterra di Boris Johnson e gli Usa di Trump, i due grandi Paesi sovranisti, che hanno mostrato cinismo in dosi per adulti ma anche minore ipocrisia, nella loro scelta d’acchito, salvo poi fare una repentina marcia indietro, per motivi economici e non certo umanitari. A parte qualche illuso benpensante, del tutto residuale al tempo di Internet, chi ne dubita? Dietro le dovute dichiarazioni ufficiali, il Mondo e l’Italia che conta, guardano prima di tutto al Pil. Così è andata e anche stavolta l’economia non ha fatto economia con le vittime. Virus e dollari sono andati in coppia come Ginger e Fred. Uniti per la vita. E noi? Tocchiamo ferro.

Redazione
© Riproduzione riservata
18/04/2020 12:55:57

Giorgio Ciofini

Giorgio Ciofini è un giornalista laureato in lettere e filosofia, ha collaborato con Teletruria, la Nazione e il Corriere di Arezzo, è stato direttore della Biblioteca e del Museo dell'Accademia Etrusca di Cortona e della Biblioteca Città di Arezzo. E' stato direttore responsabile di varie riviste con carattere culturale, politico e sportivo. Ha pubblicato il Can da l'Agli, il Can di Betto e il Can de’ Svizzeri, in collaborazione con Vittorio Beoni, la Nostra Giostra e il Palio dell'Assunto.


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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