Uno dei "mestieri" più apprezzati dagli italiani è quello dell'imboscato. I casi sono tanti: vanno dal nord al sud d'Italia, senza risparmiare nessuno e costituiscono in qualche caso una vera e propria anomalia, specie per quei tipici incarichi pubblici che si dovrebbero svolgere "sul campo" e che invece vedono la maggioranza degli addetti impiegata dietro un tavolo o una scrivania. Un "esercito italiano", dalla punta nord alla punta sud della nostra nazione – stando ai risultati della ricerca condotta da Cergas-Bocconi - è insomma quello dei cosiddetti "imboscati", che – al contrario di quanto potrebbe indurre a pensare il termine – non sono i ben noti "furbetti" del cartellino, più volte smascherati perché ufficialmente risultano sul posto di lavoro e invece sono impegnati per i cavoli loro; qui siamo davanti a una sorta di "furbetti legalizzati", nel senso che tutto si svolge in pieno regime di regolarità, anche se il comportamento solleva obiezione, trattandosi di stratagemmi ai quali fanno ricorso coloro che sono assunti per una determinazione mansione, la quale è però faticosa o delicata e allora occorre trovare il sistema per stare più comodi e sporcarsi le mani il meno possibile. Il pubblico impiego rimane pur sempre l'ambito di riferimento: certificati ad hoc e benefici vari (legge 104 e altro) pur di aggirare il lavoro materiale per starsene seduti al caldo d'inverno o con l'aria condizionata in estate. Netturbini con il certificato medico che vieta loro di spazzare (!), oppure operai che diventano impiegati: soltanto due esempi che ribadiscono il concetto. Ma c'è anche chi si serve della legge 104 (quella – lo ricordiamo - per l'assistenza a parenti disabili o malati), al fine di cambiare mansione verso lavori meno gravosi, oppure per permessi e congedi. Risultato: spesso si creano vuoti di operatività in figure cardine quali gli infermieri o i vigili urbani. Esistono poi i ruoli vietati; nella sanità pubblica, il 12% dei dipendenti è composto da donne: si tratta di circa 80000 unità, delle quali una buona metà – così risulta in base a una ricerca campione – è esentata dal sollevare i pazienti e dal trasporto di carichi troppo pesanti, senza dimenticare chi non può lavorare in piedi, chi non può farlo di notte e chi è esposto a rischi di varia natura, tipici di chi sta a contatto con i pazienti. Il che ci può stare, ma alla fine il 25% degli operatori rientra nella categoria degli inidonei e sappiamo benissimo che nel privato non esiste la stessa possibilità di vedersi alleggerito il carico di lavoro. Particolare è la concentrazione di "inidonei" al Sud. Oltre la metà dei quasi 1200 dipendenti dell'azienda sanitaria di Reggio Calabria lavora a regime ridotto e ben 80 psicologi sono stati dirottati negli uffici amministrativi, invece di assistere i pazienti. Sempre in Calabria, vi è inflazione di medici nel reparto prevenzione, mentre vi è carenza negli screening oncologici e nell'assistenza domiciliare. Anche a Napoli, paradossale la situazione dei vigili urbani: un terzo non può stare in strada, previo certificato medico, ma vi sono altri impedimenti; della serie: chi non può guidare l'auto di servizio, chi non può rispondere al telefono o chi non può stare al computer oltre un certo lasso di tempo. Anche a Milano, comunque, non mancano casi similari, vedi ispettori chiamati a controllare l'Ortomercato fra le 3 di notte e le 8 del mattino, ma anch'essi muniti di inidoneità al lavoro notturno. Dopo i casi di imboscamento per inidoneità, ecco quelli con copertura data dalla legge 104, che prevede benefici per lavoratori disabili gravi o per genitori, coniugi e parenti fino al terzo grado. In questo caso, vi sono tre giorni di permessi retribuiti e la possibilità di scegliere la sede di lavoro più vicina al luogo di domicilio, ma anche di rifiutare trasferimenti, lavori notturni e lavori di domenica e nei giorni festivi, non dimenticando il congedo straordinario retribuito di due anni. E allora, come vi sono i "furbetti" del cartellino, lo stesso dicasi quelli della 104, che inseriscono fra i disabili gravi – e quindi fra i meritevoli di assistenza – anche i figli celiaci, oppure le nonne che abitano a centinaia di chilometri di distanza. Non solo: c'è pure chi riesce a ottenere più di una 104. Alla luce di quanto appena esposto, ecco lo sbilancio grave che viene a crearsi: da una parte, carenze di personale laddove c'è effettivo bisogno; dall'altra, inutile eccesso in posti sicuramente meno necessari. Peraltro – cosa ancor più paradossale – gli stessi ispettori che dovrebbero vigilare finiscono puntualmente nel novero degli imboscati. La ricerca di Cergas-Bocconi, ha evidenziato le incongruenze più clamorose: 270 netturbini di Palermo che hanno il certificato per non spazzare, 50 infermieri di Pescara dirottati in mansioni esclusivamente amministrative, il 40% dei vigili urbani di Firenze che sta più in ufficio. Non solo: il 12% dei dipendenti nell'ambito delle sanità opera con limitazioni all'idoneità sul lavoro (in particolare gli operatori sociosanitari). Gli accessi alla legge 104, relativa alla disabilità propria e all'assistenza ai familiari, sono cresciuti del 22,5% nel primo caso e del 34% nel secondo; i dipendenti del pubblico impiego italiani che beneficiano della 104 e dei congedi straordinari sono 440000, pari al 13,5% di tutti i dipendenti, mentre nel settore privato arrivano appena al 3,3%. Curiosità di natura ...regionale: la Sardegna registra il picco su docenti di ruolo disabili gravi o con parenti di disabili (18,3%), l'Umbria ha invece il primato del personale non docente che beneficia della 104, calcolato nel 26,3% In Veneto, in Piemonte e in Toscana, al contrario, vi è il minor numero di beneficiari. E il bello è che tutto figura come "straordinariamente" regolare
Redazione
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13/03/2017 10:26:10
Punti di Vista
Imprenditore molto conosciuto, persona schietta e decisa, da sempre poco incline ai compromessi. Opera nel campo dell’arredamento, dell’immobiliare e della comunicazione. Ha rivestito importanti e prestigiosi incarichi all’interno di numerosi enti, consorzi e associazioni sia a livello locale che nazionale. Profondo conoscitore delle dinamiche politiche ed economiche, è abituato a mettere la faccia in tutto quello che lo coinvolge. Ama scrivere ed esprimere le sue idee in maniera trasparente. d.gambacci@saturnocomunicazione.it
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