L’Europa accelera sull’euro digitale: benefici e rischi del nuovo strumento di pagamento

L’ascesa delle stablecoin negli Stati Uniti sta rendendo sempre più urgente il varo del progetto
L’Unione Europea prova ad accelerare il lancio dell’euro digitale. Il progetto rientra tra le priorità del nuovo programma di lavoro dei ministri delle Finanze dell'area euro, cioè l'Eurogruppo. L’obiettivo dovrebbe essere quello di giungere alla definizione di un quadro normativo entro la fine dell’anno. Sembra dunque aver prodotto frutti il pressing da parte della Bce che da mesi insiste per accelerare il lancio del nuovo strumento di pagamento.
Cosa sarebbe l’euro digitale
L’euro digitale sarebbe una valuta elettronica emessa dalla Banca centrale europea, equivalente digitale del contante, e affiancherebbe banconote e monete. Sarebbe accessibile a tutti nell’area dell’euro e utilizzabile per pagamenti sicuri, nei negozi fisici, online o tra privati.
Differenza con i pagamenti digitali odierni
A differenza dei pagamenti digitali attuali, che passano sempre attraverso banche o piattaforme private per autorizzare e gestire le transazioni, l’euro digitale non avrebbe bisogno di intermediari privati per essere trasferito, perché il denaro sarebbe emesso e garantito direttamente dalla Banca centrale europea. Questo garantirebbe maggiore immediatezza e sicurezza nelle operazioni, rendendo possibile trasferire fondi o effettuare acquisti senza la necessità di un conto bancario tradizionale. I cittadini potrebbero utilizzarlo, per esempio, tramite un’app dedicata, per pagare in negozi fisici, fare acquisti online o trasferire denaro direttamente ad amici e familiari.
Bce preoccupata dall’impulso di Trump alle stablecoin
Negli Stati Uniti il presidente Donald Trump sta dando impulso allo sviluppo delle stablecoin, ovvero criptovalute progettate per mantenere un valore stabile agganciato a quello del dollaro. Questo meccanismo favorisce l'acquisto di titoli di stato americani perché gli emittenti privati delle stablecoin mantengono il valore agganciato a quello del biglietto verde tramite la detenzione di riserve in strumenti sicuri, come i titoli di Stato americani. Dunque la diffusione delle stablecoin agevolerebbe il finanziamento del debito pubblico USA. Dall’altro lato però il successo delle stablecoin potrebbe ridurre il ruolo dell’euro nei pagamenti internazionali e questo preoccupa non poco la Bce.
Euro digitale importante anche dal punto di vista geo politico
Dietro la spinta all’adozione dell’euro digitale ci sono anche motivazioni geo politiche. L’Europa potrebbe ridurre la dipendenza dalle piattaforme di pagamento americane come Visa, Mastercard e PayPal che veicolano ben il 65% delle transazioni digitali degli europei. Una maggiore autonomia del Vecchio Continente su questo fronte aumenterebbe dunque la stabilità del sistema finanziario europeo.
I dubbi sul nuovo strumento di pagamento
Non è però tutto oro quello che luccica. L’introduzione dell’euro digitale solleva preoccupazioni per i cittadini e per gli operatori finanziari. Per i primi, il timore principale riguarda la privacy: l’euro digitale potenzierebbe la capacità delle alle istituzioni di tracciare dettagliatamente i flussi di denaro. Questo monitoraggio, pur sollevando dubbi sulla riservatezza, sarebbe però utile per rafforzare la lotta contro l’evasione fiscale. Per quanto riguarda invece gli operatori finanziari, la diffusione dell’euro digitale ridurrebbe il ruolo e dunque l’importanza delle banche con potenziali ricadute negative sull’intero sistema economico. La partita sull’euro digitale resta aperta, ma non c’è dubbio che, mettendo sulla bilancia i pro e i contro, il progetto rappresenta un’innovazione finanziaria di cui l’Europa non può fare a meno.
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