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Tokyo guida il rimbalzo in Asia, Taiwan a -4%

I listini cinesi e Hong Kong su malgrado nuove tensioni sui dazi

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La Borsa di Tokyo guida gli sforzi di rimbalzo delle Borse asiatiche, all'indomani dello tsunami abbattutosi sui listini con i dazi globali di Donald Trump e i timori di recessione, mentre i listini di Taiwan (-4,74%) e Singapore (-1,46%) mostrano forti segnali di debolezza.

L'indice Nikkei, a dispetto delle nuove tensioni tariffarie Usa-Cina, balza del 6,16%, quasi azzerando il tonfo del 7,8% della vigilia, registrando di gran lunga il miglior risultato della regione, grazie alla designazione del segretario al Tesoro Scott Bessent e del rappresentante al Commercio Jamieson Greer a capo dei negoziati commerciali con Tokyo.

La maggior parte dei mercati asiatici è in ripresa dopo la sessione volatile e contrastata delle Borse Usa, dato che Trump ha tenuto gli investitori in bilico con commenti contrastanti sui dazi. Anche i leader della Corporate America hanno iniziato a manifestare perplessità sull'azione del tycoon per i danni all'economia e ai mercati finanziari: Larry Fink, il capo di BlackRock, ha ad esempio detto che la maggior parte dei ceo con cui parla pensa che gli Usa siano in recessione.

Tuttavia, Trump ha minacciato la Cina di ulteriori dazi del 50% se Pechino non ritirerà le tariffe del 34% di ritorsione sugli Stati Uniti. Il Dragone ha replicato oggi che non accetterà mai la natura ricattatoria americanaShanghai e Shenzhen salgono, rispettivamente, dello 0,68% e dello 0,20%, mentre Hong Kong guadagna l'1,92% dopo il catastrofico -13,22% della vigilia, il peggior tracollo dalla crisi delle tigri asiatiche del 1997. I listini cinesi beneficiano dell'esplicito sostegno della Banca centrale (Pboc) agli acquisti del fondo sovrano Central Huijin, con il ruolo di stabilizzatore nel mercato dei capiti.

L'indice Kospi di Seul sale dell'1,6%, quello di Sydney dell'1,7%. Lo Straits Times Index (Sti) di Singapore è negativo dopo l'iniziale rialzo dello 0,6%. E' ancora notte fonda per il benchmark di Taiwan: -4,74%, dopo il -9,7% della vigilia (il peggior calo di sempre) malgrado la stretta sulla vendite allo scoperto e il sostegno di Banca centrale e di governo alla stabilità dei mercati.

Brusco il ritorno agli scambi per tre Borse del sudest asiatico dopo una lunga pausa festiva: il Jakarta Composite è precipitato del 9,19% in avvio, causando lo stop delle contrattazioni di circa mezz'ora. I listini vietnamiti cedono intorno al 5% con i dazi al 46% decisi da Trump. Il Paese vanta il terzo surplus commerciale con gli Usa dopo Cina e Messico: il leader To Lam ha chiesto al tycoon di rinviare i dazi di almeno 45 giorni. A Bangkok, infine, la Borsa cede più del 4%

Shanghai apre a -0,07%, Shenzhen a -0,23%

Le Borse cinesi tornano agli scambi poco mosse, ma sotto la parità, all'indomani delle pesanti perdite accumulate tra timori di guerra commerciale dopo i dazi di Trump e di recessione: l'indice Composite di Shanghai cede lo 0,07%, a 3.094,26 punti, mentre quello di Shenzhen perde lo 0,23%, a quota 1.773,24.

La Banca centrale (Pboc) ha promesso di sostenere con decisione il grande fondo statale Central Huijin Investment nella stabilizzazione del mercato con "l'aumento del le sue partecipazioni in fondi indicizzati del mercato azionario", promettendo di fornire "un sufficiente supporto di prestito quando necessario" al servizio del "regolare funzionamento del mercato dei capitali". Mentre la guerra commerciale si intensifica, Pechino ha annunciato dazi del 34% sui beni Usa in vigore da giovedì.

Central Huijin, in particolare, ha affermato oggi che continuerà a svolgere il suo ruolo di "stabilizzatore" nel mercato dei capitali, frenando le fluttuazioni anomale e adottando "misure decisive quando necessario". Il fondo sovrano intensificherà gli acquisti di Etf su diversi stili di mercato e aumenterà la portata delle sue partecipazioni, avendo "sufficiente fiducia e capacità" per dare stabilità al mercato dei capitali.

Il terremoto di ieri

Ieri le speranze di un'inversione di tendenza sui mercati finanziari internazionali, affossati dalla decisione del presidente USA Donald Trump di introdurre nuovi dazi doganali, si erano dissolte rapidamente. Dopo il crollo di giovedì e venerdì, anche la giornata di lunedì aveva registrato forti perdite su tutte le principali piazze mondiali.

Borse in rosso: perdite record in Asia, Europa e USA

I mercati azionari globali avevano vissuto una terza giornata consecutiva di forti vendite. Nonostante un timido tentativo di recupero guidato da Wall Street e dai titoli tecnologici, il bilancio era drammatico: secondo Bloomberg, in tre giorni erano stati bruciati circa 9.500 miliardi di dollari.

Come andrà oggi a fine giornata? Occorrerà vedere come reagiranno le borse occidentali. Qualcosa si comprenderà già all'apertura.

Notizia e foto tratta da tiscali.it
© Riproduzione riservata
08/04/2025 07:57:58


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