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Progetto Life Systemic in Casentino con l'Unione dei Comuni

Un progetto che rivoluzionerà la pianificazione forestale del futuro

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Mondo scientifico, servizio forestale e maestranze dell’Unione dei Comuni insieme per un progetto che rivoluzionerà la pianificazione forestale del futuro, a favore della biodiversità e contro gli effetti negativi dei cambiamenti climatici.

Questo è il progetto LIFE SySTEMiC appena concluso, uno strumento dell’Unione Europea che ha come obiettivo lo sviluppo e l’utilizzo di un modello basato sulla diversità genetica per determinare le migliori pratiche selvicolturali al fine di proteggere le nostre foreste in tempi di cambiamenti cimatici. In Casentino siamo pronti alla seconda fase progettuale che vede come protagonisti il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali dell’Università di Firenze - in particolare la responsabile scientifica Professoressa Donatella Paffetti e la Project manager Cristina Vettori – e l’Unione dei Comuni Montani del Casentino. Per questo scopo è stato fatto un incontro ufficiale che si è tenuto presso la sede dei Servizi Forestali della Ferrantina, con l’Assessora referente, la responsabile Beatrice Brezzi, Fabio Ciabatti e tutto lo staff tecnico. 

L’idea sulla quale lavora il progetto è semplice: maggiore è la diversità genetica degli alberi in foresta, più alta la probabilità che alcuni abbiano caratteristiche genetiche che li rendono più adattabili ai cambiamenti climatici, aumentando la resistenza e la resilienza del sistema forestale stesso. In estrema sintesi: si tenta di aiutare i boschi a superare i velocissimi cambiamenti climatici.

In Casentino grazie all’Unione dei Comuni, sono stati attivati siti dimostrativi all’interno del Patrimonio Agricolo Forestale della Regione Toscana (PAFR) e nella Foresta della Verna. Il progetto LIFE SySTEMiC ha identificato gli alberi che hanno le caratteristiche genetiche potenzialmente migliori per rispondere ai repentini cambiamenti climatici. Nel cosiddetto AFTER LIFE, verranno raccolti i semi di queste piante ritenute migliori geneticamente per farle crescere nel Vivaio forestale Cerreta di Camaldoli e poi aiutare, in futuro i boschi a rischio.

Indagare le relazioni tra gestione forestale e diversità genetica di otto specie di alberi forestali in tre paesi ovvero Italia, Slovenia, Croazia ha permesso di sviluppare un modello innovativo per una gestione forestale sostenibile, obiettivo principale del progetto.

Quest’ultimo, che per l’Italia si è concentrato su quattro siti di riferimento per faggio e abete bianco, è arrivato alla fase del monitoraggio. In sostanza si tratta di capire come la discendenza/progenie delle piante selezionate, sia in grado di rispondere ai cambiamenti climatici e quindi prenderne il seme per portare avanti un’eredità positiva fatta di resilienza e adattabilità.

I tecnici dell’Unione dei Comuni hanno partecipato attivamente al progetto seguendo le indicazioni scientifiche fornite dall’università. Queste prevedevano, in particolare, la realizzazione di recinzioni per la raccolta dei semi e quindi la sperimentazione di diversi tipi di taglio finalizzati alla rinnovazione.

L’Unione dei Comuni, si aggiudica un primato di valore per la ricerca sulla resilienza forestale. Ma l’Unione dei Comuni, con le sue maestranze e la sua organizzazione sul fronte della gestione forestale, avrà un ruolo fondamentale nella fase di monitoraggio che, tra le altre cose, verrà fatto solo nel contesto casentinese.

Il programma LIFE è uno strumento dell’Unione Europea che finanzia progetti aventi come scopo la conservazione degli ecosistemi, della biodiversità e la lotta al cambiamento climatico. Life SySTEMiC ha realizzato la sua prima fase in Casentino, proprio grazie all’Unione che adesso è pronta, con le sue maestranze, a gestire la fase successiva di monitoraggio.

Redazione
© Riproduzione riservata
16/09/2025 12:14:48


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