Perplessità sulla ciclovia Le Ville di Monterchi - Sansepolcro
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Checcaglini: "Perché passa a ridosso della statale nel tratto della piana del fiume Sovara?"
Molti di coloro che percorrono la strada statale si chiedono perché la ciclovia, destinata a collegare Le Ville di Monterchi a Sansepolcro, passi proprio a ridosso della statale nel tratto della piana del fiume Sovara, abbandonando il tracciato della vecchia ferrovia Arezzo-Fossato di Vico.
Forse non tutti sanno che della ferrovia è rimasto ben poco: solo alcune vestigia del percorso, qualche manufatto e alcuni vecchi caselli, molti dei quali oggi ristrutturati. Seguire il tracciato ferroviario sarebbe stato ideale per molte ragioni, in primis perché, generalmente, esso si trova in rilievo rispetto al piano di campagna, risultando quindi meno soggetto agli agenti atmosferici e ad altri fattori che, nel tempo, potrebbero comprometterne l’integrità e la percorribilità.
Questa premessa era necessaria. Veniamo ora al motivo di questo pensiero.
Ho presentato un’interrogazione in Consiglio comunale ad Anghiari, dove sono consigliere, per chiedere chiarimenti su questa scelta. È importante precisare che il Comune di Anghiari non è responsabile della realizzazione della ciclovia, poiché, come gli altri comuni della Valtiberina, ha delegato la competenza all’Unione dei Comuni, che è l’ente incaricato del progetto. Tuttavia, il Comune di Anghiari, attraverso il suo Sindaco, è rappresentato all’interno dell’Unione e, inoltre, il tratto in questione si trova proprio nel territorio anghiarese. Va aggiunto che il Comune di Anghiari partecipa al progetto cofinanziandolo, insieme alla Regione Toscana e agli altri comuni interessati dal percorso.
Nell’interrogazione chiedo perché, nel tratto della piana del Sovara, la ciclovia segua la strada statale e attraversi il fiume a poche decine di metri dal ponte della statale, anziché riprendere il percorso della vecchia ferrovia.
Il tratto realizzato (o in avanzato stato di realizzazione) si trova in un’area soggetta ad allagamenti. Sebbene tali fenomeni si verifichino prevalentemente in inverno, periodo in cui la ciclovia potrebbe essere meno frequentata, ciò comporterebbe comunque un progressivo degrado della pista, compromettendone la percorribilità in pochi anni.
Inoltre, la ciclovia corre a livello del piano di campagna, a pochi centimetri dal terreno coltivato a tabacco da molti anni. Questo potrebbe rendere difficile evitare che il passaggio dei trattori interferisca con il percorso, danneggiandolo in breve tempo.
Immagino che la scelta di questo tracciato, al di fuori della vecchia ferrovia, abbia comportato maggiori costi, dovuti sia agli espropri dei terreni sia alla necessità di ripristinare le bocche del sistema irriguo, che si trovavano proprio dove ora passa la ciclovia. Senza contare che il nuovo percorso risulta più lungo di qualche centinaio di metri rispetto a quello teorico della ferrovia, con ulteriori costi aggiuntivi in un contesto in cui le risorse disponibili sono già insufficienti per completare l’opera.
Anche il nuovo attraversamento del Sovara solleva dubbi: sono stati installati dei blocchi che dovrebbero essere superati dal flusso del fiume in piena, ma che potrebbero facilmente trasformarsi in ricettacoli di detriti, ostacolando il normale deflusso delle acque.
In sostanza, la domanda che io e molti altri ci poniamo è: perché non si è scelto di attraversare il Sovara nel punto in cui lo faceva la ferrovia e di proseguire su quel tracciato fino al casello vicino alla strada per Fighille, dove il percorso si ricongiunge al tratto attuale? Chiedo quindi che venga fornita una spiegazione per questa scelta, che appare quantomeno discutibile.
Se esistono motivazioni valide, ne prenderemo atto. Nel frattempo, attendiamo chiarimenti e, in un post successivo, renderemo conto delle risposte ricevute. Se risultassero convincenti, riconosceremo la scelta come inevitabile.
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