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Realizzata moto speciale a Città di Castello: ha collaborato un gruppo di lavoro di 100 persone

Si tratta di “Ombromanto”, una “special Cafè racer su base Honda cb650 z rc03” del 1980

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Una moto speciale, unica, alla cui realizzazione e montaggio, pezzo dopo pezzo, vite dopo vite, ha collaborato un gruppo di lavoro di oltre 100 persone. Si tratta di una “special Cafè racer su base Honda cb650 z rc03” del 1980, già collaudata su strada e pronta ad essere guidata, uscita proprio ieri dalla prima officina condivisa in Italia (mutuata all’estero nella lontanissima Australia) quella dell’associazione “Ferro-E Motus”, fondata nel 2014 a Città di Castello, che oggi conta oltre sessanta iscritti con la passione per i motori, le due ruote, ispirata sempre ad una guida sicura e consapevole. Un'officina di idee, nei piccoli ma funzionali locali in Via Tina, dove c’è sempre una moto da restaurare, ringiovanire, trasformare. A rotazione i soci possono usufruire dell'officina attrezzata di tutto punto per realizzare progetti prendendone parte in maniera attiva "sporcandosi le mani" o semplicemente per fare manutenzione ai propri  "ferri" a due ruote guidati da uno staff di esperti e appassionati di meccanica. E così è stato per questo primo progetto, reso possibile grazie alla disponibilità di un socio della “Ferro”, Matteo Mearelli, che ha messo a disposizione la sua moto del 1980 che è stata completamente “reinventata”. Era una vecchia signora che ha ritrovato, giorno dopo giorno, il suo smalto e fascino iniziale, grazie ad un lavoro collegiale. Una volta definito il rendering finale con il proprietario è iniziato il disassemblaggio, poi c’è chi si è occupato del telaio, chi del motore, chi ha seguito gli acquisti dei componenti, chi la verniciatura e poi la messa a punto attraverso una operazione di maquillage e sostituzione di pezzi ed ingranaggi che non ha precedenti per il numero delle persone coinvolte e le finalità davvero significative, quelle di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, dei giovani, dei centauri appassionati a tutti i livelli ad una guida sicura e consapevole. Così circa un anno fa' è iniziato questo primo lavoro già originale a partire dal nome che è stato coniato per la moto, "Ombromanto", in riferimento al cavallo di Gandalf ne “Il Signore degli Anelli”. Oltre “duecento mani” hanno contribuito alla realizzazione della moto tramite la collaborazione di Ferro e Motus e la scuola I.I.S. “Patrizi-Baldelli-Cavallotti, sede Ipsia, con gli studenti di tre classi dell'indirizzo manutenzione e assistenza tecnica, in una sinergia di step di avanzamento dalla progettazione all’ assemblamento dei pezzi, passando poi dai professori agli aspiranti meccanici che hanno partecipato attivamente al lavoro utilizzando vari macchinari: montaggio delle gomme, tecnologici tagli laser e macchinari CNC. “Tutti i passaggi di trasformazione di Ombromanto” per la durata del progetto, circa un anno – ha spiegato, il presidente di “Ferro e Motus”, Matteo Barbagli -  si sono  svolti sotto gli occhi dei soci che ogni giovedì hanno partecipato attivamente allo smontaggio e rimontaggio della moto. Per il restauro totale del motore sono stati organizzati vari workshop presso l'officina del mago delle Honda, Paolo Ciabini, di Arezzo che ha sposato la filosofia della nostra associazione fin dagli albori. Questo movimento ha reso possibile quello che per i ragazzi della Ferro e Motus è la cosa più importante – ha proseguito Barbagli- cioè condividere la passione per le due ruote e utilizzarla per fare associazionismo, arte, cultura, guida sicura, senza parlare dei tanti progetti a scopo benefico tra cui il “Distinguish gentleman ride” che quest'anno è in programma per il prossimo 18 maggio. Nel frattempo, come accade in occasione del varo di nuovi modelli a due e quattro ruote, è stato tolto il telo che copriva la moto “restaurata” nel corso di un vero e proprio happening con tante persone che hanno festeggiato un evento unico nel suo genere. Accanto al Presidente della associazione, ai soci, alla folta rappresentanza di meccanici e volontari che hanno preso parte alla definitiva messa su strada della nuova moto, studenti ed insegnanti in testa, Edoardo Mannucci,  Fabio Galeotti e Fabio Bruschi, sono intervenuti anche il sindaco, Luca Secondi, gli assessori, Letizia Guerri e Riccardo Carletti: “la passione per i motori è riuscita ad unire l'istituto professionale al territorio, utilizzando le nuove tecnologie in un progetto creativo ideato e realizzato da Ferro E-Motus, destinato a fare scuola a livello nazionale anche per le finalità legata ad iniziative di guida sicura e rispetto delle regole e limiti di velocità su strada”. Su questi temi le istituzioni saranno sempre al loro fianco in questa attività divulgativa e di sensibilizzazione e alle iniziative di solidarietà e coesione sociale”.  Info: www.ferroemotus.it, fb: FERRO E motus, @ferroemotus.

Redazione
© Riproduzione riservata
01/03/2025 12:57:19


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