Rubrica Lettere alla Redazione

Atti vandalici a Pieve Santo Stefano: "Il gesto di pochi colpisce interamente la nostra comunità"

Aule distrutte al Fanfani-Camaiti di Pieve, il preside scrive alla comunità

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Cari tutti, vi scrivo per condividere una riflessione sull’episodio occorso nella notte fra il 16 ed il 17 marzo scorso; episodio che ha avuto, ahimè, come protagonista la NOSTRA scuola. Quanto avvenuto è molto grave, e allo stesso tempo sconcertante. Al giorno d’oggi, con la crisi in atto, con una pandemia che ha radicalmente stravolto le nostre giornate, le nostre abitudini, la nostra quotidianità, e che soltanto adesso viene percepita come “quasi superata”, non comprendere che danneggiare i beni pubblici significa danneggiare ogni cittadino è cosa grave. Ancor più se il bene pubblico è una scuola. E’ la Scuola. Presidio di democrazia ed equità sociale, che ospita voi, studentesse e studenti, non per riempire i vostri cervelli di contenuti, ma per insegnarvi a diventare adulti consapevoli e responsabili. Si era riusciti, aula dopo aula, a dotare le classi di monitor touch, delle lavagne multimediali e dei relativi proiettori e PC. Tanti sforzi vanificati in una sola notte! Episodi come questi coinvolgono e offendono l’intera comunità scolastica, la dignità di tutti gli studenti, degli insegnanti e di coloro che si impegnano per garantire ai nostri ragazzi una scuola di qualità. Non si vuole assolutamente generalizzare e stigmatizzare tutti i giovani a causa del comportamento incivile di pochi, ma credo sia comunque opportuno richiamare l’attenzione dei ragazzi alle regole del vivere civile. Come comunità scolastica, contiamo, in particolare, sulla vostra capacità, cari studenti, di aiutare i compagni che manifestano insofferenza e indirizzare le loro energie nelle iniziative creative e costruttive che la scuola propone. Non nascondo di essere molto amareggiato, e ritengo intollerabile che, nonostante il quotidiano lavoro svolto professionalmente dai docenti, dal personale educativo, dai collaboratori scolastici e il personale di segreteria, venga deturpato il patrimonio pubblico e che non siano rispettate le regole della civile convivenza. Il gesto è di pochi ma colpisce interamente la nostra comunità. Mi chiedo cosa possa spingere i giovani a rovinare in tal modo il bene pubblico. Voi, ragazzi, sapete dare una spiegazione o la attribuite alla noia? Credete, davvero, che si possa giustificare con simili atteggiamenti il disagio di vostri coetanei? Il mio pensiero non vuole essere un atto di accusa nei confronti di nessuno, ma un invito alla riflessione sulla gravità di un gesto che colpendo la struttura ha colpito, in realtà, ciascuno di noi. Come ho già detto, però, questi atti non possono passare come espressione del disagio giovanile e forma di contestazione! Immagino le mamme e i papà di questi ragazzi chiedersi “Ma chi stiamo crescendo?” Ed è ai genitori che mi rivolgo. So che la maggior parte degli alunni sono ben seguiti dalle famiglie. Ormai, girando per le classi, leggo negli occhi di questi studenti, l’essenza del bravo ragazzo e delle brave ragazze. Ma voglio ricordare a tutti i genitori che solo la collaborazione scuola – famiglia può favorire la crescita sana ed equilibrata dei nostri figli. Il rispetto verso le persone e le cose che ci circondano è il valore che le famiglie e la scuola si impegnano a trasmettere tutti i giorni ai nostri figli e ai nostri studenti attraverso semplici messaggi, nella speranza che possano crescere e diventare ragazzi educati e consapevoli costruttori del futuro della nostra società. Di coloro i quali si sono resi responsabili di tali atti volutamente non parlo. Qualsiasi eventuale considerazione significherebbe dare loro, e al loro gesto, importanza. Importanza che non ha motivo d’essere. Del resto, sono più che certo che si sono commentati da sé. Preferisco volgere le mie energie, e quelle di tutta la comunità scolastica, al celere ripristino degli ambienti danneggiati. La didattica non ha avuto lo stop (forse da qualcuno sperato) neanche nella giornata di venerdì, grazie al lavoro di tutti, a partire dai nostri studenti, dai vostri figli, che senza mezzi termini hanno, per primi, condannato l’irresponsabile gesto di qualcuno. La loro maturità, il loro senso del dovere deve essere di esempio a chi, senza criterio, ha tentato, ma solo tentato, di interrompere il loro percorso di crescita. Chiudo questa lettera, che mai avrei voluto scrivere, col ringraziare la locale Compagnia dei Carabinieri, per il loro tempestivo intervento, ringraziare il Sindaco che personalmente si è recato sul posto e tutto il personale che a vario titolo ha fatto in modo di restituire un senso di normalità ad una giornata che di normale non aveva nulla. L’impegno del Dirigente sarà quello di restituire agli studenti e docenti, nel più breve tempo possibile, tutto quanto necessario per ripristinare, magari migliorandola, la strumentazione delle dieci, sottolineo dieci, aule devastate. Concludo con il ricordo di Don Milani, e proporrò personalmente di approvare, in seduta collegiale, la mozione affinché quella stessa frase, “I care”, possa campeggiare nell’atrio o lungo i corridoi della nostra scuola, affinché tutti, passandovi, possano sentirsi parte dell’istituto e ricordare a se stessi che la Scuola ci sta a cuore. Con orgoglio.

Il Dirigente Scolastico Prof. Giuseppe De Iasi

Redazione
© Riproduzione riservata
20/03/2023 17:14:11


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