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Mondo Politica: intervista a Danilo Bianchi consigliere comunale ad Anghiari

"La maggioranza é in ritardo sul Pnrr e sui lavori ai giardini del Campo alla Fiera2

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Sindaco di Anghiari in due diversi momenti, candidato sindaco a Sansepolcro nel 2011 e di nuovo candidato sindaco nel 2021 ad Anghiari. Danilo Bianchi, uno fra i politici e i pubblici amministratori di maggiore esperienza in Valtiberina Toscana, è oggi consigliere comunale di minoranza ad Anghiari nel “Patto Civico”, per cui è la prima volta che siede all’opposizione nel Comune da lui guidato.

Bianchi, il dietrofront del sindaco Polcri sulla vicenda della scalinata accanto a Porta Sant’Angelo è la dimostrazione dell’assenza di posizioni preconcette nei confronti della minoranza?

“Sì, il dialogo c’è. Sulla scalinata, ho presentato una interrogazione discussa in consiglio con tanto di dibattito, perché c’è stata un’autentica sollevazione popolare: siamo davanti a un’opera estranea al contesto storico-architettonico di Anghiari – come ho avuto modo di scrivere anche sulla mia pagina Facebook – che di fatto offende il sentimento di tutta la comunità anghiarese attenta alla bellezza dei luoghi. Il sindaco ha risposto adducendo le proprie giustificazioni, ma dichiarandosi disponibile a rivedere il tutto, fino a cancellare l’idea della scalinata. Noi tuttavia vigileremo sull’acquisizione delle autorizzazioni da parte della Soprintendenza: d’altronde, è una questione che ha fatto scalpore e se vogliamo essere capitale della cultura non possiamo sfregiare Porta Sant’Angelo”.

Su quali versanti, a suo parere, l’attuale amministrazione sta palesando ritardi?

“Nella gestione del Pnrr: sono state presentate tante schede progettuali, ma non sappiamo se siano andate a finanziamento oppure no. Alla riunione dei capigruppo, ho chiesto la convocazione della commissione consiliare lavori pubblici e quindi attendiamo che essa ci illustri la situazione. L’altro gravissimo ritardo concerne i lavori ai giardini del Campo alla Fiera, che gridano allo scandalo. Scuse sopra scuse: sta di fatto che il cantiere è stato aperto durante la campagna elettorale del 2021, quindi oltre un anno fa e ancora i lavori non sono arrivati al termine, fermo restando che si rischia di devastare i giardini solo per un impianto di irrigazione e per la sistemazione dei giochi per bambini. Anche in questo caso la popolazione è incavolata”.

In che rapporti è con l’altra componente di minoranza e quale clima si respira in generale all’interno del consiglio comunale?

“Più che buono il rapporto con Mario Checcaglini e insieme cerchiamo di coordinarci, nel rispetto delle nostre identità politiche. Ho stima e fiducia nei confronti di Checcaglini. A livello complessivo, l’aria che si respira è positiva e di questo debbo dare atto, ma da ciò ad amministrare bene c’è un bel po’ di differenza”.

La proposta della candidatura di Anghiari e la Valtiberina capitale italiana della cultura 2026 la trova d’accordo?

“Certamente! Ne abbiamo discusso durante l’ultima seduta consiliare e ho detto se ciò era un qualcosa di estemporaneo. Il sindaco Polcri ha mi risposto che era una sorta di provocazione per arrivare a una proposta a livello di Valtiberina e noi sottolineiamo che ci sono tutte le caratteristiche per ambire a questo riconoscimento, ma occorrono il coinvolgimento di tutti e un lavoro in sinergia. Comunque sia, va bene: per governare bisogna essere ambizioni e questa è una proposta ambiziosa”.

Le elezioni politiche del 25 settembre scorso. Si sta andando sempre più verso la composizione del nuovo governo e allora quali sono le riflessioni che Le ha suggerito l’esito della consultazione?

“Prendo atto della volontà popolare: arriverà presto un esecutivo che sarà espressione delle scelte fatte dagli elettori, come democrazia vuole e spero che i nuovi governanti si dimostrino all’altezza: non ho pregiudizi sotto questo profilo. Il Partito Democratico ha ancora una volta sbagliato tutto: rinchiuso nelle sue logiche di referenzialità, ha pensato solo a salvaguardare i posti dei suoi dirigenti, tant’è vero che nessuno di essi si è candidato nei collegi uninominali. Rosy Bindi ha perciò ragione: il Pd è un progetto politico finito e farebbe bene a sciogliersi per lasciare campo libero ad altre proposte politiche veramente più vicine ai sentimenti delle persone. L’unico vero progetto del Pd in questi anni è stata l’occupazione di posti di governo senza di fatto aver mai vinto le elezioni. Anche in ambito locale, credo che tutti si siano stancati di vedere le solite facce. Un esempio su tutti? Vincenzo Ceccarelli”.     

Redazione
© Riproduzione riservata
17/10/2022 10:15:36


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