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Mondo Politica: intervista a Chiara Andreini consigliere comunale a Sansepolcro

"Dopo la sconfitta elettorale é necessario riflettere su quello che vogliamo fare in futuro"

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Una serena e oggettiva autocritica all’esito non favorevole delle elezioni del 25 settembre. È quella di Chiara Andreini, ex assessore comunale a Sansepolcro nella giunta del sindaco Daniela Frullani e attualmente consigliere comunale di opposizione con il Partito Democratico, del quale è stata segretario dell’unione comunale fino allo scorso dicembre.

Andreini, il risultato elettorale del 25 settembre ha evidenziato le spaccature evidenti in seno al centrosinistra italiano?

“Sicuramente, ci siamo presentati impreparati a questa consultazione rispetto alle altre forze politiche che avevano determinato la caduta del governo Draghi. Siamo stati costretti a lavorare velocemente su alleanze che poi non sono andate a buon fine. Con la legge elettorale in vigore, l’essere riuscito a tenere le forze insieme è stato premiante per il centrodestra, mentre il Pd si è ritrovato con una coalizione esigua. Sicuramente, dovremo riprendere il rapporto con gli elettori e i territori (specie in quelli marginali), che – lo dico con sincerità – è stato trascurato ed è in questi contesti che siamo usciti più che mai sconfitti. Anche in Valtiberina abbiamo avuto la riprova”.

Cosa replica a chi sostiene che il Pd abbia perso per aver impostato la campagna elettorale sull’odio e sulle offese verso gli avversari politici?

“Anche a livello di comunicazione, è stata una campagna elettorale che ha avuto per filo conduttore lo scontro fra centrodestra e centrosinistra e ciò non ha fatto emergere le proposte valide per il Paese che come Pd avevamo. Si è insistito di più sulla contrapposizione ideologica che non sui punti qualificanti del programma, vedi l’aumento dei salari e le proposte su scuola e lavoro. Questo è accaduto e lo abbiamo visto anche in seno al centrodestra, dove un partito forte come la Lega è crollato sotto i colpi di Fratelli d’Italia”.

A distanza di 15 anni dalla sua costituzione, si apre forse ora il momento di riflessione più delicato per il Pd? E, come ha detto qualcuno, ha senso che prosegua come tale o che cambi denominazione e simbolo?

“Non credo che sia un problema di nome e di persone. Credo piuttosto che sia fondamentale chiarire i punti programmatici e ripartire da quella identità forte che è venuta a mancare. Dobbiamo quindi avviare una fase di ripensamento sui principi che allora portarono alla nascita di questo partito e poi trovare le persone giuste, ma adesso è il caso di riflettere profondamente sulle ragioni che ci tengono insieme e su quello che vogliamo presentare al Paese. Non è assolutamente il caso – come già qualcuno ha fatto – di avanzare candidature alla segreteria politica, perché vuol dire che non abbiamo capito nulla. La dirigenza del partito deve capire i motivi per i quali non abbiamo preso i voti: nessuno si è svegliato improvvisamente “innamorato” di Giorgia Meloni, per cui vuol dire in tanti luoghi il partito non è stato capace di interpretare il disagio e i problemi delle persone”.

Il risultato del Movimento 5 Stelle, per quanto inferiore rispetto al successo del 2018, è andato comunque al di sopra di ciò che avevano indicato i sondaggi. È il caso di riaprire il dialogo con i suoi esponenti, piuttosto che con Renzi e Calenda?

“Per ciò che riguarda le possibili future alleanze, ancora tutto è prematuro. Bisogna dapprima fare chiarezza sulla nostra identità: se siamo un partito di centrosinistra, dovremo guardare alle forze di centrosinistra, ma tutto adesso viene in secondo piano. Giustamente, le classi più fragili hanno votato il 5 Stelle per il reddito di cittadinanza, ma un partito di centrosinistra deve farsi carico delle persone ai margini della società, per cui ripeto: prima dobbiamo capire ciò che vogliamo e se siamo un partito di centro o di centrosinistra, perché siamo stati soggetti a continui cambiamenti. Le future alleanze dipenderanno da questo”.

Scendendo in ambito locale, avete percepito dopo quasi un anno importanti segnali dall’attuale amministrazione comunale di Sansepolcro?

“Non ho francamente notato alcun segnale di miglioramento o cambiamento in città. I problemi sono rimasti sempre lì, quelli di tre-quattro anni fa ci sono ancora tutti. Abbiamo presentato una interrogazione sulla scuola media “Michelangelo Buonarroti”, i cui lavori si sono fermati in estate e finora si è messo mano a un solo blocco. Si assiste insomma a un rallentamento su tutto e non c’è stato un segno tangibile in questa città: si è visto poco e alcuni assessori sono completamente inesistenti”.    

Redazione
© Riproduzione riservata
03/10/2022 11:33:33


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