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Mondo Politica: intervista a Matteo Ventanni consigliere comunale a Umbertide

L'amministrazione Carizia é stata capace solo di fare chiacchiere e proclami

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È il capogruppo consiliare del Partito Democratico a Umbertide. Matteo Ventanni è uno dei due rappresentanti del partito, che dopo la sconfitta elettorale del 2018 sta all’opposizione. Anche lui, come gli altri colleghi, è alquanto battagliero e si prepara per il ritorno alle urne, che sarà fra un anno.   

Ventanni, che bilancio stila a soli dodici mesi dalla fine della legislatura con sindaco Luca Carizia?

“Inerziale. Inerziale perché poco è stato fatto di aggiuntivo rispetto a quanto già era stato messo a cantiere nel periodo precedente al suo insediamento. La scuola Monini è forse il caso più evidente, come lo sono altre realtà che testimoniano questo. A volte, l’inerzia ha lasciato posto a scelte a dir poco discutibili come l’aver portato l’Irpef ai massimi storici in termini di aliquote, tant’è che poche settimane fa l’amministrazione si è dovuta riadeguare. Sono stati due anni complicati per tutte le realtà amministrative, questo va riconosciuto. Ma, cogliendo anche per ultima l’occasione fornita dal Pnrr, si potevano attuare delle scelte più lungimiranti in grado di dare quello slancio innovativo ad una città come la nostra. Si è invece preferito optare per interventi piuttosto conservativi. Insomma, un giudizio complessivamente negativo dettato da un graduale isolamento della città rispetto al panorama regionale”.

Siete stati molto critici sul versante della sanità. Qual è il vostro timore principale?

“Il nostro ospedale, insieme agli altri servizi socio-sanitari locali, è entrato spesso nel dibattito politico a causa della scarsa attenzione di questa amministrazione verso di essi. Chiusure di reparti, spostamenti di personale e delocalizzazioni hanno aperto la discussione sul futuro della sanità locale, che rimane ancora oggi un punto di riferimento per le aree a noi limitrofe. Per citare un caso emblematico, i tanti accessi al pronto soccorso dalle zone vicine, comprese quelle a nord di Perugia, sono ritenuti dai pazienti spesso e volentieri più rapidi rispetto ad altre realtà. Questo lo si è cercato di far capire a più riprese a sindaco e giunta e perfino all’assessore Coletto, ma il risultato è stato molto simile a quello di Sisifo. Il timore è relativo quindi al fatto che Umbertide possa di nuovo vedere scenari poco rassicuranti come quelli degli ultimi mesi circa il nostro polo sanitario”.

In questi anni nei quali siete all’opposizione, avete avuto modo di riflettere sulle cause della sconfitta patita nel 2018 e quale spiegazione vi siete dati?

“L’analisi è una componente del fare politica dalla quale non si dovrebbe mai prescindere, anche se spesso alcuni sono soliti tralasciare. I mesi che hanno preceduto l’appuntamento elettorale erano stati complicati per il Partito Democratico. Il calo alle elezioni nazionali di marzo era stato un segnale abbastanza chiaro, un primo sintomo di quello che stava emergendo da mesi anche in città e che avrebbe poi condizionato la sconfitta di giugno, nonostante la caratura di un profilo come quello di Paola Avorio. Paola aveva dato una speranza al Pd e a tutto il centrosinistra, riuscendo ad aggregare diverse anime attorno ad un programma serio e concreto per Umbertide in un momento appunto difficile. Ha prevalso invece un chiaro voto di protesta, la cui escalation si è poi protratta fino alle regionali. Non sono abituato a ritornare su scelte del passato: certo è che gli errori devono fare da monito mentre si guarda avanti”.

Vi sono oggi, a un anno di distanza dal ritorno alle urne, le condizioni per poter ripresentare un centrosinistra unito (magari con anche il 5 Stelle) e soprattutto capace di riconquistare il governo della città?

“Guardi, ricordo spesso una parentesi di questi quattro anni. Il primo giorno di consiglio: l’aria era abbastanza tesa anche fra i banchi dell’opposizione, il che era naturale dopo una campagna elettorale che aveva visto toccare anche momenti di evidente tensione nel dibattito tra i gruppi politici. Piano piano si è costruito un percorso leale di comune confronto sulle principali questioni tra i gruppi consiliari di opposizione che ha portato a presentare diverse proposte sul piano socio sanitario, ambientale e culturale. Ma è oggi necessario uno sforzo aggiuntivo in grado di aggregare in città le diverse sensibilità e istanze che non si riconoscono in questo modo attuale di amministrare, ma che hanno al tempo stesso idee e prospettive per Umbertide. Lo si fa accantonando i personalismi diffusi e discutendo in maniera profonda, certo che si possa arrivare al prossimo anno con un format politico di centrosinistra inclusivo e il più possibile allargato. Abbiamo visto proprio in Umbria che l’unione di tutti fa da argine alla destra, Assisi e Spoleto docent”.

Matteo Ventanni correrà ancora nel 2023?

“Matteo Ventanni correrà sicuramente. Non voglio fare riferimenti esclusivi al ruolo istituzionale di consigliere, verso il quale ho profondo rispetto e per il quale ringrazio ancora i tanti elettori che mi diedero opportunità nel 2018 tramite la loro fiducia. Correre per me significa impegno politico anche ‘disimpegnato’ a livello di cariche. Non a caso, mi dimisi da segretario comunale dei Giovani Democratici poco dopo la mia elezione proprio perché il doppio ruolo al tempo lo valutai stretto. Fare politica significa anche avere sempre ben chiara la consapevolezza di quando si è adatti o meno nei vari contesti. Certo è che non rinuncerò mai a partecipare alla discussione politica nelle sue diverse forme e a prendere posizione”.

Redazione
© Riproduzione riservata
30/05/2022 09:15:25


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