Undici anni fa il crollo del muro di sfioro della diga di Montedoglio

Il presidente di Eaut, Caprini: "Siamo a buon punto, lavori terminati in estate"
Undici anni fa il crollo del muro di sfioro della diga di Montedoglio. Tre dei conci cedettero, facendo riversare milioni di metri cubi di acqua a valle: erano in corso le fasi di collaudo, seppure ne erano al corrente solamente gli addetti ai lavori. Episodio che ha scosso fortemente l’intera vallata, ma non solo, poiché Montedoglio costituisce una grande risorsa idrica per la provincia di Arezzo, l’Altotevere Umbro e la Valdichiana Senese. A distanza di undici anni si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel. “All’interno del nostro ente sono due i motivi di ottimismo – spiega il presidente di Eaut, Domenico Caprini – perché, mentre la diga sta ricominciando ad immagazzinare acqua, il cantiere è tornato a lavorare a pieno regime. Vi è stato il dissequestro a seguito della questione legata allo smaltimento degli inerti e alcuni fra i nuovi conci sono già stati innalzati, per cui contiamo entro l’estate di completare le opere: siamo quindi fiduciosi che si possa davvero raggiungere l’obiettivo, per poi dare il via alle fasi collaudo”. L’autorità dighe, ente con sede all’interno del Ministero delle Infrastrutture, dovrà eseguire una serie di sopralluoghi e di tanto in tanto stabilire una nuova quota, così da poterlo alzare e svuotare almeno un paio di volte in maniera tale da monitorare la situazione. “E’ vero che sono trascorsi undici anni dal crollo – rimarca Caprini – ma voglio ricordare che la struttura è rimasta bloccata per ben 8 anni per le vicende giudiziarie che tutti conosciamo con il dissequestro avvenuto solamente nel novembre del 2018, c’è poi stata la fase di progettazione sempre condivisa con gli uffici che ha visto vari passaggi di natura burocratica; poi il reperimento di risorse aggiuntive per i lavori e l’espletamento della gara. In ultimo la pandemia che ha rallentato il cantiere che doveva essere ultimato in autunno: cronoprogramma slittato di alcuni mesi e si dovrebbe andare a metà aprile”. Per quello che riguarda il filone giudiziario del crollo gli imputati sono stati tutti assolti in appello, mentre per la parte di risorsa idrica presente il livello è tornato a salire dopo la grande siccità estiva: siamo oggi ad una quota di 375,70 metri sul livello del mare, pari a 43 milioni di metri cubi di acqua. Ma quali sono le caratteristiche del nuovo muro? “Il canale di scarico è costituito da una serie di elementi tra loro indipendenti, a forma di U ma suddivisi in due parti, una sfiorante contro acqua e l’altra emergente contro terra - spiega l’Ingegner Thomas Cerbini, responsabile della diga di Montedoglio e pure del procedimento dei lavori di ricostruzione - la parte interessata dal crollo, quella sfiorante, verrà ricostruita con un’altezza inferiore di un metro e con uno spessore maggiorato di 50 centimetri rispetto alla configurazione originaria, di cui ne verrà conservata la posizione originale; i conci sfioranti avranno un’altezza variabile tra i 7,5 e gli 11 metri in base all’andamento della formazione rocciosa di base; è stata ingrossata anche la fondazione il cui spessore passa da 2 a 2,5 metri, mentre la ‘mensola’ di fondazione di monte presenterà una lunghezza maggiorata, rispetto al muro originario, variabile da 1 a 3,5 metri. Sono 11 in totale i conci che formano il muro sfioratore per un totale di 112 metri. I conci contro terra, il cui intervento è già stato completato, hanno subito l’adeguamento e il miglioramento sismico: alla base dei conci emergenti lato canale è stata realizzata una ‘chiodatura’ di rinforzo ed un ringrosso in cemento armato, mentre nel lato opposto uno scavo di alleggerimento di profondità variabile”.
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