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Mondo Politica: intervista a Marcello Rigucci ex consigliere comunale a Città di Castello

"L’opposizione in sede di approvazione del bilancio ha dimostrato tutta la sua incompetenza"

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È stato in consiglio con la Lega prima e con il Gruppo Misto poi. Alle ultime consultazioni non è stato rieletto, ma lui rimane battagliero anche fuori dall’assise consiliare di Città di Castello: stiamo parlando di Marcello Rigucci, che ha già avuto modo di dire la sua anche dopo le prime sedute della nuova legislatura.

 Rigucci, cosa è successo in sede di approvazione del bilancio consolidato?

“Che l’opposizione ha dimostrato tutta la sua incompetenza, votando alla cieca: una cosa vergognosa. Si va a votare un bilancio consolidato, privo degli allegati dei bilanci delle partecipate, facendo un regalo all’amministrazione e ad esse. L’unica ad aver sottolineato questo aspetto è stata la consigliera Emanuela Arcaleni. Il Comune ha così avallato ciò che gli è parso, nessuno ha potuto contestare nulla. E delle partecipate non si sa nulla, né quali acquisti hanno fatto, né cosa emerge della loro attività con i numeri. Si è votato a porte chiuse: leggendo i documenti portati in commissione, l’assessore Mauro Mariangeli ha capito come la Corte dei Conti abbia richiamato alle partecipate, evidenziando la mancanza di trasparenza. E il bello è che sulla contabilità la scusa addotta dall’amministrazione è sempre la stessa: dipendenti della partecipata andati in pensione; era stato così tre anni fa e ora la storia si è ripetuta, tanto nel frattempo anche il giudice della Corte dei Conti è cambiato”.

È stato votato il bilancio consolidato in novembre. Ma non è una procedura da espletare entro il 30 settembre?

“Certamente! E’ stato presentato ora perché sapevano benissimo che non avrebbero trovato nessuno che glielo potesse contestare. Non lo hanno chiuso alla scadenza fissata per legge, perché avrebbero lasciato in mani la pratica ai nuovi consiglieri. Ripeto: le uniche osservazioni giuste sono state quelle fatte dalla Arcaleni, che però non ricevuto alcuna risposta”.

Lei è tuttora un esponente della Lega e di centrodestra. E allora, come mai in campagna elettorale – a sorpresa – l’abbiamo visto candidato in appoggio a Luciana Bassini?

“Inizialmente, la lista “Unione Civica Tiferno” avrebbe dovuto schierarsi con il centrodestra. Assieme a Filippo Schiattelli, la scelta l’avevamo fatta, ma qualcuno ha detto di no, per cui niente centrodestra e quindi abbiamo poi trovato l’accordo con la Bassini”.

Sappiamo benissimo cosa è successo in sede elettorale: un centrodestra diviso, che ha finito con il farsi solo del male, mandando al ballottaggio i due schieramenti di centrosinistra. Ma cosa è successo realmente?

“Fermo restando che il centrodestra ha fatto di tutto per perdere, c’è da dire che fra gli esponenti storici e quelli attuali dei vari partiti di schieramento non è stata trovata la quadra. Non solo: le questioni sono pian piano scivolate dall’aspetto puramente politico a quello anche personale, per cui ognuno ha ritenuto di dover seguire la propria strada. Ed ecco un coalizione con Forza Italia e Fratelli d’Italia e un’altra con la Lega, che ha preferito correre da sola”.

A Lei, abituato a non mandarle a dire e a essere battagliero – se necessario – quanto dispiace essere uscito dal consiglio comunale?

“Ai miei familiari non è dispiaciuto affatto: in effetti, potrò tornare a dedicare più impegno e attenzione a loro. Tuttavia, provo dentro di me un enorme dispiacere soltanto per il fatto stesso che – come già evidenziato – non vi sia nessuno in consiglio che riesca a replicare su ciò che l’amministrazione presenta, vedi il richiamato caso del bilancio consolidato privo degli allegati relativi alle partecipate. Mi sembra insomma che si stia facendo leva sull’inesperienza dei nuovi eletti”.

Ma Lei rimarrà comunque un “attore” molto attento alla vita politico-amministrativa cittadina?

“Senza ombra di dubbio. Continuerò a seguire l’andamento giuridico-istituzionale dell’amministrazione. Non si possono defraudare i cittadini, perché presto succederà anche questo: non si può dire che non ci sono soldi per prenderli a scapito delle fasce più deboli, dal momento che sono sospese le entrate che provengono dal mondo produttivo. E anche se i più deboli dovessero pagare poco, non va bene per una questione di principio. Vi sono poi alcune delibere di giunta risalenti addirittura a luglio, riportate oggi in delibere comunali del primo settembre. Perché queste delibere non sono state portate in consiglio? Perché negli ultimi consigli non vi è stato più l’intervento del dirigente di settore?”.

Redazione
© Riproduzione riservata
29/11/2021 09:53:06


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