Cingolani: “Riscriviamo il metodo di calcolo delle bollette. Mitigheremo l’aumento”
Riunione con Draghi e Franco
«Va riscritto il metodo di calcolo» delle bollette energetiche, «lo stiamo facendo in queste ore». Lo ha detto questa mattina il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, intervistato a Radio anch'io, su Rai Radio1. Sulle bollette dell'energia, ha spiegato il ministro, «c'è da mitigare l'aumento del trimestre, che c'è in tutto il mondo, e all'80% dipende dall'aumento del gas. Poi c'è da mettere in piedi un intervento più strutturale. Bisogna ragionare su come è costruita una bolletta, va riscritto il metodo di calcolo. Lo stiamo facendo in queste ore». Il governo ha intenzione di stanziare intorno a 3 miliardi di euro per evitare il rincaro della bolletta nel quarto trimestre
«La cosa più importante è accelerare sull'installazione di rinnovabili, così ci sganciamo più rapidamente possibile dal costo del gas». E ancora: «Stimiamo che il Decreto Semplificazioni porti i giorni necessari per autorizzare un impianto per energia rinnovabile da 1200 giorni a circa 1/5 (240 giorni, n.d.r.)».
Il ministro ha risposto anche a una domanda sul nucleare, tema da lui toccato nei giorni scorsi: «Oggi noi non potremmo fare nulla di nucleare, perché abbiamo un referendum che dice no alle vecchie tecnologie, e quelle nuove al momento non ci sono ancora». Resta però il suo parere positivo su quel tipo di produzione energetica: «Non ho cambiato idea. Io ho raccontato che oggi ci sono 4 Paesi che stanno studiando sorgenti di energia alternative, i reattori di 4/a generazione. Ho detto che queste fonti non sono mature, che probabilmente nel prossimo decennio capiremo se sono convenienti e sicure. Qualora questo fosse verificato, sarebbe importante capire se possono essere usate».
A metà mattinata Cingolani ha raggiunto Palazzo Chigi per una riunione con il presidente del Consiglio Mario Draghi con il ministro dell’Economia Daniele Franco, proprio sul tema del rincaro delle bollette energetiche. Il provvedimento, spiegano ad ora fonti di governo, non sarà però discusso già oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri. Per intervenire - sottolineano - c'è tempo fino al 30 settembre.
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