In sofferenza il ricambio lavorativo e sociale
Gli “indici intergenerazionali” di Citta’ di Castello peggiori della media italiana
Dalla lettura degli “indici demografici intergenerazionali” locali emerge una situazione preoccupante per quanto riguarda la capacità di ricambio in campo lavorativo, economico e sociale del nostro sistema territoriale. È un trend negativo certamente nazionale ma i nostri dati ci proiettano in una situazione peggiore se comparata con le medie italiane.
Partiamo dall’“indice di dipendenza strutturale” che rappresenta il carico sociale ed economico della popolazione non attiva (0-14 anni e 65 anni ed oltre) su quella attiva (15-64 anni). A Città di Castello nel 2019 ci sono 59,8 individui a carico, ogni 100 che lavorano (valore record in costante aumento, nel 2012 erano 52,0); in Italia sono 56,3.
A seguire l’“indice di ricambio della popolazione attiva” rappresenta il rapporto percentuale tra la fascia di popolazione che sta per andare in pensione (60-64 anni) e quella che sta per entrare nel mondo del lavoro (15-19 anni). La popolazione attiva è tanto più giovane quanto più l'indicatore è minore di 100. A Città di Castello nel 2019 l'indice di ricambio è 151,2 e significa che la popolazione in età lavorativa è molto anziana; in Italia è 132,8.
L’“indice di struttura della popolazione attiva” invece rappresenta il grado di invecchiamento della popolazione in età lavorativa. È il rapporto percentuale tra la parte di popolazione in età lavorativa più anziana (40-64 anni) e quella più giovane (15-39 anni). L’invecchiamento è tanto più grande quanto la percentuale è superiore a 100. A Città di Castello nel 2019 è 147,4% (valore record e in forte aumento dal 2012) in Italia è 138,8.
Infine l’“indice di vecchiaia” che rappresenta il grado di invecchiamento di una popolazione ci mostra che in prospettiva la situazione attuale è destinata ad aggravarsi. È il rapporto percentuale tra il numero degli ultrassessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni. Nel 2019 l'indice di vecchiaia per il comune di Città di Castello indica che ci sono 199,8 anziani ogni 100 giovani un valore record in costante aumento; in Italia è di 173,1.
Da questi dati quindi non possiamo che dedurre che l’incidenza socio-economica della crisi demografica si sta palesando in modo più cruento che nel resto d’Italia. Siamo un territorio ancora ricco di risorse che però da dieci anni a questa parte pare deturparle in modo più veloce rispetto ad altri territori.
È una situazione che la politica non può esimersi dall’affrontare strutturando e dando seguito a proposte atte non solo ad affrontare il problema demografico ma anche a favorire un dialogo più efficace fra offerta scolastica e mondo del lavoro locale soprattutto in fase di orientamento.
Il consigliere comunale – capogruppo di “Tiferno Insieme”
Nicola Morini
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