Mondo associativo: intervista ad Andrea Cestelli della società Balestrieri Sansepolcro

Entrerà nella storia del Palio della Balestra per due motivi: per averlo vinto nell’anno 2020, quello del Covid-19 e per essersi visto restituire la vittoria dopo quasi un mese di distanza. Il biturgense Andrea Cestelli, 45 anni, è stato dunque decretato vincitore a tutti gli effetti dell’antica competizione fra i balestrieri di Gubbio e di Sansepolcro; dopo la decisione “a tavolino” che lo aveva penalizzato, l’evidenza dei fatti sull’appartenenza a lui del puntale più vicino alla bulletta (non vi sarebbe stato scritto il cognome, come da regolamento, anche se lui aveva sostenuto che le frecce successive glielo avevano quasi cancellato) ha fatto propendere tutti per l’esito emesso dal campo. E con Andrea Cestelli, parliamo più in generale della sua passione per la balestra e di come questa tradizione andrebbe valorizzata.

Cestelli, una vittoria che ristabilisce giustizia non solo a Lei ma allo stesso Palio della Balestra?

“Sicuramente sì. E’ stato definitivamente legittimato il verdetto maturato sul campo e do atto a entrambe le Società Balestrieri per la correttezza dimostrata e per l’impegno profuso nel risolvere la situazione. Un particolare ringraziamento lo rivolgo a Gianni Bergamaschi per il comportamento tenuto nella triplice veste di presidente del sodalizio, di tiratore direttamente in causa (per un mese il vincitore è stato di fatto lui) e di amico personale. E un grazie di cuore anche a Massimo Mancini: da balestriere di giovane militanza, era riuscito a ottenere un terzo posto e ora la restituzione a me della vittoria lo ha fatto scendere dal podio e rinunciare alla freccia d’argento. Si è dimostrato un gran signore e tutti gli dobbiamo tributare il giusto riconoscimento”.

Lei aveva già vinto un collare di “Re della Balestra” nel torneo nazionale del 2007. In pratica, è come se avesse vinto uno “scudetto” individuale, ma è vero che le vittorie nel Palio secolare contro Gubbio sono l’obiettivo primario di ogni balestriere?

“Diciamo che entrambe sono vittorie prestigiose, ma che riguardano due gare differenti fra di esse. Sicuramente, il Palio con Gubbio è più sentito perché è il testimone di una lunga e onorata storia che ha dato il via alla tradizione. Il torneo nazionale è (o era, visto poi quanto avvenuto) sotto questo profilo una competizione più recente: non possiede ovviamente la stessa storicità, anche se ti riserva una grande soddisfazione, perché comunque ti misuri con avversari di altre città, oltre a quelli di Gubbio. Quando ho vinto io, c’erano quelli di San Marino, Massa Marittima e ovviamente Gubbio”.

Non pensa che il Palio della Balestra, inteso più generalmente come atto finale di una serie di eventi che caratterizzano Sansepolcro a inizio settembre, meriti una decisa opera promozionale e di visibilità su scala nazionale a fini turistici?

“Certamente! E le causali sono più di una. Intanto, le giostre rinascimentali o comunque le rievocazioni storiche sono in genere sfide fa più rioni di una stessa città; qui, invece, siamo davanti a una competizione fra due città, fatto più unico che raro in Italia. Sono peraltro due realtà differenti nella provenienza: Gubbio apparteneva allo Stato Pontificio, Sansepolcro alla Repubblica Fiorentina, ma sono soprattutto le grandi ereditarie della nobile arte, perché non hanno mai cessato l’attività con la balestra e hanno scritto le regole del tiro. E poi, credo che in nessuna città esista un’offerta ricca di eventi rievocativi come accade qui a Sansepolcro nella settimana che precede il Palio. A parte l’eccezione di quest’anno a causa del Covid-19, si parte con l’Offerta della Cera e si va avanti con concerto propiziatorio, Palio dei Rioni, Mercato di Sant’Egidio e Giochi di Bandiera e poi l’intensa parentesi domenicale della sfida. Un maggiore investimento dal punto di vista pubblicitario non solo sarebbe necessario, ma darebbe ossigeno al territorio, anche se la domenica del Palio riusciamo a portare turisti al Borgo”.

C’è chi sostiene che la Società Balestrieri di Sansepolcro avrebbe bisogno di abbassare la sua età media con un maggiore ingresso di forze fresche. Condivide questa tesi?

“Non proprio, nel senso che - se andiamo a vedere – di balestrieri giovani, validi ed entusiasti ne arrivano ogni anno e garantiscono un lento ma costante ricambio. E poi, non vi sono soltanto figli di balestrieri che proseguono la tradizione di famiglia come il sottoscritto: diversi tiratori, infatti, si sono avvicinati alla società per esclusiva passione non perché fin da piccoli avevano frequentato l’ambiente al seguito del padre balestriere”.

Niente più politica per Andrea Cestelli, ma solo balestra dopo i doveri prioritari?

“Ho fatto per cinque anni l’assessore in Comune e credo che sia stato un lasso di tempo sufficiente per poter lavorare: né troppo breve, né troppo lungo. I miei impegni sono quindi famiglia, lavoro e… balestra: la politica – lo avevo già detto a suo tempo è un capitolo chiuso senza ripensamenti”.