Opinionisti Olinto Gherardi

Alfieri e Bandiere

Ricordi del passato

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Tre otto, tre giri e lancio, questo l’abc della Bandiera, non prima di 40 minuti o forse più di otto sul posto, a volte con due bandiere, a tempo, per assimilare quel movimento basilare da eseguire che descrive nell’aria un otto, ma non a caso, la bandiera nell’alzare deve essere perpendicolare al corpo, il gomito attaccato al busto, nel tagliare orizzontalmente deve essere all’altezza della cintura, parallela al terreno ed in sincronia con tutti gli altri, i tre giri non sono un mescolare l’aria come fosse polenta, ma la bandiera deve avere una determinata inclinazione ed il conseguente lancio ad una altezza simmetrica con gli altri con la bandiera che andava ripresa senza muoversi di un cm dal punto di lancio, ore ed ore di allenamenti alla ricerca dell’impossibile perfezione, ma poi non così distanti… Un addestramento ferreo, in stile militare che è servito a portare quei ragazzotti all’apice della Bandiera a livello Nazionale, a confrontarsi con scuole diverse e magari anche migliori per certi punti di vista, a quei tempi i gruppi in auge portavano il nome di Arezzo, Faenza, nella fattispecie la contrada dove militavano i fratelli gemelli Grilli, e poi i Bandierai degli Uffizi, Gubbio, questi più o meno i gruppi di eccellenza, di quella che è l’arte della Bandiera a sfondo di spettacolo, intrattenimento, rievocazione, senza scomodare gli Alfieri Senesi depositari, per quanto conosco, dei movimenti basilari, quelli che vediamo in televisione durante il corteo prima del Palio. Già allora esistevano i Campionati Nazionali della Bandiera, che si disputavano annualmente in una città diversa, salvo poi evolversi in una vera e propria disciplina in seno a due diverse Federazioni, la Fisb Federazione Italiana Sbandieratori e la Lif, Lega Italiana Sbandieratori, le quali gestiscono un vero e proprio campionato di varie specialità - Anche i nostri Sbandieratori, invitati, parteciparono ad un campionato nazionale che si tenne nel ’72 a Carovigno, in Puglia e ricordo che nelle vetrine del negozio Massi furono esposte per un po’ di tempo delle coppe riportate dal gruppo in quell’esperienza unica, i nostri sbandieratori infatti non fanno parte di nessuna delle due leghe per scelta propria di rimanere entità non competitiva, ma altresì gruppo rievocativo e di spettacolo. Con Arezzo, gli Alfieri del professor Dini, del professor Magrini, non avevamo quasi mai occasioni di confronto, ma ricordo la grande rivalità esistente fra noi e gli Eugubini in quanto ci trovavamo di fronte due volte l’anno, durante i Palii della Balestra nelle rispettive città, loro si erano formati qualche anno prima e rispetto a noi avevano sicuramente più esperienza e padronanza della piazza, e per qualche anno li abbiamo subiti passivamente, ci apparivano scostanti e supponenti, boriosi ed esibizionisti, guidati da un personaggio dotato di un ego sconfinato, il quale era solito tessere interminabili celebrazioni presentando l’esibizione del suo gruppo. A questo proposito ricordo un aneddoto accaduto in quel di Gubbio durante un Palio, nel quale come al solito il responsabile eugubino, conosciuto come Fefè, elencò viaggi e mirabilie dei propri ragazzi prima che si esibissero; quando poi fu il nostro turno di impegnare la piazza, il Presidente Gennaioli, urtato come noi da cotanto egocentrismo, salì sul palchetto e presentandosi, disse al pubblico solamente queste parole … i miei Sbandieratori si presentano da soli… fu forse la prima volta che presentammo la nostra esibizione senza errori marchiani, fatta salva qualche sbavatura dovuta al vento, che è sempre presente a Gubbio e che ci permise di uscire a testa alta e fieri della nostra esibizione. Da lì in avanti la rivalità aumentò ancora, ci guardammo per anni in cagnesco ed alcune volte venimmo anche alle mani, fin quando poi il rispetto prese il posto dello sciocco antagonismo tipico delle tifoserie da stadio. Negli anni a venire c’è stata anche proficua collaborazione fra i due gruppi accantonando veleni e rancori immotivati. Ricordo un loro numero in particolare, oltre al singolo di Caioli, il Salto del Fiocco, col quale chiudevano quasi sempre il loro spettacolo, che consiste nel saltare una serie di compagni accucciati facendo passare il fiocco, la bandiera, sotto le gambe durante lo scavalcamento dei compagni, che arrivavano anche a 8-9 da superare. Con tutto il rispetto però, preferivo e preferisco ancora oggi la squadra ad otto alfieri dei nostri Sbandieratori, vera pietra miliare che ripercorre le geometrie del nostro Piero della Francesca e la schermaglia o lotta di bandiere eseguita dai fratelli Polverini e prima ancora da Daniele Mercati, tre elementi che ancora oggi fanno parte del gruppo e della sua storia. Grazie, alla prossima.

Olinto Gherardi
© Riproduzione riservata
28/05/2020 06:21:55

Olinto Gherardi

Operaio – Scrittore - Apolitico – 21 anni nel Gruppo Sbandieratori di Sansepolcro dall’avvento del Dott. Piero Gennaioli - Scrittore di poesie - Due pubblicazioni nel 2013(Lo Sbandieratore di Emozioni) e 2015 (All’ombra della Torre) con lo pseudonimo di Uguccione de’ Fiaschi – Collabora alla mostra fotografica di Francesca & Angelo Petruzzi, ManiAnime del Borgo 2016 – Attenzione rivolta al territorio, al Borgo ed al suo patrimonio artistico; diretto e chiaro nell’esposizione del pensiero critico, ma costruttivo. Fotografo amatoriale per hobby-Calcio e Pallavolo gli sports seguiti in prevalenza. redazione@saturnonotizie.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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