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Emergenza Covid-19: siamo nella Fase 2 tra una montagna di polemiche

Doveroso ripartire “tutti” prima possibile E trovare gli strumenti economici di sostegno

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Stiamo entrando nella “fase 2” dell’emergenza coronavirus e dopo la paura che sembra stia passando, adesso sono le polemiche che stanno salendo. Io che vivo in Valtiberina mi ritengo fortunato, in quanto il Covid-19 ci ha appena sfiorato, ad eccezione di Badia Tedalda e Ponte Presale, dove il focolaio divampato sembra però dover essere imputato all’imprudenza di un cittadino che poi ha trasmesso il virus. In questi giorni ho assistito a un "rimbambimento", da parte di esponenti politici, fatto di comunicati sui social, con qualcuno che ha francamente esagerato, ma si sa che la politica approfitta anche di ciò per ottenere visibilità. Mi ritengo fortunato anche perché, dal momento che andremo incontro a una forte crisi economica, abbiamo le due più grandi aziende del territorio – Aboca e stabilimento Newlat Buitoni – che invece hanno aumentato i fatturati, ricordando che complessivamente impiegano oltre 2000 dipendenti. Se andiamo a cliccare sui social in questi giorni – ma la cosa mi disgusta sempre più – assistiamo continuamente a litigi fra persone che usano anche parole pesanti per dire come avrebbero gestito loro questo particolare momento che il nostro Paese sta vivendo. Rispetto le idee di tutti, ma penso altresì che vi sia modo e modo di esporre le proprie opinioni e credo che le sensibilità siano diverse anche in base all’attività che una persona svolge; ho allora svolto una sorta di indagine fra le persone favorevoli a rimanere in casa e quelle che invece vorrebbero andare fuori e ho notato che nella prima categoria rientrano dipendenti pubblici e pensionati, che hanno sinceramente meno problematiche rispetto a chi possiede una partita Iva, che ovviamente – non lavorando – deve sostenere costi senza alcuna entrata. C’è poi un’altra categoria, quella dei lavoratori dipendenti che sentono in pericolo il loro posto di lavoro e che quindi si schierano a fianco degli imprenditori, anche perché altrimenti sarebbe difficile pagare le rate del mutuo, l’affitto e le spese senza percepire alcuno stipendio. Sensibilità diverse, quindi, ma è un problema che dobbiamo affrontare tutti assieme per cercare di uscire da questa situazione. Credo allora che il governo nazionale sia stato un po’ troppo prudente nel varare la “fase 2”, che sta risultando molto simile alla “fase 1”. Se da una parte è giusto continuare ad avere tutte le precauzioni possibili, dall’altra è anche vero che bisogna trovare gli strumenti per poter fare lavorare questo Paese, in particolare le piccole e medie imprese, che ne hanno fatto la fortuna. È doveroso quindi ripartire “tutti” prima possibile, ma anche trovare gli strumenti economici di sostegno per non rischiare di ritrovarci con migliaia e migliaia di imprese in chiusura, con le conseguenze che tutti possiamo immaginare.   

Domenico Gambacci
© Riproduzione riservata
02/05/2020 21:23:58

Punti di Vista

Imprenditore molto conosciuto, persona schietta e decisa, da sempre poco incline ai compromessi. Opera nel campo dell’arredamento, dell’immobiliare e della comunicazione. Ha rivestito importanti e prestigiosi incarichi all’interno di numerosi enti, consorzi e associazioni sia a livello locale che nazionale. Profondo conoscitore delle dinamiche politiche ed economiche, è abituato a mettere la faccia in tutto quello che lo coinvolge. Ama scrivere ed esprimere le sue idee in maniera trasparente. d.gambacci@saturnocomunicazione.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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