Caos in Afghanistan, si autoproclamano due presidenti
Abdullah contro Ghani, gli Usa chiedono di ratificare il trattato di pace con i Taleban
L’Afghanistan scivola nel caos. Dopo che ieri i due candidati rivali al vertice dello Stato si sono proclamati entrambi presidente, oggi gli Stati Uniti hanno chiesto un volto del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per approvare l’accordo di pace concluso con i talebani il 29 febbraio, che include il ritiro militare americano e della forze Nato. Il testo comprende due appendici segrete sulla lotta al terrorismo. I membri del Consiglio dovrebbero approvare senza nemmeno conoscerne il contenuto. Un diplomatico ha definito questo particolare passaggio come «incredibile». L’intera diplomazia mondiale sta cercando di decifrare la mossa statunitense. Potrebbe essere anche dettata dal deterioramento del quadro politico. L’annuncio del ritiro dopo 19 anni di tutte le forze militari straniere, compresi gli 800 soldati italiani, ha scatenato le forze centrifughe settarie alla base di decenni di guerre civili.
Forze settarie centrifughe
La crisi istituzionale è andata fuori controllo quando ieri sia il presidente rieletto per un pugno di voti, Ashraf Ghani, che il suo sfidante Abdullah Abdullah, si sono autoproclamati capo dello Stato. Ghani è stato confermato con il 50,67 per cento dei voti dopo un conteggio durato cinque mesi, con l’annullamento di due milioni di schede su tre. In pratica è stato votato da poco più di mezzo milione di persone su 37 milioni di abitanti. Il rivale Abdullah Abdullah, che aveva già sfidato Karzai nel 2009 e contestato anche quella volta il risultato, non ci sta e va avanti. E’ un fatto inedito che può innescare una guerra civile ulteriore. Abdullah, metà tagiko metà pashtun, rappresenta soprattutto il Nord tagiko, mentre Ghani viene dal Sud pashtun.
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