Meno di 4mila tigri in tutto il mondo: la sfida per salvarle
Calo di circa il 97% rispetto a un secolo fa
Nella Giornata mondiale della tigre del 29 luglio si tirano le somme. Oggi sul Pianeta restano 3.890 esemplari, nonostante i tanti sforzi di conservazione. All'inizio del Novecento c'erano circa 100mila tigri ancora libere in natura. A sottolinearlo è il Wwf, ricordando che sono attualmente presenti in maniera disomogenea in 13 differenti Paesi (India, Nepal, Bhutan, Bangladesh, Russia, China, Myanmar, Thailandia, Malesia, Indonesia, Cambogia, Laos e Vietnam), con un calo della popolazione stimato di circa il 97% rispetto a un secolo fa. I progetti per salvare questi felini dall'estinzione. La minaccia maggiore per la tigra resta il bracconaggio, che si fonda ancora oggi su credenze popolari, alimentando un mercato illegale legato anche alla medicina tradizionale cinese, che utilizza alcune parti del corpo del felino (come organi interni, ossa o denti) per la produzione di medicinali. Tale commercio riguarda tutta l'Asia: la medicina tradizionale cinese è usata anche in Laos, Vietnam e Cambogia. Solo in pochi Paesi, sottolinea il Wwf, "esistono dei reali sforzi per frenare il bracconaggio". Questo traffico illegale è il quarto dopo quello di droga, traffico di esseri umani e merci contraffatte. Con alti guadagni: una tigre sul mercato illegale può valere fino a 150mila dollari. Tra gli obiettivi del Wwf c'è dunque quello di raddoppiare gli sforzi e gli investimenti per la protezione e la gestione delle 13 zone cruciali per la riproduzione e la conservazione delle tigri .
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