Disabili senza cittadinanza
Ancora una volta i più deboli sono stati tagliati fuori
Nel decreto che istituisce il reddito e le pensioni di cittadinanza e’ stata ignorata la disabilità.
Con il testo definitivo infatti non e’ stato previsto nessun aumento universale delle pensioni di invalidità (da 285 a 780). Di Maio lo aveva però dato per certo sui social dopo l'approvazione della manovra. Ma poi tutto e’ scemato. C’è di più. Neanche è stato stabilito che la disabilità sia adottata come criterio o coefficiente per attribuire il reddito o la pensione di cittadinanza. I disabili restano sempre persone di serie B dunque: eppure la vita di una persona con disabilità e della sua famiglia e’molto più onerosa e difficile degli altri. Le persone non autosufficienti, infatti, non solo sono generalmente più svantaggiate economicamente dovendo sostenere costi di vita maggiori, ma corrono anche un rischio di impoverimento maggiore proprio perché gli ostacoli che incontrano rendono più complessa la traduzione del reddito in un vero benessere.
Sono, dunque, ancora una volta i più deboli ad essere stati tagliati fuori.
C’è anche un’altra cosa. Le persone con disabilità che avranno accesso al reddito perché sotto la soglia di povertà, saranno escluse anche dal patto di lavoro, di formazione e dai progetti di inclusione.
Pare prevalere dunque una visione delle non autosufficienze che si evolve in una specie di isolamento, senza riscatto, con la matematica certezza che le misure adottate per contrastare povertà e disuguaglianze non sono di fatto uguali per tutti.
Monia Mariani
Appassionata di scrittura e narrativa e, da sempre, interessata a tematiche sociali. Ha finora pubblicato tre romanzi biografici. Il Maestro (2008), ispirato alla vita del biturgense Gino Tarducci, La Leggenda di Zillone (2010) autobiografia dell’ex pugile professionista Pietro Besi, e La Tortuga (2013) ispirato alla vita del fiorentino Giacomo Papini, cercatore di diamanti in Venezuela. Sta lavorando ad altre storie da raccontare.
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