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60 anni fa l'abolizione delle "Case Chiuse": ma la prostituzione non é sparita

La Merlin con la sua legge voleva ridare dignità alle prostitute

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Una data a suo modo storica per l’Italia: il 20 febbraio 1958, cioè 60 anni fa esatti, il Parlamento approvava la legge n. 75, meglio conosciuta come “legge Merlin”, dal nome della proponente, la senatrice Angela “Lina” Merlin. Era la legge che aboliva le case di tolleranza, dette anche “case di piacere” o “case chiuse”; insomma, i luoghi nei quali si esercitava la prostituzione con tanto di tariffa e controllo medico. Fu l’approdo di un iter che la Merlin aveva iniziato dieci anni prima, nel 1948, trovando non pochi ostacoli anche all’interno dei suoi colleghi del Partito Socialista. La Merlin, che in sede di costituente si era battuta per far aggiungere la clausola “senza distinzioni di sesso” nell’articolo 3 (“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge …”), aveva realizzato con l’approvazione della legge il vero obiettivo di fondo, che – come lei stessa dichiarò a suo tempo - era quello di redimere non la donna ma lo Stato, che ricavava gli introiti da questa attività (come del resto i gestori delle case di appuntamenti, che avevano creato il business) e nel contempo di restituire un minimo di dignità alla figura della prostituta, trattata non certo alla pari delle normali donne e ai figli di quest’ultima, che proprio per questo motivo erano una sorta di “bollati” con le possibilità di carriera praticamente precluse. Era una donna troppo intelligente ed emancipata, la Merlin (in un periodo fatto di politici validi, ma ancora arretrati in certe dinamiche di natura etica), per non capire che la soppressione delle “case di tolleranza” non avrebbe significato la fine anche della prostituzione. A distanza di 60 anni, la situazione è sotto gli occhi di tutti: le prostitute esistono, con la differenza che vi sono quelle da strada e quelle da “salotto”, così come esistono (eccome!) gli sfruttatori. Si parla di reintrodurre le case di tolleranza per una maggiore garanzia dal punto di vista sanitario e per fare in modo che allo Stato arrivino altri proventi senza tartassare i cittadini sui servizi essenziali: tutto si può fare, ma è chiaro che – come in Italia esistono gli evasori – così continueranno a operare gli sfruttatori in forma nascosta. E alla stessa maniera, le donne continueranno a mercificare il proprio corpo. Bisognerebbe (lo diciamo in forma provocatoria) eliminare l’indole dei due sessi, il che è impossibile, per cui finchè esisteranno uomini e donne, desideri e pulsazioni, esisterà anche la prostituzione che, come scriviamo molto spesso - ma non a caso - anche nei nostri articoli usando la metafora, è il mestiere più antico del mondo. E che, come tale, è destinato a sopravvivere. 

Nella foto l'interno di una "Casa di Tolleranza" dove le donne che frequentavano questi luoghi erano alla stregua delle “schiave”

Domenico Gambacci
© Riproduzione riservata
20/02/2018 19:04:21

Punti di Vista

Imprenditore molto conosciuto, persona schietta e decisa, da sempre poco incline ai compromessi. Opera nel campo dell’arredamento, dell’immobiliare e della comunicazione. Ha rivestito importanti e prestigiosi incarichi all’interno di numerosi enti, consorzi e associazioni sia a livello locale che nazionale. Profondo conoscitore delle dinamiche politiche ed economiche, è abituato a mettere la faccia in tutto quello che lo coinvolge. Ama scrivere ed esprimere le sue idee in maniera trasparente. d.gambacci@saturnocomunicazione.it


Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente dell’autore e non coinvolgono in nessun modo la testata per cui collabora.


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