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Il 2017 dell'invaso di Montedoglio tra minimo storico e paracadute per la grande siccità estiva

Il punto della situazione con il dottor Fabio Lunardi, direttore dell'Ente Acque Umbre Toscane

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Un 2017 che passerà alla storia per la sua grande siccità estiva. In tutto questo, però, una bella funzione di "paracadute" è quella dimostrata dall'invaso di Montedoglio il cui triste e settimo anniversario della rottura del muro è oramai imminente. Un bacino artificiale che ha sofferto molto, con continui prelievi seppure è stato in grado di soddisfare le esigenze di tutta la provincia di Arezzo. Fine anno, tempo di bilancio: come si è comportato Montedoglio nel corso di questi dodici mesi? Quesito posto al dottor Fabio Lunardi, direttore dell'Eaut (Ente Acque Umbre Toscane) che monitora costantemente l'invaso. "Partiamo dall'attualità, poiché Montedoglio con le piogge degli ultimi giorni ha recuperato già un metro: nel corso dell'anno si è comportato bene, ci sono stati momenti più delicati dovuti alla siccità ma il colpo è stato attutito". Risorsa che, vista anche la neve in quota, è destinata inevitabilmente a incrementare.

La quota massima raggiunta nel 2017? "E' stata il 17 marzo, quando eravamo nell'ordine di 383,35 metri sul livello del mare che corrisponde a un volume di circa 81 milioni di metri cubi di acqua".

E quella minima? "E' recente. Lo scorso 29 novembre quando Montedoglio ha toccato i 371,63 metri sul livello del mare, pari a circa 33,5 milioni di metri cubi di acqua tenendo conto che ne vanno tolti sempre 10 che costituiscono il cosiddetto invaso morto".

Ci sono stati momenti critici nel corso di questo 2017? "Come dimostra la quantità di risorsa idrica ancora presente nell'invaso non si sono registrate criticità, benché l'adduzione (in particolare quella verso la Valtiberina Toscana e Umbra) risenta di un limite determinato dalla intensità dei prelievi irrigui durante la stagione estiva che penalizza fortemente la stazione di pompaggio in località Singerna: l'acqua raggiunge la Valtiberina per sollevamento elettrico; costretto a sollecitazione massima e costante nei mesi estivi si accentua anche il rischio di possibili guasti o rotture".

Nel corso dell'anno ci sono state delle richieste di rilascio particolari? "No. Va solo osservato che la siccità del 2017 ha determinato un consumo di acqua nel mese di giugno più rilevante rispetto ai precedenti anni".

La quantità di rilascio giornaliera da Montedoglio? "Per ciò che riguarda il Tevere si è attestata da settembre in circa 1,2 metri cubi al secondo (105mila mc giornalieri) mentre nel periodo estivo eravamo attorno a 1,5 metri cubi al secondo (130mila mc al giorno) anche per contenere l'impatto dei prelievi irrigui diretti autorizzati. La risorsa idrica complessiva erogata nel 2017 (senza considerare il rilascio sul Tevere) è stata del 50 per cento maggiore rispetto al 2016. Attualmente gli approvvigionamenti (Valtiberina, Valdichiana e Arezzo) sono contenuti entro i 60mila metri cubi giornalieri con destinazione prevalentemente su utilizzi civili-ambientali".

Cali o impennate improvvise del livello dell'acqua ci sono state nel corso del 2017? "Cali no. Da rilevare che nei tre mesi estivi Montedoglio è calato mensilmente di circa 2,5 metri. Impennate improvvise sì: la più accentuata è quella registrata tra il 31 gennaio e il 9 febbraio: più 2,7 metri. Ma c'è anche quella più recente tra il 29 novembre e il 13 dicembre con più 1,7 metri sul livello del mare".

Montedoglio quindi ha retto il colpo? "Direi proprio di si. Ha dimostrato essere un'infrastruttura fondamentale per contenere nei territori serviti gli effetti della siccità".

Redazione
© Riproduzione riservata
21/12/2017 09:23:06


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