"Niente è reale. Giuliano Trombini dipinge i Beatles": appuntamento a Citerna

Il noto pittore ferrarese omaggia la band più influente della storia del rock
Dal 13 settembre al 12 ottobre 2025 la Sala degli Ammassi, in Corso Garibaldi 26/30 a Citerna, ospita “Niente è reale. Giuliano Trombini dipinge i Beatles”, personale di pittura di Giuliano Trombini a cura di Marco Botti.
Sabato 13 settembre, alle ore 17, l’inaugurazione ufficiale alla presenza del sindaco di Citerna Enea Paladino e dell’assessore alla cultura Valentina Ercolani.
L’evento è in collaborazione e con il patrocinio di Comune di Citerna, Proloco di Citerna e Piccolomuseo di Fighille. L’esposizione sarà visitabile tutti i giorni, dalle ore 9 alle 12 e dalle ore 15 alle 18.
Il vernissage della mostra sarà anticipato, alle ore 15, dalla donazione di un’opera significativa di Trombini al Piccolomuseo di Fighille, centro diffuso per l’arte contemporanea la cui collezione permanente annovera i quadri vincitori del premio nazionale “Fighille Arte” e le opere donate da apprezzati maestri italiani.
LA MOSTRA
Giuliano Trombini torna a esporre in Valtiberina a nove anni di distanza dalla mostra “Pop Histories” nel Museo Michelangiolesco di Caprese Michelangelo. “Niente è reale”, citando una frase tratta da un immortale pezzo beatlesiano, è una personale incentrata su uno dei filoni più conosciuti e amati del noto pittore ferrarese: quello dedicato ai Beatles. L’artista è tornato più volte su questo tema nel corso della sua lunga carriera e per l’esposizione allestita nella Sala degli Ammassi di Citerna riunisce oltre venti opere di varie dimensioni, che raccontano la band più influente della storia del rock sotto diversi punti di vista.
Il visitatore può ammirare tele e tavole in cui i quattro di Liverpool sono rappresentati nei vari periodi della loro intensa carriera. Dagli esordi dei primi anni Sessanta con i famosi capelli a caschetto, passando per la variopinta fase psichedelica, fino ad arrivare all’epilogo del 1970, è possibile ripercorrere la più rivoluzionaria storia musicale del secondo Novecento attraverso citazioni di copertine e immagini iconiche dei “fab four”, immerse nelle inconfondibili atmosfere trombiniane. Ci sono i Beatles della travolgente “beatlemania” che contagiò il mondo e quelli degli album epocali che dettarono le coordinate a tutti gli altri gruppi coevi e dei decenni a seguire, consacrando il rock come vera e propria forma d’arte, in grado di coesistere e dialogare con la cosiddetta musica “colta”.
A distanza di 55 anni dall’uscita dell’ultimo album i “favolosi quattro” continuano a influenzare tutto e tutti, al di là dei generi e dei sottogeneri. Non c’è musicista, vecchio o giovane, che non si sia cimentato almeno una volta con la cover di una loro canzone o che non li annoveri tra le principali influenze.
L’impatto beatlesiano nella cultura e nella società degli ultimi sessant’anni ha investito la moda e le altre forme d’arte, compresa la pittura. Di sicuro ha suggestionato artisti come Giuliano Trombini, che nella mostra di Citerna invita ad accompagnarlo in un viaggio a ritroso nel tempo, nei suoi anni giovanili, quando una band partiva da Liverpool per conquistare il mondo, usando come unica arma la genialità.
BIOGRAFIA
Giuliano Trombini è nato nel 1953 a Tresigallo (FE), dove ancora oggi vive e lavora. Inizia la sua carriera come cartellonista e grafico pubblicitario e contemporaneamente si dedica all’arte pittorica. Esegue murales, illustra copertine di libri, romanzi, comics e fanzine, ricevendo riconoscimenti e premi. Dalla metà degli anni Settanta la pittura diviene l'attività esclusiva, trovando favorevole accoglienza in Italia e all’estero con personali e collettive di successo. Dopo un’intensa ricerca tra surrealismo, simbolismo e pop art, negli anni Ottanta raggiunge un linguaggio distintivo, che lo consacra nel panorama nazionale grazie a un’alchimia unica di colore, materia e luce.
Nelle opere del pittore emiliano, ricche di citazioni tratte dai mondi dello spettacolo, della musica, della pubblicità e del costume, i protagonisti sono spesso i giovani, catturati lungo le vie delle città, nelle periferie, a passeggio o seduti al tavolino di un caffè o di un ristorante in attesa di qualcosa o qualcuno che forse arriverà. I loro sguardi distaccati diventano simboli della condizione umana contemporanea, espressa mediante una poetica dolce e malinconica, in cui emergono il senso dell’incomunicabilità e della solitudine dell’uomo nell’epoca dell’iperconnessione.
Le opere di Giuliano Trombini sono oggi presenti in importanti collezioni pubbliche e private italiane.
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