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Solidarietà da parte delle donne del Pd ai medici della Casa di Comunità di Pratovecchio-Stia

"Il loro gesto è stato un atto simbolico di protesta contro il massacro in corso a Gaza"

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La Conferenza delle Donne Democratiche della provincia di Arezzo esprime la propria solidarietà alla dottoressa Rita Segantini, medico di medicina generale, e all’infermiera Giulia Checcacci della Casa di Comunità di Pratovecchio-Stia, finite al centro di un’inaccettabile gogna mediatica.

L’Azienda sanitaria per cui lavorano ha già avviato le indagini interne e, se necessario, prenderà i provvedimenti opportuni. Non spetta ai social o ai commentatori improvvisati ergersi a giudici: il clima di odio, diffamazione e richieste di licenziamento che si è scatenato è ingiusto e lesivo della dignità personale e professionale delle due operatrici.

Il gesto da loro compiuto – gettare nel cestino campioni gratuiti di prodotti a marchio israeliano, poi recuperati – è stato un atto simbolico di protesta contro il massacro in corso a Gaza. Le due professioniste hanno inoltre chiarito pubblicamente, con un video di scuse, che si trattava di un gesto simbolico e che non vi è stato alcuno spreco di farmaci.

Ciò che colpisce è la sproporzione tra il gesto e la violenza mediatica subita: un accanimento che non solo mette a rischio la loro reputazione e il loro lavoro, ma pesa anche sulle loro famiglie e sulla loro salute. Episodi del genere ci ricordano quanto facilmente la macchina dell’odio possa diventare devastante, fino a conseguenze estreme.

Concordiamo pienamente con la valutazione del Consigliere regionale Vincenzo Ceccarelli, che ha espresso solidarietà e sostegno alle due professioniste, ribadendo come sia necessario difendere la loro dignità e professionalità.

Come Conferenza delle Donne Democratiche ribadiamo la nostra vicinanza e sostegno alla dottoressa Rita Segantini e all’infermiera Giulia Checcacci e chiediamo che l’attenzione torni al tema che esse hanno voluto sollevare: la necessità di fermare il massacro a Gaza.

Un gesto simbolico di coraggio non può trasformarsi in una condanna pubblica.

La realtà e la solidarietà prevalgono sulla manipolazione e l’odio.

Redazione
© Riproduzione riservata
24/08/2025 16:45:56


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