Architetti di Arezzo: preoccupati per la proposta di Legge Regionale n.2 del 02/12/2024

Il paesaggio toscano è un bene culturale diffuso
L’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Arezzo esprime forte preoccupazione per la proposta di Legge Regionale n. 2 del 02/12/2024, relativa all’individuazione delle aree idonee per l’agrivoltaico e il fotovoltaico a terra. Pur inserendosi nel quadro delle politiche per la transizione energetica, la proposta presenta numerosi elementi in contrasto con i valori paesaggistici della Toscana, una regione fondata su un equilibrio storico e culturale tra ambiente, agricoltura e insediamenti umani. Il paesaggio toscano è un bene culturale diffuso, modellato nei secoli da pratiche agricole e dalla presenza umana. L’installazione di impianti fotovoltaici a terra rischia di compromettere la continuità visiva e simbolica di questi paesaggi. Zone emblematiche come la Val d’Orcia, il Chianti e la Valdichiana sarebbero soggette a trasformazioni irreversibili, anche in aree riconosciute dall’UNESCO. La bellezza del paesaggio toscano deriva dall’armonia tra colture tradizionali, filari e trame agrarie. L’introduzione di impianti industriali rappresenterebbe un elemento estraneo, in contrasto con la morfologia e l’uso storico del suolo. Anche l’agrivoltaico, se realizzato in forma estensiva, comprometterebbe la leggibilità del paesaggio agrario. L’agricoltura tradizionale svolge un ruolo cruciale nella tutela del territorio e nella conservazione della biodiversità. Il rischio è che l’attività agricola venga marginalizzata, sostituita da pratiche simulate, indebolendo la funzione produttiva e sociale dell’agricoltura stessa. Da decenni la Regione Toscana ha adottato politiche di tutela paesaggistica, a volte con accenti ideologici, che oggi sembrano essere dimenticati. Il PIT (Piano di Indirizzo Territoriale) costituisce un riferimento normativo vincolante, fondato sull’integrazione tra tutela e pianificazione. La proposta di legge rischia di eludere il principio di co-pianificazione con il Ministero della Cultura, generando possibili conflitti con gli strumenti di tutela già in vigore. L’autorizzazione di impianti in aree contigue può produrre effetti cumulativi di forte impatto visivo e paesaggistico. Territori aperti come la Valdichiana e la Maremma sono particolarmente vulnerabili, e le valutazioni di impatto spesso trascurano la perdita di integrità paesaggistica. L’intera Toscana è esposta a gravi rischi. Come Ordine di Arezzo rivolgiamo in particolare l’attenzione all’ambito provinciale — Casentino, Valdarno, Valtiberina e Valdichiana — completamente coinvolto dalla misura proposta. Proprio sulla Valdichiana sembrano concentrarsi scelte che, stando ai dati allegati alla proposta, sembrano favorire grandi fondi di investimento più che le comunità energetiche locali. Gli utili appaiono destinati ai primi, piuttosto che redistribuiti in modo equo sul territorio. Nel solo Comune di Cortona, sono stati individuati 16,53 km² di aree idonee: una misura che appare in evidente contrasto con tutte le politiche di tutela e valorizzazione paesaggistica e storica della zona. Il paesaggio della Valdichiana è il risultato di una bonifica integrale di epoca granducale, in particolare sotto i Lorena, secondo criteri razionali e geometrici che lo rendono uno dei paesaggi agrari storici meglio conservati d’Italia. Campi e canali si articolano in maglie regolari, case coloniche, poderi e strade rettilinee che riflettono un uso agricolo stabile e coerente. La posa di impianti fotovoltaici o agrivoltaici in queste aree ne altererebbe profondamente la struttura storica, interrompendo la griglia della bonifica e inserendo elementi visivi estranei e dominanti. Il paesaggio leopoldino si distingue per la sua orizzontalità calma, le ampie aperture visive, le linee di fuga geometriche, interrotte solo da casali e filari di cipressi. Gli impianti fotovoltaici introdurrebbero riflessi solari, strutture metalliche, ombre mobili e un impatto visivo intrusivo anche da lontano: effetti industriali che snaturerebbero la percezione ordinata e rurale del paesaggio. La Valdichiana è in larga parte soggetta a tutela ai sensi dell’art. 142, lett. h) del Codice dei Beni Culturali, con vincoli indiretti connessi alla presenza di beni culturali e al Piano Paesaggistico (PIT-PPR Toscana), che riconosce alla bonifica un valore identitario primario. La bonifica leopoldina è ancora oggi mantenuta da un’agricoltura attiva, legata a un equilibrio funzionale tra uomo, terra e sistema idrico. Sostituire, anche solo parzialmente, la funzione agricola con quella energetica comprometterebbe questo equilibrio agro-ecologico e sociale, mettendo a rischio la sopravvivenza delle aziende agricole storiche. L’estensione di impianti fotovoltaici, anche in forma agrivoltaica, porterebbe a una perdita progressiva della specificità del paesaggio toscano, contribuendo a una sua omologazione a scenari industrializzati e rompendo il patto estetico tra abitanti, agricoltura e territorio. L’Ordine degli Architetti PPC di Arezzo ribadisce la piena disponibilità a offrire il proprio contributo culturale alla discussione. Allo stesso tempo, esorta le amministrazioni locali, le associazioni territoriali e tutti i soggetti consapevoli a unire le forze per difendere e tutelare le proprie comunità.
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