"Per sempre il loro ricordo": i fratelli Spini scrivono all'amministrazione comunale di Sansepolcro

A loro è dedicato il secondo ponte sul Tevere. Il messaggio a Palazzo delle Laudi
“Grazie, grazie Sansepolcro. Quella targa darà la possibilità di rinnovare il loro ricordo alle future generazioni”. È questo il succo delle lettera che, nei giorni scorsi, è stata recapitata a Palazzo delle Laudi e firmata da Andrea Spini: uno dei quattro figli dei coniugi Carlo e Gabriella, Spini ovviamente, che furono tra le 157 vittime del disastro aereo che il 10 marzo 2019 si consumò in Etiopia. Il secondo ponte sul Tevere a Sansepolcro, inaugurato lo scorso 21 giugno, è dedicato proprio a loro: poche parole quelle scritte da Andrea Spini, ma sicuramente intense condivise con i fratelli Francesco, Marco ed Elisabetta, per ringraziare il sindaco Fabrizio Innocenti, tutta l’amministrazione biturgense in carica e quella precedente, insieme maggioranza e opposizione, “per l’onore e il privilegio che ci hanno concesso, ovvero poter vedere il nome dei miei genitori indelebile nella toponomastica del nostro amato territorio”. E poi prosegue la missiva. “La toponomastica ha un valore importante per la storia, la cultura, il tessuto sociale di un paese perché, quando non ci saremo più, questa permette di lasciare indelebile il ricordo, ma soprattutto di sollecitare nelle future generazioni la domanda ‘chi erano?’. Quindi viene data la possibilità di rinnovare il loro ricordo. La portata di questo evento non mi era molto chiara, ma lo è diventata l’altra mattina: molto presto, nel silenzio di una strada nuova che ancora la gente deve scoprire, mi sono fermato davanti a quella targa e ho capito il vero significato di quello che era successo. Ecco perché il nostro ringraziamento va soprattutto ai cittadini di Sansepolcro e della nostra vallata, per i tanti messaggi di stima, affettuosi e sinceri, che abbiamo ricevuto. Ci piace pensare che i nomi su quella targa non siano solo quelli del babbo e della mamma, ma quelli di ogni persona per bene che non si dimentica degli altri, che non gira lo sguardo dall’altra parte e che tende una mano al prossimo per risollevarsi. Ce ne sono tante di persone così, ne ho conosciute molte, che in silenzio si occupano, secondo le loro possibilità, anche solo con un sorriso, degli altri. Fortunatamente le brave persone esistono e sono la maggioranza, spesso fanno del bene in silenzio, ma lo fanno perché li fa stare meglio, senza bisogno di avere nulla in cambio”. Ed in conclusione. “Per questo sono convinto che i nomi Carlo e Gabriella, siano la rappresentazione dei nomi di tanti che costruiscono ponti tra un sorriso e lo sconforto, costruttori di strade che portano alla felicità del prossimo”.
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