Maxi eolico Badia del Vento: i comitati replicano a Giani e all'assessore Monni

"Quelle giustificazioni non sono proprio accettabili"
Le recenti dichiarazioni del Presidente della Toscana Giani, riguardo il maxi eolico Badia del Vento risultano fuorvianti e non corrispondono alla realtà dei fatti. Giani ha recentemente affermato che “erano stati presentati progetti per 65 pale eoliche sul crinale, abbiamo raccolto il parere positivo del sindaco di Badia Tedalda per realizzarne sette, mentre sulle altre abbiamo dato pareri negativi”.
La realtà è ben diversa: dei vari progetti eolici attualmente in fase di autorizzazione, l'unico parere negativo della Regione Toscana riguarda quello di Frassineto, proprio quello che riversa gli impatti sul versante toscano dell'Appennino. Per gli altri progetti – tra cui Badia Wind, Sestino, Poggio Tre Vescovi e Monte Petralta – la Toscana non ha dato alcun parere negativo. Anzi sta proseguendo nell’iter autorizzativo attraverso la richiesta di integrazioni, anche dove già esistono i pareri contrari delle Regioni Emilia-Romagna e Marche, oltre che di diversi Comuni coinvolti.
Le dichiarazioni dell’Assessore all’Ambiente della Toscana Monia Monni, secondo cui “le perplessità sono state affrontate e risolte in sede tecnica”, non risolvono affatto le criticità sollevate dalle associazioni firmatarie di questo comunicato, che hanno ripetutamente segnalato violazioni delle normative a tutela dell’ambiente e del paesaggio e conflitti di interessi nel Comune di Badia Tedalda.
In aggiunta, il Sindaco di Badia Tedalda, in un documento del 7 luglio 2022 agli atti della Regione Toscana, ha esplicitamente dichiarato che il progetto Badia del Vento “è auspicato e visto con convinto favore dal Presidente Giani”. Quindi le pressioni politiche ci sono state e sono state esercitate fin dall’inizio e tutto questo solleva forti dubbi sull'imparzialità e sulla corretta conduzione dell'intero procedimento amministrativo.
Inoltre la Regione Toscana ha proseguito per oltre un anno le interlocuzioni bilaterali con il proponente, senza coinvolgere gli enti delle regioni confinanti e senza informare il pubblico. Solo dopo ripetuti solleciti e richieste di accesso agli atti da parte delle associazioni e del Comune di Casteldelci, è stato infatti reso pubblico, ad un anno di distanza, un documento trasmesso al proponente per l’individuazione di misure compensative ambientali, nonostante l'esistenza di incidenze negative sulle aree naturali protette di competenza delle Marche e dell’Emilia Romagna.
Persistono quindi gravi perplessità riguardo l’intero iter autorizzativo, che presenta numerosi punti interrogativi e ombre. Le recenti dichiarazioni dell'Assessora Monni e del Presidente Giani non fanno altro che confermare questi dubbi, alimentando ulteriormente le preoccupazioni relative alla trasparenza e alla correttezza dell’intero procedimento.
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